Incontro Ex Allievi a Roma :: Sabato
Sabato – 07/07/2007
07h30 del mattino.
Bip…bip…bip.
“Rinaldoo, te gheto portà via anca ea sveglia”, ma varda sto ebete de la campagna pordenonese.
Rinaldo si gira e mi guarda con l’occhio torvo del mattino dopo la serata lunga, o se preferiamo la nottata corta : “Questa non é la mia sveglia, ma mi sono fatto la stessa domanda per quanto ti riguarda, mona”
Notte molto corta…
07h30 del mattino. Bip…bip…bip. “Rinaldoo, te gheto portà via anca ea sveglia”, ma varda sto ebete de la campagna pordenonese. Rinaldo si gira e mi guarda con l’occhio torvo del mattino dopo la serata lunga, o se preferiamo la nottata corta : “Questa non é la mia sveglia, ma mi sono fatto la stessa domanda per quanto ti riguarda, mona”.
Bip…bip…bip. Di nuovo, ma che é sta minkiata, ci guardiamo in faccia e, esattamente nello stesso secondo, notiamo una lucetta verde che si accende e si spegne su una delle pareti del bungalow : “l’aria condizionata…” gridiamo tutt’e due all’unisono!!! Come l’aria condizionata, che c’entra l’aria condizionata, l’immortacci loro…
Non si dorme più e si decide, dopo aver fatto una doccia per rimettere le caselle a posto nel cervello, di andare al bar per un sacrosanto cappuccino con brioche. Arriva anche la Bruna, é una bellissima giornata, e restiamo per più di un’ora ad assaporare le ore fresche del mattino. Bruna ha un’idea geniale : “perché non ritorniamo con caffè e brioche per tutti?” Così detto, così fatto.
“Ezio, Kikka, sveglia tutti, sono già le nove passate, forza ragazzi”. Senti dal bungalow di Ezio una voce cavernosa che ti dice ” ma perché non ve ne andate aff…..o, c’é gente che sta dormendo”.
“Ti abbiamo portato il caffè con la brioche” al che arriva un perentorio “vengo subit, non vi muovete”.
Arriva anche la Kikka, con Stefano, il figlio, e il cane (chi dorme con chi non lo so e non lo voglio sapere) ed in mano ha una lista di cosucce da fare per Ezio e per me, ci hanno già battezzato la “A Team” anche se non so chi farà la parte di Barracuda : “Prosdocimo arriva alla stazione alle 10h45 e lo andate a pigliare ma prima dovete portare la Bruna in centro questa mattina che glielo avevo promesso, va a trovare la famiglia, e prima ancora far fare la camminata con bisognino al cane”.
Ezio ed io ci guardiamo per sapere chi dei due si sobbarca il “bisognino” e assomigliamo tutt’e due ad un gigantesco punto interrogativo, anche perché nessuno dei due ha mai guidato a Roma. Come in centro e quale centro, quanti centri ci sono a Roma? La Bruna dice che non ha importanza dove la molliamo, basta che ci sia una stazione della metropolitana nelle vicinanze. Perfetto.
“Sapete usare il navigatore” chiede la Kikka, al che tutt’e due (gonfiando quei pochi pettorali che sono rimasti!) “ma che ci vuole ad usare un navigatore, anche mia nonna lo usa”, fa Ezio con me….
Tom Tom Navigator
Dopo la passeggiata salutare del cane e un secondo caffè, accompagnamo la Bruna alla prima stazione metro che incontriamo, anche se la Kikka ci ha già confezionato il percorso con l’aiuto di Tom Tom : guida Ezio, Bruna fa il navigator ed io sono seduto dietro con il cane.
“Prendere la prima a destra” incomincia la filastrocca abituale di Tom e dopo 5 minuti Ezio manda tutto a quel paese e domanda alla Bruna di spegnere tutto, che lui si é sempre fidato del suo senso dell’orientamento e che non ha mai avuto bisogno di un navigator. Solo che si é dimenticato che lui abita a Monza, e che Roma ha una circonferenza leggermente superiore, e dopo un quarto d’ora incominciamo a chiedere ai vari passanti ‘ndo sta una qualsiasi stazione metro. Ci deve essere un convegno di vietnamiti da qualche parte qui a Roma perché non capisce niente nessuno di cosa stiamo domandando : o l’accento romano non é proprio quello che si addice o abbiamo la scalogna di incontrare questo benedetto convegno al completo che cerca il ristorante dove hanno prenotato i 156 posti a sedere per il pranzo di oggi.
Troviamo un autista dell’autobus e stavolta ci va dritta, solo che abbiamo girato per più di un ora e siamo nella cacca di cavallo completamente perché nessuno dei due sa come fare per rientrare (per non parlare del cane accovacciato sul sedile posteriore) e nessuno dei due sa qual è l’indirizzo esatto del campeggio!!!!!
Cosa si fa? Ezio cerca sul navigatore gli ultimi indirizzi memorizzati dalla Kikka e ne troviamo uno che fa per noi : RITORNARE A CASA, eccolo, ce l’abbiamo fatta, ritornare a casa significa tornare al punto di partenza.
Dopo circa una mezz’ora e sempre seguendo le indicazioni della signorina del navigator (quanto mi sta sulle balle la voce della padrona) ci accorgiamo tutt’e due di un cartello che fa sobbalzare anche il cane, FIRENZE 350 Km, ma dove stiamo andando, domanda Ezio.
“Ma quanto sei scemo” fa lui, “tornare a casa significa tornare a Milano per la Kikka”, fin li ci sono arrivato anch’io, “ma non ho mica impostato RITORNARE A CASA io, ce l’avevi tu il navigator”. Scoppiamo a ridere da far male alla pancia e telefoniamo alla Kikka per l’indirizzo del campeggio da impostare.
La Kikka s’incazza come una belva (piccola belva, precisione, ché l’é troppo simpatica la Kikka), ci manda a quel paese settantasette volte e finalmente riusciamo a ritrovare la smarrita via in questa selva oscura che sono le vie di Roma.
Nel frattempo Prosdocimo and family arriva alla stazione, dove non c’é nessuno ad aspettarli e la Kikka consiglia loro di prendere la metropolitana fino ad una stazione non tanto distante dal campeggio, per intenderci era la famosa stazione dove dovevamo accompagnare la Bruna, e guarda caso, seguendo il navigator arriviamo sul posto in poco meno di un quarto d’ora. Mia nonna ci sarebbe arrivata anche la prima volta, poco ma sicuro.
Back to the future
Finalmente siamo tutti riuniti in campeggio e Mario ritrova praticamente tutti i suoi compagni di scuola dato che erano solo in sei in classe (1968) e per lui incomincia quello che é già successo a noi la sera prima : i “ti ricordi di qui” e “ti ricordi di là” vanno e vengono, si incrociano nella stessa maniera che la sera prima al ristorante e riaffiorano la pelle d’oca e i nodi in pancia anche per loro.
E’ veramente un bel pomeriggio e dato che la Kikka non ha ancora deciso di cosa farci fare (Rinaldo era andato in centro, anche lui, ma senza il nostro aiuto!) ci mettiamo all’ombra per ricuperare un pò dell’energia persa la notte prima, pennicchella per gli ignoranti, quando Mario decide di rovinare il meritato riposo pomeridiano e propone a noi tutti di assistere alla proiezione del DVD con le fotografie d’epoca che ha messo insieme qualche giorno prima, e per essere sicuro di mostrarcelo, é venuto giù con il computer!
Si va tutti nella stanza di Ezio, visto e considerato che lui é l’unico farmacista della compagnia siamo così sicuri che per lo meno non becchiamo qualcosa al momento di appoggiare il sedere.
Bruna e Kikka in prima fila, la classe di Mario in seconda e gli altri spettatori, cioè Ezio, Dario ed io, in terza.
Siamo tutti un pò su di giri e fa molto caldo, ma appena il film inizia succede qualcosa di straordinario, tutti ci rendiamo conto che il film non é il semplice film delle vacanze, non parla più nessuno e gli occhi sono tutti incollati al piccolo schermo del computer. Non senti volare una mosca, di colpo non fa più caldo nel bungalow. Il film dura una ventina di minuti ed é impossibile descrivere cosa proviamo in quell’istante, cerchiamo tutti di ingoiare le lacrime che vengono su, cerchiamo tutti di non far vedere che forse stiamo ritornando adolescenti.
E molto dura, dura di vedere le fotografie di ragazzi giovani e spensierati che fanno i salti mortali in mare, a pesca con Don Filié, a pallone a El Houssoun, le gite in autobus, é dura di rivedere Tojo, Bruno Casini, Ferruccio e Basatni (nessuno sa dove sia attualmente), Don Doveri (fotografia splendida, Mario, forse una delle migliori) con il basco, Don Forti con la goccia al naso e il capello sempre corto, é dura di assistere inesorabilmente attraverso queste foto ad un lento ma implacabile addio ad un periodo nel tempo e ad un paese che ci ha fatto sognare in tanti.
Usciamo di li senza che nessuno apra bocca e per quasi cinque minuti nessuno dice più niente : siamo tutti ritornati a Beirut con la mente e non riesco a fermare le lacrime che mi stanno venendo su e piango, piango come non ho mai pianto. Grazie Mario.
Non sono il solo, e dopo qualche minuto dobbiamo chiamare aiuto, s’é formato il lago Trasimeno appena fuori il bungalow di Ezio e nessuno sa come fare per ritornare a riva!
Arrivano D’artagnan e Porchetto, Fabrizio/Adelaide, Flavio D’Andria ed altri ancora e tutti ci guardano come se fossimo appena sbarcati dalla luna, “Mbeh, che v’é successo, che é tutta st’acqua pe terra?” “Perché ci’avete tutti er sciugamano sur viso, che siamo nel deserto qui?”
Nessuno di noi alza la testa e tutti indichiamo la porta del bungalow di Ezio con Mario sulla soglia che sta aspettando la seconda sfornata di spettatori pomeridiani. Faccio segno a Porchetto di prendersi qualche fazzoletto di carta prima di entrare, “perché scusa, che si fa là dentro il bagno di vapore?”
Altro lago di Trasimeno all’uscita, ma stavolta siamo molto di più di prima e la famiglia polacca che abita proprio dirimpetto alla sala cinematografica, esce con piatti tipici e bevande polacche, pensando si tratti di una veglia funebre…
Finalmente se magna
Si va al ristorante guidati da Oscar e Pia che gentilmente sono venuti in due macchine per poter scarrozzare tutti senza fare giri inutili e finalmente riesco a capire la ragione per la quale Ezio si ritrova con i capelli completamente bianchi da quando é partito da Milano con la Kikka. I due cellulari che suonano allo stesso tempo, il navigator che viene impostato con l’alluce destro, la sigaretta in mano, il cambio che NON é automatico e spiegare a Don Caputa, guardandolo in faccia beninteso, dove si andava a mangiare.
Salgo con Oscar. Che ha un solo cellulare e soprattutto sa dove stiamo andando dato che é lui insieme alla Pia ad aver organizzato la bella serata in prospettiva. Ci tengo ancora ai miei capelli brizzolati.
Il ristorante é ottimo e Pia ed Oscar ci presentano i prodotti locali che troviamo sul tavolo ad aspettarci, formaggi e insaccati vari uno più buono dell’altro (quello con il fegato e il vino rosso vince la palma d’oro per il sottoscritto !) il tutto accompagnato da un ottimo vino rosso e bianco che sembra andare giù con una certa facilità e questo mi preoccupa, senza parlare di tutto quello che viene dopo come pasta, carne pesce contorni vari e dessert!
E’ una serata di quelle, non c’é niente da fare, e le battute/cazzate, chiamatele come vi pare, incominciano a partire a destra e a sinistra, la Bruna incomincia ad avere problemi di “suste deboli” e con la Liliana cercano di andare al gabinetto senza lasciare tracce particolari dietro di loro, il che diventa leggermente difficile dato il debito di battute al minuto che Ezio ed io riusciamo a sfornare.
Una signora seduta al tavolo accanto si alza e chiede se é possibile fare una pausa e dare il tempo ai convivi di respirare fra una battuta ed un’altra, non riescono più a mangiare !!
Sanguetta si avvicina “Mi son venute le emorroidi nervose a vedervi ridere e quasi quasi mi siedo con voi”, arriva anche Rinaldo che non si lascia scappare l’occasione per tirarne fuori una anche lui cosicché la signora del tavolo accanto sta rantolando giù dalla sedia.
Il bravo Ezio, nel frattempo, continua a versare il vino in tutti i bicchieri vuoti che trova cosicché mi ritrovo (ma non solo io, tengo a precisarlo) leggermente su di giri, per non dire qualcosa d’altro, e casco nella trappola della foto compromettente (Caro Sanguetta, se quelle foto arrivano a Bruxelles ti mando il numero 3 di Al Qaida come vicino di casa) con tutto quello che ciò comporta, lettere minatorie, estorsione di fondi, conti in banche svizzere…
Arriva Don Caputa che cerca invano di rimetterci sulla dritta via ma anche lui viene sommerso dal piglio generale della tavolata e per non rischiare la foto compromettente si toglie gli occhiali e tutti pensano che sia Masedu al posto suo.
Non ci vedo più…
Si ritorna in campeggio e le cose diventano molto serie, troviamo gli addetti al lavoro alla reception del campeggio che stanno pregando purché si vada a letto presto, e Don Caputa dopo aver sentito durante la cena le nostre baldorie della sera prima avverte che lui viene a dormire con noi e che porta il Mirto fatto in casa e pestato a piedi nudi dalla sorella.
Qui mi tocca aprire una parentesi, tonda o quadra non fa nessuna differenza, dato che se non si conosce il Mirto sardo c’é ancora il tempo di scappare!
Il Mirto, che come il nome stesso lo dice, é una bevanda LEGGERMENTE alcolizzata a base di Mirto, zuccheri e POCHI gradi che tira su tutto quello che c’é da tirare su al punto che i sardi, molto fortunati loro, non hanno bisogno di nessun lifting in nessuna parte del corpo, basta il Mirto et voilà!
Dopo aver finito il Mirto di Don Caputa, Kikka ne tira fuori un’altro che abbiamo comprato allo spaccio del campeggio e a quel momento preciso stiamo già tutti parlando forte e in maniera LEGGERMENTE sconnessa… e poco dopo le 4 del mattino ci mandiamo a letto da soli.
Sabato & Co
Alcune delle foto scattate durante il Sabato Pomeriggio e Sabato Sera dell’Incontro del Luglio 2007
Articoli dell’incontro :
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