Incontro Ex Allievi a Roma :: Domenica

da | 14/10/2007 | INCONTRI & COLLOQUI | 0 commenti

Domenica – 08/08/2007​


Altro giro, altro regalo.

Altra notte praticamente in bianco e con un cerchio alla testa che ci fa assomigliare tutti a Saturno con rispettivi anelli, Cibalgine, Alka-Seltzer si sprecano e non mi sono neanche accorto che Fabrizio/Adelaide ha dormito in campeggio.

Diego

Er Webmaster, SSB

Ea xé dura ragassi…

Altro giro, altro regalo. Altra notte praticamente in bianco e con un cerchio alla testa che ci fa assomigliare tutti a Saturno con rispettivi anelli, Cibalgine, Alka-Seltzer si sprecano e non mi sono neanche accorto che Fabrizio/Adelaide ha dormito in campeggio.
Guida Ezio la macchina di Kikka, che fa il navigator, e Don Caputa, strada facendo, ci fa un corso di storia su due piedi come ai vecchi tempi e gliene siamo grati, ci spiega come Don Bosco é riuscito a costruire la Chiesa dove siamo diretti, dopo aver visto la Madonna in sogno, quale principe romano abitava in questo palazzo e cosa mangiarono Romolo e Remo quando stavano con la “lupa”.

Don Bosco & Co

Oggi é il Don Bosco day, l’ammucchiata generale, la mischia del rugby é niente in confronto, il Beirut happening con la Santa Messa cantata a mezzodì e il pranzo che segue, gli allievi che non ho ancora visto come Nando Manetti sempre da San Gimignano e Podestà grandissimo giocatore di tennis e ping pong, Massimo Iozia sempre uguale, Eddy é a Istanbul (dice lui!), Giampiero Calabresi fratello di Fabrizio/Adelaide grande arbitro internazionale, la Riffero Simonetta, Maurizio Gay uguale preciso spiaccicato come 40 anni fa con gli stessi occhiali e lo stesso motorino, Righetti spilungone e sua sorella la famosa Pupa (mia mamma é la sua madrina della cresima, believe it or not!) e tanti tantissimi altri che non riconosco o che ricordo male!
Siamo veramente in tanti ed é veramente molto bello vedere tutti sti “ragazzi e ragazze” insieme come allora, sembra di essere nel cortile di Beirut e fa un certo effetto e  Don Bedon comincia già a soffiarsi il naso.

Siccome la domenica é il giorno che viene sempre dopo il sabato e da tanto tempo, Ezio ed io siamo sempre “schiavi tuttofare” della Kikka che ci affibbia il pericolosissimo compito di tendere la scritta “DON BOSCO RITORNA FRA I GIOVANI DI BEYROUT” (l’acca gliela mettiamo a mano su tutte le fotografie scattate) fra due pilastri del cortile vicino alla statua di Don Bosco e pericolosissimo perché né Ezio né il sottoscritto se la sente di salire al di sopra dei venti centimetri, causa testa con cerchio, mentre la Kikka vuole la scritta a quattro metri e mezzo dal suolo.
La montatura della scritta dura esattamente due ore. Dopo aver tirato a sorte chi andava su per la scala, ho vinto io stavolta per fortuna, Ezio si sobbarca il difficilissimo compito di restare in piedi a quattro metri circa con vista appannata causa nebbia in Val Padana per Mirto & Co, facciamo settantamila tentativi ma nessuno dei due ha le idee abbastanza chiare per capire cosa e come fare per tenere su sta benedetta scritta.

Ezio che é un marinaio provetto, riesce a parcheggiare un motoscafo di dodici metri di lunghezza e quattro di larghezza in marcia indietro e senza retrovisore, comincia a tirare fuori tutti i nodi scorsoi che si ricorda e finalmente dopo vari e infruttuosi tentativi la scritta resta su e preghiamo Don Bosco di darci una mano a tenerla sù per il resto della giornata!
Don Bosco é veramente una persona in gamba, ci ha ascoltati e la scritta é ancora li appiccicata fra i due pilastri in attesa del prossimo raduno del 2017, perché né Ezio né il sottoscritto ha avuto il coraggio di ricordare alla Kikka che c’era la scritta da tirare giù. Grazie Don Bosco!

Tutti a Messa

Scocca il mezzogiorno e ci chiamano per la messa, la chiesa é molto bella e anche molto alta e fa un certo effetto perché non avremmo mai potuto starci tutti nella cappella della scuola di Beirut. Don Caputa, che ha il ruolo dell’Auguste, chiama Oscar per l’introduzione generale e Oscar trova le parole giuste, miste ad una giusta dose di emozione, orgoglio di essere li con noi e sopratutto insieme a tutti coloro che hanno conosciuto la scuola di Beirut, la nostra scuola. La voce trema un pò ma le parole di Oscar vanno diritte al cuore di ognuno di noi :

Mi è stato dato l’onore di dire due parole di benvenuto a nome degli ex- allievi della scuola di Don Bosco di Beirut.
Vi assicuro, amici, che vorrei avere il talento per poter descrivere con le parole l’emozione che tutti noi proviamo, e che si sente perfino nell’aria,  nell’essere qui riuniti, oggi, così numerosi dopo tanto tempo, ma penso che neanche un grande poeta ci potrebbe riuscire.
Infatti ci basta guardare negli occhi il compagno o la compagna che ci sta a fianco e che non vediamo da tanti anni per capire che qui, oggi, stiamo vivendo qualcosa di emotivamente eccezionale ed arricchente  che le parole, anche  le più belle, non possono essere in grado di descrivere.
“L’emozione non ha voce” si dice in una nota canzone di Celentano e debbo ammettere che e’ proprio così!
Sulla facciata della nostra scuola di Beirut c’era scritto: “Non scholae sed vitae discimus” ossia “Non impariamo per la scuola ma per la vita” , tradotto  per coloro che il latino l’hanno dimenticato e per qualcuno che non l’ha mai imparato!
A quell’epoca la frase ci sembrava forse un po’ retorica, ma, a distanza di anni, possiamo affermare che proprio in quella scuola di Beirut ci sono stati trasmessi i valori  essenziali di buon corportamento nella vita che è qualcosa di fondamentale e di molto piu’ importante di quanta carriera o denari si siano fatti negli anni.
La conferma della bontà degli insegnamenti allora ricevuti e dell’efficacia con cui ci sono stati trasmessi, l’ho personalmente avuta nell’incontrare  oggi qui tante belle persone, tante persone straordinariamente belle dentro.
E’ un patrimonio dal valore inestimabile per la Società e sono sicuro che lo stesso Don Bosco andrebbe fiero di noi tutti, insegnanti ed allievi di allora.
Oggi, quella scuola di Beirut non c’è più,  ma quegli insegnamenti ricevuti e racchiusi sinteticamente in quella frase in latino li portiamo dentro di noi, li abbiamo fatti nostri e nessuno ce li può togliere.
Posso testimoniare, con la mia esperienza di vita vissuta finora, che, come a tutti, ha riservato cose belle e cose meno belle, che quegli insegnamenti di umiltà, generosità, altruismo e speranza  ricevuti in quella scuola mi hanno aiutato a sormontare le difficoltà dei momenti difficili e sono profondamente convinto che se al mondo ci fossero molte più persone formate a simili insegnamenti, avremmo,  senza ombra di dubbio, un mondo migliore e non assisteremmo a tanti orrori.
A nome di tutti gli ex-allievi di Beirut,  dico un GRAZIE commosso  a tutti gli insegnanti eccezionali che abbiamo avuto in quegli anni indimenticabili e che sono qui rappresentati  oggi da don Bedon, don Pavanetto, solo per citarne alcuni, e, prima di dare spazio alla Celebrazione della Santa Messa,  con altrettanta commozione dico a nome di tutti noi un emozionato: VIVA DON BOSCO!

Al che altro che lago Trasimeno siamo ormai arrivati al lago Maggiore, il povero Nando, a cui tocca purtroppo la liaison musicale fra un momento e l’altro della messa, non riesce più a vedere la chitarra e s’impiglia l’indice fra il MI cantino e il Si e  Dario é obbligato a tagliare il MI cantino per liberare il ditone ormai diventato talmente grosso e tutto blu da sembrare la pubblicità dei bastoncini Findus blu.

Mentre Don Masedu senza occhiali fa gli introiti e debiti accompagnamenti all’organo, Don Caputa invita Don Scudu per la lettura dell’epistola, sentiamo la voce ma non si riesce proprio a vedere dov’é andato a finire e qualcuno parla già di miracolo, mentre Nando cerca di rilassarsi facendo esercizi respiratori tipo IOGA, dato che ha ancora due pezzi da suonare.
Don Caputa intanto intona un inno al Signore e invece di dare il tempo, con la mano destra ci domanda di andare prima al quarto piano poi a pianterreno quindi al secondo e per finire al terzo : non capisco tanto bene e devo chiedere a Rinaldo il significato di questi segni e lui mi risponde che forse é come essere al baseball…

Arriva il momento delle offerte al Vescovo francese, che dice la Santa Messa insieme a Don Bedon, Don Scudu e altri due sacerdoti che non riconosco, e la Bruna e Stefano porgono la prima offerta attraversando tutta la navata centrale e quando arriva il momento della bandiera libanese non riesce a trattenere le lacrime nessuno ed al povero Nando s’impiglia il dito stavolta fra il Mi maggiore e il LA cosicché Dario é obbliogato per liberare di nuovo il bastoncino Findus a tagliare anche il LA e Nando si ritrova con un mandolino al posto di una chitarra ma, dice lui, non ci sono problemi.

Due film o niente…

Dopo il pranzo ci sono le proiezioni dei film, quello di Mario e quello di Daniele RAI Carminati e ci ritroviamo tutti, giovani e meno giovani,  nella sala numero 1 a pianterreno : il film di Mario che non era in programma, é stato gentilmente aggiunto a quello di Daniele inizialmente previsto.

Prima però c’é lo speech ufficiale della Kikka, che sono tre giorni che lo sta preparando, tutti i giorni lo recitava per tre volte di seguito di fronte allo specchio per impararlo e per poterlo decantare con la giusta intonazione.
Solo che arrivato il momento solenne, la Kikka, come del resto tutti noi, si emoziona un pochettino e s’impappina prima della fine e riesce con molta fatica a portare a termine questo ennesimo lavoro di Ercole, mentre Nando rompe la chitarra in mille pezzi così siamo sicuri che si salva perlomeno il pollice!

Siamo tutti con il naso per aria e guardiamo i due film uno dopo l’altro, e come al campeggio, non parla nessuno si sentono soltanto i ventilatori che girano e, neanche farlo apposta, il film di Mario fa da contorno perfetto al film di Daniele, che ci mostra in pratica gli ultimi momenti della scuola di Beirut nel 1975, momento in cui partirono tutti lasciandosi alle spalle un paese ed un popolo che non riusciremo mai a dimenticare.
Si accende la luce e siamo tutti in piedi a battere le mani ad applaudire con tutto quello che sentiamo dentro, Nando invece batte i mignoli, standing ovation per uno spettacolo degno del Festival di Cannes anche senza tappeto rosso.
Bello, bellissimo, non ho parole, siamo tutti con gli occhi lucidi e per la prima volta nella mia vita non mi vergogno di far vedere che sto piangendo anch’io.

Ciao ragazzi Ciao…

E’ finita. La gente comincia a partire, a caricare le macchine, ci si scambia gli indirizzi i telefoni i recapiti email, baci e abbracci. Non ho voglia di partire, vorrei che questo momento durasse ancora, non finisse mai, vorrei fare sciopero e non andare al lavoro domani lunedi, ma la mia vita é a Bruxelles, Pat mi sta aspettando con Snoopy, il cane, mi aspetta un’altra settimana di lavoro, come sempre.
Mi ritrovo sul marciapiede sotto l’entrata “PARTENZE” di Ciampino e mi ritrovo in mezzo a tanta gente che parte e che arriva, ma adesso so che da solo non ci sarò mai più.

Un Grazie di cuore a tutti.

Domenica & Co

Alcune delle foto scattate la Domenica dell’Incontro del Luglio 2007

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