2024 :: Salesiani in Libano in un contesto di guerra

da | 26/09/2024 | L'ANGOLO DI DON VITTORIO | 0 commenti

 De la fumée s’élève après une frappe aérienne israélienne au nord de Beyrouth, dans le village de Ras Osta, dans le district de Byblos, vue de Maaysrah, au Liban, mercredi 25 septembre 2024. - Bilal Hussein/AP/SIPA / SIPA

Ricevuto oggi (29/09/2024) da don Vittorio Pozzo che ci racconta le ultime da El Houssoun e El Fidar, senza dimenticare il resto del Libano e che pubblichiamo seduta stante…

Per capire la situazione attuale dei Salesiani in Libano, é indispensabile un’esposizione previa, sia pur sintetica, della situazione socio-politica e militare attuale del Paese.

(V.P., 26.09.2024) Dall’8 ottobre 2023, all’indomani dell’improvviso e brutale attacco di Hamas a Israele, partito dalla Striscia di Gaza, e della violenta reazione dello stato ebraico,  il Libano si è trovato coinvolto, suo malgrado, in questo conflitto, ad opera di Hezbollah (il partito di Dio), un partito politico libanese, ma pure una milizia sciita superarmata che si presenta come la punta di lancia dell’ “asse della resistenza” islamica a Israele, la quale, a sua volta, fa capo alla Repubblica islamica dell’Iran.

Da allora, il Libano, già coinvolto  da cinque anni in una grave crisi  socio-economica, finanziaria, istituzionale e politica, si trova pure senza capo dello Stato (da ormai due anni) e con un governo dimissionario di disbrigo degli affari correnti. Attualmente, è in balia di Hezbollah il quale, indpendentemento dallo Stato e contro la volontà della maggioranza dei cittadini, ha deciso unilateralmente di aprire il fronte contro Israele come gesto di solidarietà con Gaza e di tenerlo aperto fino a quando Israele non avrebbe chiuso il fronte di Gaza. Rimanendo questo fronte tuttora aperto, era inevitabile che la situazione sul fronte libanese si sarebbe progressivamente  deteriorata. Ultimamente infatti è gravemente peggiorata e siamo ormai alle soglie di una guerra aperta e totale, salvo un miracolo.
Assassinii mirati, bombardamenti più intensi ed estesi, la tragica beffa, da parte di Israele, dell’esplosione simultanea di migliaia di cercapersone e talkie-walkie con morti e feriti, ha fatto traboccare il vaso.
Dalla settimana scorsa è iniziata una spirale di rappresaglie e controrappresaglie che non sembra fermarsi e che ha già causato in Libano, in  pochi giorni, più di 600 morti e di 2000 feriti, oltre a 600.000 sfollati, con distruzioni enormi al Sud (frontiera con Israele) e  prospettiva di un’invasione terrestre dopo aver fatto terra bruciata, esattamente come a Gaza. Anche la tregua di tre settimane, appena chiesta da Francia, Stati Uniti e Paesi arabi è, almeno per ora, del tutto incerta, vista l’ostinazione dei due belligeranti.

Durante quest’ultimo anno di guerra larvata e di situazione precaria, le varie attività dei Salesiani si sono svolte in modo quasi del tutto regolare. Solo ultimamente è stato sospeso il Confronto del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) del Medio Oriente, che si doveva svolgere in questo mese di settembre nella casa di El Houssoun. Al momento attuale si vive nell’incertezza: apertura delle scuole rinviata, afflusso massiccio di sfollati dal Sud, quasi tutti sciiti e in gran parte sostenitori  di Hezbollah, nelle zone cristiane a nord di Beirut, inizio di bombardamenti israeliani anche in quest’area  dove si trovano pure villaggi sciiti. Proprio ieri, mentre questa casa, situata nel distretto di Jbeil-Biblo e che ospita una scuola statale, elementare e media, accoglieva nei suoi locali, al pari di altre scuole della zona, una sessantina di sfollati, due villaggi sciiti dei dintorni erano presi di mira dall’aviazione israeliana, con morti e feriti, e altri villaggi attendono con trepidazione la stessa sorte.

Le attività oratoriane regolari che coinvolgono abitualmente centinaia di cristiani e musulmani e che, proprio a El Houssoun, dovevano iniziare prossimamente, dovranno attendere che la situazione si schiarisca.

Anche la riapertura del liceo professionale “Don Bosco Technique”, situato a Al Fidar, sulla costa nello stesso distretto,  e quella della scuola “Angels of Peace” per rifugiati iracheni cristiani, situata a Beirut, sono legate all’evolversi della situazione.

Come conclusione, è interessante far notare come la casa salesiana di El Houssoun sia stata sempre particolarmente coinvolta negli avvenimenti bellici che hanno interessato il Libano negli ultimi 50 anni. Durante la guerra civile (1975-1990), mentre la fiorente scuola salesiana di Beirut chiudeva definitivamente per forza maggiore, la casa di El Houssoun veniva  occupata “manu militari” e trasformata in caserma, ma divenne pure, per anni, rifugio sicuro per centinaia di sfollati cristiani.
Durante la prima guerra tra Israele e Hezbollah del 2006, ospitò temporaneamente un centinaio di sfollati, musulmani e cristiani, dei villaggi del Sud. L’attuale arrivo di sfollati, il cui numero potrebbe crescere nei prossimi giorni, rappresenta qundi la terza volta in cui questa casa, situata in montagna, ma non in un centro abitato, è ritenuta un luogo relativamente sicuro.

I prossimi giorni indicheranno la piega degli avvenimenti e orienteranno quindi la nostra azione nel prossimo futuro: ritornare a una certa normalità oppure continuare a vivere e operare in situazione di emergenza. Una sfida che i figli spirituali di don Bosco sono pronti ad affrontare.  

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