Siamo seduti in quella zona estrema del cortile, vicino alle autorimesse

Questa volta è di turno Sergio Daneluzzi con la sua foto e la storia che accompagna la foto stessa, gran bella foto e gran bel testo!!

Una Foto Un testo

Caro Webmaster, la tua di sollecitare commenti e ricordi a partire da fotografie d’antan della scuola mi sembra un’ottima idea per il sito. Tuttavia qui incappi in un soggetto (io) che ha poca memoria e che i suoi ricordi li ha già tirati fuori dai cassetti e lucidati in una mezza dozzina di testi, anche ripetendosi.


Però non voglio sfuggire all’invito, e faccio quello che posso. La prima cosa che posso dire è che non ricordo assolutamente l’occasione di questa foto, che credo di non avere mai visto prima d’ora. Ad un primo esame la collocherei nell’anno scolastico 73/74 – visto che sembriamo tutti così giovani. Ma naturalmente potrei sbagliarmi. Siamo, da sinistra, Carla e Rita in seconda fila e Flavio, io e Marina in prima.

Siamo seduti in quella zona estrema del cortile, vicino alle autorimesse– se posso chiamarle così – di fronte al cancello principale e a quella costruzione bassa che nella memoria associo sempre a Brother Dell e alla sezione americana. Forse perché lo vedevo sempre lì. Alla nostre spalle ci sono i “ferri” che servivano per appollaiarsi in varie posizioni più o meno scomode. Qualcuno tra i maschi più esibizionisti li utilizzava anche per esercizi ginnici dimostrativi, ricadendo poi nella sabbia rossastra. Era un luogo vagamente appartato, ma non poi tanto.

Non so perché Flavio stia facendo le boccacce, ma la cosa non mi stupisce perché era uso a comportamenti imprevedibili e spiazzanti, come quella volta che out of the blue mi rifilò una tremenda ginocchiata nelle parti basse. Flavio era sempre un po’ sopra le righe, ma anche molto simpatico. E’ stato il più precoce fumatore seriale che io ricordi. Io stesso ho le mani in una posizione strana, chissà perché… Non riesco a capire se ho i pantaloncini corti oppure dei pantaloni lunghi chiari molto aderenti. Propenderei per la seconda ipotesi. Quanto andavamo in giro vestiti male, noi interni…! E’ poi bello trovare conferma al ricordo di avere avuto tanti capelli, un tempo.

La cosa per me più gratificante di questa fotografia è ovviamente che Carla mi stia guardando, in ginocchio, con le mani elegantemente intrecciate e un sorriso forse non del tutto beffardo. Io sarò stato molto contento e non poco imbarazzato. Ricordo perfettamente i pantaloni che indossa e per i quali credo di avere avuto una sorta di culto minore. Anche Marina è naturalmente in una posizione elegante e composta. Rita è più al naturale e più timida, come mi sembra di ricordarla sempre.

Cosa stessimo facendo lì, proprio non lo ricordo, ma è una bella foto. A Carla in quella posizione verrebbe, ora che non c’è più, da aggiungere due grandi ali variopinte, come quelle che il Beato Angelico ha dipinto nel Convento di San Marco a Firenze.
Quello che più mi colpisce di questa foto vista adesso è proprio la sua assenza, il fatto che ci sia stata e abbia cessato per sempre di esserci. Ma di questo ho già scritto.
Chissà se gli altri fotografati si ricordano meglio di me quell’occasione. Forse eravamo tornati da una gita. Forse stavamo per andarci. O forse stavamo per uscire e andare al cinema…

E’ passato tanto, tanto tempo e io come ho già detto, non ho proprio una grande memoria…

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