PRETI SPOSATI : I viri probati soluzione possibile, Papa Francesco ne ha parlato con Die Velt
Foto Ales Krivec
Articolo pubblicato e scovato sul sito “FARO DI ROMA“, l’articolo è stato pubblicato il 9 marzo scorso e lo aggiungiamo agli articoli pubblicati o da pubblicare, per alimentare la nostra discussione. Come dice l’inizio dell’articolo, Papa Francesco ritiene che ci si debba riflettere, ma lascio a tutti voi la porta aperta per una “riflessione” pacata e sensata…
PS : FarodiRoma è un’iniziativa editoriale no profit, ispirata al Faro del Gianicolo che sorge nel luogo degli scontri per la difesa della Repubblica Romana del 1849 e domina la Capitale con i suoi venti metri di altezza e le sue forme neoclassiche di pietra bianca di Botticino.
FARO DI ROMA – 09/03/2017 – Articolo Redazionale
Papa Francesco ritiene che si debba riflettere sui “viri probati”, uomini sposati di provata fede a cui affidare alcune funzioni sacerdotali, per affrontare la scarsità di vocazioni in alcune zone del mondo. “Dobbiamo riflettere – spiega Francesco nell’intervista a Die Zeit – se i viri probati siano una possibilità e dobbiamo anche stabilire quali compiti possano assumere, ad esempio in comunità isolate”. La Chiesa deve sempre “riconoscere il momento giusto nel quale lo Spirito chiede qualcosa”. Per il Papa, infatti, “la vocazione dei preti rappresenta un problema enorme” e “la Chiesa dovrà risolverlo”, ma “il celibato libero non è una soluzione”. “Il Signore ci ha detto: pregate. E’ questo che manca, la preghiera. E manca il lavoro con i giovani che cercano orientamento”. Un lavoro “difficile” ma “necessario” perché “i giovani lo chiedono”.
Il vescovo di origine austriaca Erwin Kraütler, attualmente responsabile della prelatura di Xingu, la più estesa del Brasile, due anni fa aveva chiesto al Papa di esaminare la questione dei viri probati. Successivamente, il vescovo Kraütler ha rilasciato un’intervista esclusiva al “Salzburger Nachrichten”, lamentando la difficoltà di recare assistenza spirituale in un territorio sconfinato di 700.000 fedeli e 800 comunità con soli 27 sacerdoti. Con una triste conseguenza. Che le comunità religiose possono celebrare l’Eucaristia solamente due o tre volte l’anno e amministrare i sacramenti fondamentali del cammino cristiano solo in occasione di queste visite.
Nel ventaglio delle possibili soluzioni il colloquio con il Papa ha toccato anche il tema spinoso dei “viri probati”, uomini di fede e virtù comprovata, autorevoli e rispettati all’interno di una determinata comunità. Vedovi o sposati con figli adulti, in grado di provvedere autonomamente al proprio mantenimento, potrebbero essere “ordinati preti” in tempi relativamente brevi. Per gli sposati, poi, il consenso della moglie sarebbe un’altra conditio sine qua non. I “viri probati” verrebbero dapprima chiamati ad un ministero circoscritto, pastori di piccole porzioni di comunità, ma in un futuro, se l’esperienza si rivelasse all’altezza delle necessità come sperano i suoi propugnatori, il campo d’azione potrebbe estendersi come le loro stesse responsabilità.
Un cavallo di troia verso l’abolizione del celibato? No, una sollecitudine pastorale nei confronti di popolazioni distribuite in vasti territori che non hanno praticamente accesso ai sacramenti della Chiesa o possono riceverli occasionalmente nell’arco della loro esistenza.
“Il dibattito – scrive il sito Terre d’America – è antico e coinvolge anche altre voci eminenti, tra cui quella del cardinale Claudio Hummes, arcivescovo emerito di San Paolo che nonostante gli 80 anni compiuti è quanto mai attivo nella sua qualità di Vicario episcopale della regione amazzonica, una delle aree più carenti di sacerdoti. In qualità di Prefetto della Congregazione per il Clero Hummes aveva portato avanti la discussione sui “viri probati”, ma con scarsi risultati. Già nel 2006 aveva dichiarato a un giornale brasiliano che “il celibato è una disciplina, non un dogma della Chiesa. […] Sappiamo per certo che molti degli apostoli erano sposati. La chiesa moderna deve tener conto di questo aspetto se vorrà essere al passo con la storia”.
Proprio la vicinanza tra Papa Francesco e il cardinale Hummes – uno dei grandi elettori dell’ultimo conclave, voluto da Bergoglio accanto a sé il giorno dell’elezione sulla Loggia delle Benedizioni – potrebbe garantire una svolta a quella che sicuramente risulta essere una vexata quaestio. Non va neppure dimenticato quanto il Pontefice sia sensibile ai dibattiti di natura pastorale. Lui stesso in pubblico aveva parlato del “modello Messico” in riferimento ai più di 300 i diaconi che in Chiapas collaborano nelle pratiche di assistenza spirituale, con l’unico vincolo di non poter celebrare la messa la domenica con i fedeli. Questi diaconi sposati, che hanno già ricevuto una prima consacrazione, potrebbero essere chiamati al sacerdozio attraverso una sorta di “aggiornamento” della consacrazione.
ARTICOLO ORIGINALE DI DON GIANNI
Articolo originale di don Gianni, pubblicato il 20 marzo scorso e che ha registrato una reazione spontanea e appassionata di alcuni di noi.
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