
PRETI SPOSATI : Come la pensa la Francesca, Kikka per todos…
Foto Izzy Gerosa
Come la pensa Francesca Silli, Kikka per tutti
Ho letto con molta attenzione le tue prime riflessioni sul tema rilanciato da Papa Francesco e ti confesserò che nella vita è un argomento su cui mi è capitato varie volte di fare delle riflessioni anche e forse per l’esperienza vissuta a Beyrouth con Giovanni Piovesan: ero molto giovane allora e mi fu di grande aiuto Don Doveri, per “tacere” “capire” “metabolizzare” e “aiutare” Giovanni.
Nel periodo che passò in Canada dal fratello a riflettere sulla sua scelta definitiva ci siamo scambiati parecchie lunghe lettere, quindi posso dire di aver vissuto in diretta un grande dilemma, che non era assolutamente un capriccio ma un bivio obbligato e mi son chiesta se realmente esistesse il bivio o l’incompatibilità tra le due “missioni”.
Io forse sono “mal placée” per esprimere un giudizio: sognavo il principe azzurro sul cavallo bianco ma evidentemente o il principe non è passato o forse ho sbagliato qualcosa io, tuttavia ho 2 figli con tanti difetti ma anche tanti pregi, moralmente sani, che ho cresciuto da sola, credo di esser stata una buona mamma e di esserlo ancora, e di conoscere molto bene il significato di “famiglia”, la tua stima mi autorizza quindi ad esprimermi.
Se mi guardo intorno ho una pessima opinione di molti, troppi matrimoni in cui la facciata è salva, ma dietro le quinte c’è la melma quindi prima ancora di pensare al tema in questione bisognerebbe poter rimettere dei birilli a posto e ridare il vero valore al matrimonio.
Personalmente che un sacerdote possa essere sposato non la considero assolutamente una negatività o qualche cosa che Nostro Signore non condividerebbe, esser un buon padre di famiglia e un buon “padre” Don non è incompatibile, anzi potrebbe essere molto positivo.
È chiaro che nelle scelte di vita, le idee devono esser chiarissime, gli impegni che si assumono anche.
Dire Ti Amo ci si mette mezzo secondo….dimostrarlo una vita! Forse per questo motivo il “ti amo” mi ha sempre intimorito: passato il momento delle farfalle nello stomaco comincia il lungo puzzle dei veri sentimenti….e qui troppo spesso casca l’asino!
La vita di un sacerdote comporta una dedizione, attenzione, amore che abbraccia una comunità molto grande: vuol dire aver la mente libera, la serenità, la disponibilità, il desiderio etc etc di dedicarsi agli “altri” ciò non significa escludere la famiglia d’origine o la potenziale famiglia da costruire ma implica uno sforzo ed una partecipazione che deve essere condivisa al 100%
Penso alle vostre mamme per esempio….davanti alla vostra scelta hanno avuto da un lato una grande gioia ma dall’altro un grande dolore: non poter vivervi nel quotidiano ad esempio, se non fossero state grandi mamme e grandi donne la vostra vita, la vostra scelta sarebbe stata credo meno serena, più difficile e anche la vostra lontananza più amara…..sbaglio???
Ma questo vale anche per fratelli, sorelle, nipoti e nipotine ovviamente in “caselle” diverse.
Un sacerdote coniugato mi andrebbe benissimo purché la moglie, i figli, la famiglia siano coscienti della sua missione, la condividano, la supportino minuto dopo minuto…per tutta la vita!
Anche un sacerdote ha bisogno credo di una tenerezza, una carezza un abbraccio dopo una lunga giornata, perché negargli questa possibilità, perché privarlo?
Non vedo problemi in quanto concerne gli eventuali spostamenti, ma forse questo mi viene dal nostro vissuto poiché leggo che il problema a quanto pare esiste comunque.
Anche questo fa parte di una scelta di vita: se sposo un diplomatico ad esempio so che sarò spesso chiamata a cambiar casa, paese etc etc.
Oggi purtroppo l’evoluzione nelle comunicazioni il famoso web che ci permette veloci contatti con il mondo e che modifica notevolmente molti comportamenti perché dietro ad uno schermo ed una tastiera accade ciò che de visu più difficilmente accadrebbe, questa evoluzione utile può diventare pericolosa o dannosa…..diciamo che lo è già diventata!
Io non mi permetto di giudicare e nemmeno di fare di tutt’erba un fascio tutt’altro, tuttavia troppo frequentemente stanno accadendo brutte cose in varie parrocchie.
Mi da molto fastidio che il popolo bue usi poi queste debacle di alcuni per catalogare in negativo molti, ma è un meccanismo dal quale non si scappa, va a braccetto con lo stereotipo mussulmano=terrorista.
Credo che si siano persi molti valori, e che il mondo sia in una grande decadenza, quindi bisognerebbe recuperare prima di tutto i VALORI la MORALE l’ONESTÁ che non hanno né colore né religione!
La Chiesa dovrà sicuramente “aprirsi” a certi cambiamenti, così come sono totalmente contro le adozioni omosessuali, per non parlare di uteri in affitto, ritengo che un Sacerdote, un buon Sacerdote con una bella e sana famiglia possa solo far riavvicinare molte pecorelle smarrite o che non hanno mai visto la via!
L’uomo ha bisogno di esser guidato anche quando non lo ammette o lo nega, per non dire critica, io credo in Dio Padre ma non mi ritengo per questo migliore di una buddista o di una mussulmana, la differenza la fa l’uomo in ciò che trasmette/ insegna, nel modo in cui guida il suo piccolo grande esercito ecco perché ritengo che la Chiesa, quella di Roma, quella di Papa Francesco molto possano fare ma “aggiornando” e “attualizzando” alcune realtà che non possono esser negate.
Una appunto potrebbe essere il tema in oggetto, senza bigottismi però per carità! Non facciamo che se mai accadesse la moglie del Don dovrà esser possibilmente brutta, grassa, vestita con il gonnellone e che ogni 2 parole si fa il segno della Croce….facciamo che sia intelligente, generosa, sensibile, molto mamma e perché no, bellissima!
In attesa di leggere altre riflessioni, chiedendo scusa per le mie molto “de core e de panza”, un abbraccio a tutti…
Kikka
ARTICOLO ORIGINALE DI DON GIANNI
Articolo originale di don Gianni, pubblicato il 20 marzo scorso e che ha registrato una reazione spontanea e appassionata di alcuni di noi.

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