Le Voci del Golfo Persico : Inverno 1976-1977
Foto tratta dall’opuscolo
Il testo è stato stampato su una macchina da scrivere d’epoca e poi ciclostilato e quindi abbiate pazienza, talvolta la grana della carta non ha resistito del tutto all’andar degli anni passati…
Qui di seguito vi abbiamo inserito le pagine 5, 6 ed un pezzo della 7 del famoso giornalino ritrovato da Mario Prosdocimo, sempre nei famosi cassetti in soffitta.
Il testo completo con tutte le immagini, lo abbiamo inserito a fondo pagina in formato PDF, testo che potete scaricare per una lettura migliore sullo schermo o anche per stamparlo per averne una copia.
Come già spiegato, questo è l’ultimo numero de “Le voci del Golfo Persico“, notiziario che don Zannini scriveva ed inviava a tutti gli italiani residenti o soggiornanti in Persia, in particolar modo ai dipendenti ENI, una specie di resoconto di quanto Don Francesco andava facendo instancabilmente nel periodo di Natale-Pasqua ’77 (poco prima della sua morte).
Per non essere da meno, il suddetto “bollettino” è anche ricco di informazioni storico-archeologiche nonché di riferimenti ai sacerdoti Salesiani che don Zannini aveva allora incontrato e ce ne sono molti dei tempi nostri…
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Il 4 dicembre mi trovavo a Bandar Abbas per celebrare cola’ la festa di Santa Barbara. E’ la festa tradizionale dell’artiglieria, dei minatori, dei pompieri, degli architetti, degli ingegneri, dei costruttori, perciò si può immaginare come, con tante rappresentanze di questi vari Ordini fu solennizzata laggiù.
L’altare eretto su una larga piattaforma coperta di moquette era sostenuto da due potenti gru’ : sopra l’altare, sospesa a circa 10 metri, dominava una gran croce, sotto la quale pendeva il quadro di Santa Barbara di Palma il Vecchio, che si venera a Venezia nella Chiesa di Santa Maria Formosa.
Ai presenti venne distribuito il messalino per seguire la sacra Liturgia, e la preghiera alla Santa che recitammo tutti assieme alla fine della Messa.
Schierati in campo d’innanzi all’altare erano i circa 600 Italiani che componevano per il momento il personale addetto ai vari lavori. In mattinata, poi, erano arrivate dall’Italia varie rappresentanze. Ho raccolto i nomi dell’Ing. Possenti di Roma, il Project Manager di tutto il vasto complesso di Bandar Abbas, il Prof. Corbi, Presidente del Gruppo Condotte, il Cav.Calabrese, delle Officine Calabrese, l’Ing. Paolella della Dragomar, il Dott. Ruggeri, amministratore generale del Gruppo Condotte, l’Ing. Caffari e Signora, il Dott. De Caro, amministratore della Ital Constructions di Tehran, il Dott. Rosi, progettista capo della Bonifica, la Sig.ra Fontemaggi, giornalista, il Dott. Decaroli, il Ministro Saffari, il Sig. Bonakdar, il Sig. Sadighi della Port Shipping Organization, e Signora, il Sig. Heyning, della Direzione Lavori Nedeco, e Signora, la Sig.na Moni, segretaria, e altri.
Ad onorare l’assemblea arrivavano pure da Tehran S.E. l’Ambasciatore d’Italia Cottafavi e gentil Signora.
Il sacro rito ebbe luogo sotto un cielo ancor cocente, dato che l’ora era avanzata. Durante l’omelia, dopo aver esposto brevemente cio’ che le varie tradizioni ci dicono della Santa, invocai su tutti la sua protezione per il buon esito dei lavori che il genio italiano è venuto a portare in questo nobile Paese.
Nel nuovo ambiente della Mensa, pavesata a festa, i noti cuochi della Ligabue, diretti dal Maestro Umberto Bastia, servirono un pranzo degno di un re : dal caviale allo spumante tutti coronarono nella gioia comune la celebre giornata. Al self-service, aperto ad oltre 600 convitati, ognuno si servì liberamente di ben 40 specialità che arricchivano le tavole. E canti di gioia si elevarono nostalgici in vari punti, rievocanti la Patria e i cari lontani.
Mi fermai a Bandar Abbas alcuni giorni, anche per il fatto che il giorno 8, festa dell’Immacolata, si doveva aprire ufficialmente la Scuola con i primi allievi, al presente solo trenta, sotto la guida del Prof. Arrigoni e varie maestre.
Il giorno 7 con Padre Arcangelo Mazza,Francescano, cappellano dei vari gruppi di lingua inglese di Bandar Abbas, feci una visita a bordo dell’Arethusa, una delle due draghe che lavorano per la costruzione del nuovo porto. Avevo capito che desideravano una S.Messa a bordo, ma cio’ non fu possibile dato che tutti erano troppo impegnati nel lavoro. Le draghe, infatti, lavorano notte e giorno e i turni sono di 12 ore consecutive. Si era al cambio del turno di notte, quindi si puo’ immaginare come il gruppo che scendeva a terra fosse stanco.
Ebbi tuttavia la bella occasione di conoscere il personale dell’Arethusa : il Com.te Ciano Trevisan, di Mira (Venezia); il Direttore di macchina Cacciador Andrea; i Manovratori Patron Angelo di Oriago, Mancini Domenico, De Cesari Luigi, Barcaroli Lino; i Com.ti delle bettoline Castorina Salvatore e Pagliaron Salvatore; i Motoristi Carabino Salvatore, Zucchetti Luigi e De Gennaro Angelo; i Marinai Strano Francesco, Astemio Bruno, Settepani, Ciriaco Giancarlo, Carriati Gaetano, Farnese Vincenzo, Spinali Vincenzo, Zarra Nicolo’, Acciari Mario, Re Vittorio.
In questa visita ci accompagna il simpatico Mussin di Portogruaro (Venezia) che in quei giorni doveva recarsi in famiglia per passare il Santo Natale.
Il giorno 8 si apri’ ufficialmente la Scuola con la celebrazione della Santa Messa in onore dell’Immacolata Concezione. Il nove ci fu la Messa di Suffragio per la nonna della Signora Guerra. Due giorni prima la signora aveva telefonato in Italia per avere notizie della mamma che era ammalata : la mamma si andava rimettendo, però la nonna, che tanto amava, era andata al premio eterno.
Ed il giorno 10 ripartivo per Tehran, questa volta dopo aver dato l’addio a tutti quei cari amici per i quali, mesi fa, ero stato assegnato come cappellano. Vi sarei dovuto andare laggiù permanentemente dopo qualche mese, ma le cose si svolsero altrimenti.
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Qui sotto, il link per il “giornalino” di don Zannini, in formato PDF, completo di tutti i testi e delle foto/disegni d’epoca, una rarità fra le vestigi di un tempo che fu…
CI HANNO SCRITTO