Una Festa e un Brindisi…
Il testo qui di seguito ce lo ha inviato “indirettamente” il Daneluzzi Sergio, lo abbiamo difatti trovato come risposta alla pubblicazione del testo di Mario sulla nostra pagina Facebook.
Vi ricordo che siete tutti invitati ad aggiungere il vostro nome alla pagina SSB su Facebook, più siamo e più ci divertiamo, parola di webmaster…
Condivido gran parte di quanto scrive Mario, a parte le conclusioni e alcuni presupposti impliciti sul ruolo della donna. Personalmente trovo insopportabile la festa della donna, perché si tratta veramente dell’apoteosi del politicamente corretto e del finto.
Se le donne sono sicuramente state oggetto di discriminazione e lo sono ancora in tante parti del mondo, questo non significa in alcun modo che siano migliori o “più buone” degli uomini. Ci sono donne meravigliose e uomini meravigliosi, ci sono uomini che non valgono nulla e donne che non valgono nulla…
E tutti i gradi intermedi. Le donne sanno essere violente e dominanti quanto gli uomini, anche se, come scrive Mario, si tratta di un diverso tipo di violenza, molto più sottile e difficile da descrivere.
L’ avere attribuito al “femminile” una valenza unicamente positiva nel discorso pubblico degli ultimi decenni ha portato progressivamente a un depotenziamento del “maschile”, che sta provocando anche i danni che Mario descrive: nell’istruzione, nella società, eccetera…
La prevalenza assoluta del “materno”, con tutto ciò che questo significa anche a livello psicologico, è assolutamente negativa. Un tempo, in un paese come il nostro, un ragazzo poteva provare a uscire dal “materno” in parte attraverso quella piccola esperienza di iniziazione maschile – e in quanto tale molto temuta – che era il servizio di leva.
Ora non c’è più neppure quello e i valori e gli approcci femminili (inadatti a formare il carattere degli uomini), sono assolutamente prevalenti.
Senza la presenza di un maschile forte e realizzato, anche il femminile degenera, perché l’uno è necessario all’altro, come il cielo è necessario alla terra, l’acqua al fuoco, yin a yang, eccetera.
Nessuno dei due principi opposti deve prevalere. Quindi è vero che le cose sono un poco guaste. La festa della donna richiama in qualche modo anche tutto questo.
Ma naturalmente, se è bene che ci siano un maschile e un femminile “forti”, questo non vuol dire che le donne debbano essere solo spose, madri ed educatrici dei figli.
Se a una donna piace giocare a calcio e corteggiare altre donne, o a un uomo disegnare abiti femminili e frequentare giovani tatuati, va bene così: purché non si pensi di estendere a modello normativo o peggio a “moda” generalizzata queste esperienze in sé legittime, come talvolta pare accada di questi tempi.
In sostanza dovrebbe essere tutti i giorni la festa delle donne e degli uomini che riescono a realizzarsi in quanto tali, cosa che è sempre stata difficile e faticosa, fin dalla notte dei tempi, e che è ancor più difficile e faticosa nell’epoca della festa della donna.
Chi ci riesce ha ben diritto a una festa e a un brindisi….
CI HANNO SCRITTO