Messaggio di Natale 2022 – Capodanno 2023, da Betlemme
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Carissimi tutti, scusatemi il ritardo, come potete immaginare, qui a Betlemme sono giornate «particolari».
Dal Vangelo secondo Luca: 2, 8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bimbo avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bimbo, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bimbo era stato detto loro. 18Tutti quelli che udirono si stupivano delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
GLORIA è una delle parole chiavi di questo racconto, compare all’inizio al centro e alla fine.
Anzitutto è Dio che glorifica i pastori, avvolgendoli con la luce e lo splendore della sua grazia. L’iniziativa viene da Lui, che ha glorificato la nostra umanità, assumendola nel seno della Vergine Madre, per renderla partecipe della sua divinità. Questa misteriosa realtà si estende a tutti i battezzati, anche a noi: nel giorno della nostra “natività” siamo stati avvolti dalla santità di Dio; quella veste candida che abbiamo ricevuto ne è un segno …, e ci ricorda che siamo chiamati a vivere sempre “a lode e gloria della Sua grazia”.
Al centro dell’episodio evangelico, la Gloria di Dio è cantata dalla moltitudine degli angeli, che sono le creature più perfette e perciò capiscono la grandezza dell’azione divina meglio di noi. In cielo essi glorificano incessantemente la santità di Dio, la sua grazia e gloria … Nella notte luminosa di Betlemme essi l’annunciano anche a noi, e ci invitano a prendere parte al loro canto.
I pastori, infatti, al termine del racconto, diventano anch’essi “angeli = messaggeri”, della Gloria di Dio, trasmettendo a tutti il gioioso annuncio (”vangelo”) del Dio bimbo nato per noi.
Una diecina di anni fa ho avuto la fortuna di accompagnare in pellegrinaggio il maestro Claudio Scimone e i suoi “Solisti Veneti”, che erano venuti a tenere il concerto di Natale a Betlemme e Gerusalemme. Da allora ascolto spesso il “Gloria” di Vivaldi da essi registrato nella basilica di san Marco a Venezia. Il primo movimento, “Gloria in excelsis Deo”, è una squillante esplosione di suoni e voci: gli strumenti a fiato e i cantori fanno a gara per esaltare la grandezza e potenza della santità di Dio. Il timbro e la tonalità sono quelli di vittoria, trionfo, esaltazione.
Il secondo movimento, “Et in terra pax hominibus bonae voluntatis”, è completamente diverso Vivaldi, prete liturgista e artista, lo interpreta come una supplica accorata che i quattro cori riprendono uno dopo l’altro, intrecciandosi con voci sommesse, accompagnate da strumenti a corde, nella tonalità minore, in un legato che si spegne con un delicato sussurro finale … È l’umanità dolente, ferita, ma fiduciosa, che non conosce pace e la implora come grazia da Colui che solo può donargliela.
Per me, queste suggestioni vivaldiane trovano risonanze immediate nella situazione della nostra povera umanità del 2022 in cammino discendente verso il 2023, sia qui in Terra Santa e nel Medio Oriente, sia in Europa, Africa e Asia … Per fortuna che il testo biblico originale non fa riferimento a “gli uomini di buona volontà” (forse troppo pochi e timidi), ma a “gli uomini amati da Dio” e cioè a tutti, perché Dio ci ama tutti, senza eccezione, senza se … né ma…
Ed è questa la buona novella del Natale! Auguri, un affettuoso fraterno abbraccio a tutti, e l’assicurazione di un ricordo orante nella Grotta di Betlemme dove celebrerò la Messa il pomeriggio del 25.
Don Gianni
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