Visa pour l’Image :: 2025

da | 06/09/2025 | MANIFESTAZIONI | 0 commenti

Visa pour l’Image – Perpignan

Sempre un gran momento questo chiamiamolo Festival, un sacco di immagini che lasciano il segno e che fanno riflettere, purtroppo sempre ed ancora…

Non sono riuscito a starne fuori, troppa carne al fuoco, come diceva sempre mio nonno a suo tempo, tanta gente fuori e dentro e quasi tutti con il naso per aria per “assaporare” la foto o leggere la leggenda sotto la foto stessa. Il Festival « Visa pour l’image :: 2025 » é appena iniziato che si fa fatica ad entrare senza pestare i piedi a qualcuno, un susseguirsi di foto alcune sorprendenti, altre impressionanti ma tutte che mi creano molti grattacapi e che non sembrano essere differenti dagli altri anni. Ormai l’avete capito tutti ma sono molto sensibile a certe situazioni, certe foto come anche certe sequenze di vita vissuta, di povertà in un mondo ultra ricco e di guerre a destra e a sinistra in tempi di pace, no kidding …

Sono riuscito a vedere le foto che sono rinchiuse nella Chiesa dei Domenicani come anche nel Couvent des Minimes (sconsacrati e diventati una grande sala per avvenimenti culturali & CO sia l’ex Chiesa che il Convento, n.d.l.r.), foto della situazione di quei poveri disgraziati in Ucraina che non vogliono assolutamente vivere in un altro posto che a casa loro : case distrutte, senza tetto, con una sola stanza ancora in piedi e che fa da “entrata – soggiorno – sala da pranzo – cucina – camera da letto – cesso – sala da bagno”, un macello nel macello di ogni giorno, situazione alquanto distante da dove sto scrivendo queste righe. Le foto sono di una tristezza e desolazione che lasciano di stucco, non ho veramente parole che possano spiegare quello che ho provato guardando le foto, ma c’é sempre una quasi via d’uscita mentale. In pratica tutte le foto stanno a dimostrare che non ha importanza “dove e quando”, il più importante é e resta il “come” ! Cioè come vivere in una casa in pratica distrutta, con un pezzo simbolico di giardino da coltivare mentre il resto del giardino non lo si può più toccare con ancora una marea di mine personali da impedire a tutti di poter soltanto calpestare il terreno. Mine che sono state bandite a suo tempo e che diventano il più grande ostacolo per una qualsiasi ricostruzione !

Appena terminato il “rullino” della situazione in Ucraina, mi sono incanalato per vedere le foto a proposito della situazione in Kashmir, situazione più che particolare e anche se non se ne parla più di tanto, la realtà ai giorni nostri é a migliaia di chilometri da una qualsiasi “stretta di mano” anzichenò !! La regione ha un’enorme importanza strategica sia per l’India che per il Pakistan. Per l’India, il Kashmir rappresenta un simbolo della sua democrazia laica e dell’integrità territoriale. La perdita di controllo della regione avrebbe notevoli implicazioni per la sua identità nazionale e potrebbe incoraggiare i movimenti separatisti altrove. Il Pakistan considera il Kashmir come un programma di partizione incompiuto, sostenendo che la popolazione per lo più musulmana dovrebbe avere il diritto all’autodeterminazione. Il controllo del Kashmir ha anche implicazioni per le risorse idriche, poiché la regione è la sorgente di diversi grandi fiumi che scorrono in Pakistan.
Per essere più precisi, dal 1989 oltre 47.000 persone sono purtroppo decedute, tra cui civili, attivisti e forze di sicurezza, mentre il numero di forze di sicurezza dispiegate nella regione variano da 500.000 a 700.000, con decine di migliaia di pandit del Kashmir (induisti) che sono stati sfollati dalla regione a causa del conflitto. Le foto sono semplicemente impressionanti e hai avuto qualche problema a guardarle tutte, troppo dura !!

Ma poi é andata ancora peggio, foto scattate qualche anno fa sopratutto negli Stati Uniti dove chi ha qualche soldo se ne va al più presto. Tanta miseria che le parole di Trump non riescono neanche a coprire, un susseguirsi di immagini che rappresentano tutte una situazione, un attimo di vita di ragazzini, di genitori e figli che non vivono come tutti noi, come tanti di noi, come gli altri. Non ho proprio parole !

Intervista Richards

In una intervista al giornale locale “L’Indépendant” come anche attraverso l’esposizione che presenta al Convento dei Minimi di Perpignan, il foto-giornalista originario di Boston Eugene Richards, con 56 anni di carriera alle spalle, mette in luce tutti quelli che sono stati dimenticati del sogno americano. Allerta sui pericoli che secondo lui l’amministrazione Trump fa pesare sui diritti delle donne e delle minoranze. Intervista che vi lascio scoprire cliccando qui a sinistra, ne vale veramente la pena !!
Tanti sono i fotografi di cui sono riuscito a guardare ed assaggiare le foto, tutte particolarmente cariche di una sensibilità a fior di pelo, come si dice da queste parti. Se riuscite a venire qui a Perpignan per scoprire le foto della Mostra di quest’anno fatemelo sapere e ci mettiamo tutti insieme e facciamo un casotto come ai tempi di allora, in quel di Beirut…

Guardate le foto di alcuni dei fotografi di cui sono riuscito a scoprire le loro foto e poi fatemi sapere che cosa ne pensate : aspetto la vostra, la mia l’ho anche scritta…

Le foto qui di seguito sono semplicemente quelle che sono uscite più o meno “normali” dopo aver lavorato come un cretino per raddrizzarle, tagliarle e stamparle con un risultato abbastanza potabile. Abbiate pazienza ma tra la gente che mi si piazzava davanti, fra quelli che leggevano ad un centimentro dal naso le didascalie, fra quelli che vagavano fra un gruppo di foto ed un altro, vi lascio immaginare le posizioni del vostro fotografo inviato speciale e webmaster i giorni dispari… Grazie per la vostra amicizia ed indulgenza…

Le tre foto con i nomi dei fotografi sono l’inizio delle foto di ciascuno di loro !

Diego

Er Webmaster..., SSB