Padre e figlio, stesso soggetto e stesso problema

Un altro tassello della esistenza di tanti di noi, cosa fare e come farlo per poter assecondare una generazione che ci sta spingendo più in là del solito !!

da | 03/09/2025 | CONCETTI E PERCEZIONI | 0 commenti

© Foto originale dal WEB

Cerco di essere il più coerente possibile, con me stesso e anche attraverso la mia maniera di vedere o “leggere” certe situazioni, come cerco anche di capire in quale strato della vita di tutti i giorni mi sto considerando come padre dei miei figli ma anche come figlio del genitore ancora di questo mondo alla bella età di 98 anni!

Come tanti su questa terra mi sono sposato molto presto, non avevo ancora 22 anni quando davanti al sacerdote ho pronunciato parole di « responsabilità », di « mantenere le promesse », di « impegno specifico », un susseguirsi di parole più che importanti ma che per un “ragazzo” di poco più che i « pantaloni corti » sono entrate da una parte del cervello e sono uscite dall’altra parte in un battileno che più battileno di così…

Quando mi sono « svegliato » qualche anno dopo, mi sono accorto che forse sarebbe stato meglio aspettare ancora un po’ prima del fatidico “SI”, una multitudine di immagini mentali che si sono sovrapposte e che hanno determinato la persona che sono diventato, errori e “imbarazzo” inclusi!

La vita e l’ex moglie mi hanno regalato due pargoli straordinari e di cui sono molto fiero, mia figlia Lara ha già superato la cinquantina mentre mio figlio Yuri ci é oramai quasi vicino e sono sopratutto i miei più grandi amici, tutti e due con la testa a posto, grazie al cielo, con una grande voglia di rendere la loro vita più che straordinaria, attraverso il loro lavoro ma anche e sopratutto attraverso la loro maniera di prestare attenzione ad un quotidiano che talvolta non é semplice per niente e per nessuno. Sono più che fortunato e devo dire e ammettere che non é del tutto merito mio, anzi…

Ma per arrivare a questi risultati bisogna anche precisare che ci sono voluti anni e poi anni di lavoro da parte di tutte e tutti dopo la fine della Seconda Guerra, per arrivare a questi livelli dei giorni nostri. C’era poco da scherzare a casa, inizi anni ’50,  la mamma era una donna che aveva attraversato il periodo della guerra con poco o niente, la sua era una famiglia di dieci pargoli ( si fa per dire…) con molto spesso la sola “polenta” in tavola e con una fame da lupo permanente mentre papà é figlio unico di nonno Antonio e di nonna Palmira, un generale con la sottana che faceva girare mezzo quartiere di Voltabarozzo anche quando dormiva!!!

Forse non tutti se lo ricorderanno, ma avevamo il camion del pesce che arrivava sotto casa, con un suono di trombetta particolare, c’era il camion della frutta e della verdura come anche un arrotino che veniva assalito dalle mamme che avevano i coltelli che non tagliavano quasi più.
Mamma ha dovuto incominciare a lavorare quasi subito dopo le elementari, anche perché suo papà, pure mio nonno materno, é purtroppo deceduto nel corso del 1949, lasciando mia nonna Maria, cinque figli maschi e cinque figlie femmine in “braghe di tela”, cioè senza tante possibilità di fare baldoria spesso anzi più che no! Mia nonna Maria si é rimboccata le maniche e tutti quelli che potevano andare a lavorare sono difatti partiti con la bicicletta ogni mattina, chi come idraulico, chi come venditore di acqua e birra, chi come mia mamma a “filare” la lana insieme ad altre due sorelle in un grande consorzio di confezioni. Non ha quasi mai comprato un abito o una camicetta oppure una gonna, tutto fatto in casa, roba da non crederci ai giorni nostri !!!

Papà Enzo é stato per tanti anni un personaggio che appariva sui giornali spesso e volentieri, ha incontrato Capi di Stato e personaggi molto importanti in quei tempi, come Papa Paolo VI o anche Yasser Arafat, addirittura una foto con Nelson Mandela per via di un incontro con i rappresentanti della tutta nuova Repubblica del Sud Africa poco dopo la liberazione di Mandela stesso. A Beirut, avevamo in casa a pranzo talvolta dei Ministri italiani dell’epoca nonchè dei personaggi particolari, come vari delegati dell’Ambasciata USA in Libano, per fortuna che si parlava tutti in francese. La sua vita, sia lavorativa che con le pantofole in casa, girava sempre e soltanto attraverso la sua attività, dovrei dire forse che il suo lavoro era sempre in cima alla lista delle cose da fare o meno.

Non ho quasi mai assaporato il papà come un “papà”, aveva sempre da fare, da leggere, da scrivere, da analizzare, da sottoporre e da discutere. Non so se ve lo ricordate ma ai miei tempi i vari papà che lavoravano, tornavano a casa per il pranzo con il giornale radio sempre in onda ma nel mio caso specifico nessuno doveva fiatare durante l’edizione del giornale radio stesso !!
All’epoca la televisione erano in pochi ad averla e in ogni caso l’unico canale che trasmetteva qualcosa incominciava ad emettere soltanto al tardo pomeriggio, no non sto scherzando… Ma eravamo molto poco di fronte alla televisione che in quegli anni era quadrata e abbastanza ingombrante, niente a che vedere con i fogli di “giornali” attuali che irradiano programmi televisivi 24/7 !!

Quindi sia ad Aosta dove abbialmo abitato per 7 anni e poi a Pavia per un paio, prima di “atterrare” a Beirut, mio fratello ed il vostro servitore si giocava per ore intere quasi ogni pomeriggio prima di fare i compiti con praticamente tutti i ragazzi del palazzo dove si abitava. Una marea di giochi di società con in cima alla pila il « Monopoli », ore dopo ore in due o tre squadre e se non finivamo nel pomeriggio, si riprendeva a giocare il giorno dopo, appena tornati da scuola, con le mamme che sbraitavano dai terrazzi per farci mangiare un boccone prima di rimetterci a contabilizzare quante case e quanti alberghi avevamo per conto della nostra squadra di “esperti” in pantaloni corti.

Probabilmente sono stato preso da una «melacolinite» super acuta e abbastanza grave, senza dubbio sto invecchiando ogni giorno che passa e mi ritrovo con il cervello riempito di ricordi e immagini varie che non sono mai scomparse, come anche giovani e meno giovani che ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere sia in Italia che in Libano come anche a Bruxelles, dove ho lavorato per un 40 anni scarsi, come anche le amicizie e conoscenza qui nel sud della Francia. Non lo so se un periodo come quello che abbiamo vissuto in tanti potrebbe ritornare ai giorni nostri, ma sono più che convinto che tutti quelli che ci leggono hanno vissuto più o meno la stessa cosa, le stesse sensazioni !! Ci mancherebbe altro …

Riuscire a dare o lasciare ai nostri figli un mondo come quello che abbiamo conosciuto forse sarà molto difficile, ma sono sicuro che i nostri figli hanno già trovato la maniera di girare la maniglia di una qualsiasi porta nel verso giusto, stanno già “nuotando” in un mare di conoscenze grazie ai vari telefonini e grazie a Internet, ci hanno già lasciati parecchio indietro con varie tecnologie che talvolta si fa fatica a capire ed a intendere.

No kidding …

AUGURI A :

CI HANNO SCRITTO