Non c’é di che…
Una marea di immagini che si sono “impacchettate” sul davanti del cervello stesso…

Conosciuta comunemente ed erroneamente con il nome di grolla (che in realtà con questo nome si designa un recipiente più alto e stretto) o anche con il nome di grolla dell’amicizia, la coppa dell’amicizia è un recipiente tipico della Val d’Aosta dotato di vari beccucci da cui è possibile bere una bevanda a base di caffè e grappa o altri liquori, che viene detta appunto caffè alla valdostana
La voglia di scrivere per restare in contatto con tutti voi é sempre tanta e tende anche ad aumentare dopo le ultime faccende personali o meno, non sto scherzando proprio anzi… Ho bisogno di parlare con qualcuno e la cosa migliore che mi é venuta in mente é scrivere qualche riga e cercare di farvi partecipi delle mie ultime circostanze personali, come anche qualsiasi episodio di vita di tutti i giorni di tanti di noi !
Non riesco a chiudere occhio per tutta la notte, mi sveglio con una marea di punti interrogativi in testa e pochissime certezze, il funerale di papà ha chiuso definitivamente un capitolo della vita di noi tre fratelli ma anche chiuso un’altra puntata della mia realtà, della mia presenza su questa terra. Guardando il feretro essere depositato al Camposanto di Waterloo, mi sono venute in mente una marea di “fotografie” della esistenza e realtà di papà, papà che faceva fatica a nuotare anche in piscina ma che sapeva intavolare discussioni interminabili con pezzi grossi della politica mondiale, papà che cercava di “riparare” qualcosa di tanto in tanto ma anche papà che scriveva discorsi per riunioni ad alto livello. Mi ricordo di papà quando eravamo ad Aosta ed in cantina organizzava “convegni” con amici e colleghi di lavoro con salame e vin brulé bevuto con la “grolla” che aveva quattro o cinque becchi da cui sorseggiare il vino caldo. Non vi dico le sbornie e le mamme che venivano a ricuperare i partecipanti alla “riunione” con il mattarello in mano, non si scherzava allora… Erano altri tempi ma era anche un papà differente, forse più vicino a noi bambini anche perchè forse aveva più tempo da dedicare alla famiglia intera.
Poi, quando la carriera stava decollando, il tempo a nostra disposizione era sempre più corto e “stretto”, si parlava di meno insieme, c’erano sempre altri problemi da risolvere e noi in famiglia ci siamo abituati anche a questo, alle sue assenze per un certo periodo di tempo, assenze dovute a viaggi sia in Italia che all’estero, sempre più viaggi, sempre più riunioni, sempre più da soli…
Se da una parte eravamo tutti orgogliosi e fieri di un papà del genere era anche vero che lo si vedeva più spesso in televisione o sui giornali, non vi sto a documentare la montagna di articoli di giornale salvaguardati da mio nonno in merito a papà, mentra mia nonna gli domandava sempre di non entrare con le scarpe addosso dato che aveva appena passato la cera sui pavimenti e si girava tutti e tutte con i pattini in casa. Roba da chiodi per gli adulti ma per noi bambini era uno spasso unico, si facevano scivolate straordinarie grazie alla cera spalmata con la famosa “lucidatrice” e la nonna era più che contenta dato che grazie alle “scivolate” la cera si spalmava più che “meglio”, penso che tanti di voi si ricorderanno della famosa cera e della famosa lucidatrice !!
Poi nel 1962 e dopo una riunione della CISL Internazionale papà viene inviato come esponente del Sindacato mondiale in quel di Beirut e dopo tre mesi di preparativi, abitavamo a Pavia in Viale Golgi 64 proprio di fronte al campo di calcio della parrocchia stessa, (campo di calcio dove si giocava ancora con il pallone di plastica, il pallone di cuoio e lacci si tirava fuori solo per partite “importanti”) siamo sbarcati a Beirut il 5 gennaio del 1963 con il cervello a pezzi per via del primo viaggio in aereo ed il fatto che non eravamo più in Italia ! Ma di questo ne abbiamo già parlato in altri articoli e non vorrei ripetermi per l’ennesima volta !
Il resto é tutto già stato pubblicato ma queste sono le reminiscenze che mi sono venute in mente appena la bara scesa in terra, come già detto non dormo più tanto bene e se scrivo queste righe é solo e soltanto per togliere dal cervello una marea di immagini che si sono “impacchettate” sul davanti del cervello stesso, lasciandomi a contemplare uno spezzone della mia e nostra vita di famiglia con il papà presente !
Vi ringrazio per avermi letto fino a qui e se avete altre idee da aggiungere siete sempre i benvenuti, se vi ricordate di papà vi prego di scrivere qualcosa, sarebbe un gran bel regalo post-mortem…
CI HANNO SCRITTO