Con gli auguri pasquali a tutte e tutti gli ex della SSB, invio un trafiletto che riassume il messaggio del presidente della Repubblica libanese ai suoi concittadini qualche giorno fa.
Un caro saluto.
don Vittorio
La sera del 12 aprile, vigilia del 50mo anniversario dell’inizio della guerra civile libanese (13 aprile 1975), il presidente della Repubblica, Joseph Aoun, in una breve allocuzione alla nazione in dialetto libanese, ha invitato i cittadini a tirare la lezione dai 15 anni dolorosi e dai 50 anni successivi, che hanno fatto sfumare sogni e speranze di due generazioni, cancellandone la vita…
La guerra ha preso fine con gli accordi di Taef (1989),con compromessi e modifiche costituzionali, ma “non sarebbe stato possibile realizzare queste riforme – si è chiesto il presidente – senza passare attraverso la guerra, le distruzioni e i combattimenti?”.
La prima lezione da tirare è che “la violenza e l’odio non risolvono in Libano nessun problema. Solo il dialogo può risolvere le nostre crisi interne e strutturali”… “il nostro paese si basa su parecchi principi, il primo dei quali è il fatto che nessuna componente può annullarne un’altra”…
Il secondo insegnamento è che le ingerenze straniere non risolvono i problemi interni. “Ogni volta che un libanese di è appoggiato su uno stato straniero contro il proprio partner nazionale, ha perso e anche i suoi partner locali hanno perso”… “Qualunque sia il prezzo di un compromesso interno, sarà sempre inferiore a quello che paghiamo rivolgendosi all’esterno”.
“Il terzo insegnamento è che noi non abbiamo nessun altro rifugio al di fuori dello Stato libanese. Che nessuno sia oppressore e che nessuno si senta oppresso. Che nessuno leda [i diritti dell’altro] e che nessuno si senta leso [nei prpri diritti]. Tutti uniti sotto una stessa bandiera, essendo tutti portatori di una stessa identità”.
CI HANNO SCRITTO