Erano quasi cento…
Non era un allievo ma é stato per parecchi anni un grande supporter della SSB, ciao papà…

© ituc-csi.org : John Vanderveken, Lech Wałęsa, Enzo Friso
Sono partito qualche giorno per andare a trovare amici, parenti ed altri membri della mia famiglia in quel di Padova senza patemi d’animo, mi sentivo con il quasi centenario ogni giorno e più delle volte sei o sette volte al giorno. Bisognava anche capirlo, oramai era da solo da quasi un paio di anni, la povera Siham era scomparsa agli inizi del 2024 e papà in pratica da qualche mese prima, viveva già da solo e non ne voleva assolutamente sentir parlare di un qualsiasi ricovero per una sistemazione definitiva con altri vecchiotti della sua stampa in una di queste case di riposo per anziani ed ultra anziani. Non voleva sentire parlare di “vecchi rimbambiti” con cui parlare o discutere, ci mancherebbe altro !! No kidding …
Sia Mario che Daniele ed il sottoscritto, tutti e tre i figli, abbiamo cercato di farlo ragionare quando voleva assolutamente vedere Pieve di Cadore un’ultima volta, eravamo arrivati alla conclusione di spendere ciascuno una settimana con lui in montagna ed in questa maniera regalargli un’ennesima puntata in quelle montagne che lui ha sempre adorato e ammirato, anche se la “messa a punto” di una “scampagnata” del genere domandava parecchie riflessioni per poter trovare una soluzione ad ogni piccolo problema di una persona di quasi 98 anni. Non abitava in centro a Pieve, bisognava camminare parecchio per arrivarci e anche se papà Friso ha sempre fatto il suo dovere, l’ultima volta che é riuscito nell’impresa stiamo parlando del 2020, cioè 5 anni fa e ce ne avanza… Poi papà si é impuntato ed ha lasciato perdere un qualsiasi soggiorno in montagna ma cercava di arginare l’età e gli acciacchi come ha potuto, sempre di petto e sempre di buona volontà.
La vita era diventata un po’ più difficile per lui dopo la scomparsa di Siham, faceva talvolta fatica ad assimilare la situazione e anche se venivano due o tre persone all giorno per verificare che fosse sempre all’erta, senza la Siham le cose erano diventate un po’ più complicate, nessuno con cui fare quattro chiacchiere più volte al giorno come anche qualcuno che ti risponda ad una qualsiasi domanda. Papà si é sempre appoggiato alla Siham che ha sempre diretto la casa ed i lavori giornalieri come un generale, ogni cosa a suo posto ed ogni posto per ogni “causa”, sempre pronta alla discussione con tutti a proposito di tutto e che non si tirava mai indietro appena c’era qualche baldoria in arrivo !!!
Ragionavamo sempre molto di politica, discussioni al telefono interminabili e appassionate, talvolta su questo o quest’altro fatto di cronaca a proposito del Trump di “servizio” come anche della situazione politica sia europea che italiana, con l’argomento Libano e Palestina in prima fila, una sequenza di epiteti a destra e a manca in merito alla situazione attuale, che non vale la pena ripetere tanto penso che abbiate già capito dove cerco di arrivare.
Beirut ed il Libano gli sono sempre mancati, non ha mai e poi mai dimenticato quei pochi anni di permanenza a Beirut, la scuola, don Doveri di cui parlava sempre con molto affetto e passione, don Risatti ed i capelli al vento e don Moroni, uno di primi direttori che abbiamo conosciuto, gli era sempre stato molto simpatico ed aveva avuto una gran bella relazione con don Moroni.
Si ricordava molto di don Scudu che aveva visto giocare a calcio sul famoso campo di “erba sabbiosa” più volte e si era sempre ricordato quello scatto impressionante che solo don Scudu possedeva, lasciando i vari avversari con la “sabbia” in mano, poco da scherzare…
Eravamo poi sbarcati un anno ad El Houssoun e gli era piaciuto parecchio come anche a tutti noi, restava volentieri fino alla fine di ogni “sceneggiata” che per qualche anno abbiamo preparato insieme ai vari chierici e sacerdoti di casa ad El Houssoun appunto. Gli piacevano moltissimo i vari tornei di basket, di bocce, le commedie (poco straordinarie a dir la verità, ndlr.) che si mettevano in “piedi” durante il periodo estivo, con la Santa Messa all’aperto e aveva fatto conoscenza anche con il famoso Abuna, con cui scambiava talvolta qualche frase. Insomma il Libano gli era rimasto in testa dalla prima all’ultima nota dell’inno nazionale, ne parlava sempre e ci passavamo qualche minuto al telefono appunto.
Mi dispiace non aver potuto raggiungerlo prima, ci sentivamo al telefono ogni mattina anche quando era stato ricoverato solo qualche giorno fa e l’ultima mattina quando il telefono non ha suonato avevo purtroppo capito, un sasso nello stomaco che non vi dico, un sentimento di tristezza che faccio fatica a mettere a fuoco.
Parto fra qualche giorno per il funerale, con la famiglia dislocata in tante parti del mondo abbiamo dovuto trovare una data che andasse bene per tutti ed é per questo che il funerale verrà celebrato il sabato 11 ottobre, quando anche quelli che abitano distanti saranno presenti alle ultime cerimonie.
Vorrei ringraziarvi tutti personalmente anche se sarà difficilissimo, ho ricevuto tutte le vostre testimonianze e mi auguro un giorno poter esprimere con parole o con altro, il mio sentimento di gratitudine verso tanti di voi cha mi hanno lasciato una riga scritta su Facebook o per mail, un esempio come un altro della nostra scuola, con la S maiuscola…
In ogni caso vi ho inserito qui di seguito un link dove si spiega in lungo ed in largo chi é stato papà Friso per tanti anni, ve lo consiglio !
Cliccare sul Link :
https://www.ituc-csi.org/enzo-friso
Carissimo Diego, grazie per questo ritratto di tuo papà, che hai delineato su vari “registri”: familiare, salesiano, istituzionale… Dei primi due ci avevi già parlato tempo fa, raccontando i tuoi anni a Beirut. Qui ci offri un supplemento. Fa piacere leggere che tuo papà portava impresse nella mente e nel cuore persone care della nostra scuola e ne parlava volentieri. Insomma: anche lui, uno del nostro “cortile virtuale”.
Nuovo (per me) l’aspetto istituzionale: è stato un protagonista del movimento sindacale, che ha dato un contributo duraturo, riconosciuto a livello internazionale. La foto che posti dice molto più di tante parole! Puoi essere fiero di lui, carissimo Diego. Capisco che per te è stato un modello, una fonte di ispirazione, e continuerà ad esserlo, al dilà del distacco.
Ciao caro Diego in questo momento così triste ti sono vicino un abbraccione enorme amico caro