Conseguenze drammatiche per il prossimo futuro

Photo by Juliane Liebermann on Unsplash
Alla vigilia di un momento particolare come quello della Pasqua, don Vittorio ci ha regalato una “omelia” a dir poco da sacerdote ma sopratutto da essere umano, una cognizione e sapienza della situazione libano-libanese che va oltre un qualsiasi quotidiano ed una speranza per una società migliore dopo questo virus della malora che ne sta combinando di brutte e di crude.
Vorrei, a nome di tutti, ringraziare don Vittorio per la sua calma e sagacia, ne abbiamo bisogno sopratutto in questi giorni…
Caro Diego, e amici tutti della SSB, in questo clima di pandemia che sta raggiungendo ogni angolo della terra, minacciando chiunque, in Libano, almeno per ora, la situazione è sopportabile, pur con un lieve aumento giornaliero dei contagi.
Da una parte il governo ha preso misure rigorose come chiusura di scuole e università da oltre un mese, chiusura di chiese e moschee e degli esercizi commerciali non essenziali da alcune settimane, chiusura di aeroporto, porti e frontiere terrestri, coprifuoco notturno dalle 19 alle 5 del mattino, circolazione stradale a giorni alterni con sospensione totale la domenica dalla settimana scorsa, ecc., con prospettiva del prolungamento fino a fine aprile, dall’altra l’indisciplina dei libanesi e la loro difficile rinuncia a manifestazioni di vita sociale rendono a volte ambigua la situazione.
Per di più, il governo ha finalmente accolto la richiesta di migliaia di studenti all’estero ed emigrati, mandando gli aerei della MEA in vari paesi di Africa e Europa per rimpatriarli, con biglietto aereo a tariffa per lo meno doppia per voli che partono vuoti e ritornano mezzi pieni per ovvi motivi di distanziazione tra i passeggeri…
Con tutte le precauzioni del caso, stanno arrivando in Libano persone colpite dal virus, per cui i passeggeri all’arrivo vengono o ricoverati o messi in quarantena in albergo, ma sempre a loro spese, rendendo l’inziativa, pur lodevole,costosa e problematica. Altri voli sono previsti nei prossimi giorni, ma il governo si rende pure conto di dover procedere a una seria valutazione per non interodurre nel paese una bomba a scoppio ritardato.
Inoltre la crisi del coronavirus si sovrappone alla crisi socio-economica sempre più acuta, insopportabile e inimmaginabile per una paese come il Libano. Lo stato ha ormai uffcializzato il proprio default e moltiplica le richieste di aiuto, ma si sente sempre rispondere: basta parole, vogliamo fatti concreti, cioè riforme reali e credibili che stentano ad arrivare per i soliti tira e molla politici e confessionali.
Anche il sistema bancario, di cui il Libano andava fiero, sta crollando. E crescono coloro che dicono apertamente: morire di fame o di coronavirus è lo stesso, violando ostentatamente le regole di reclusione per guadagnarsi il pane quotidiano.
Alcune considerazioni, a parte la specifica situazione libanese.
Questa pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo intero, dovrebbe far aprire gli occhi a una umanità che stava vivendo nel delirio di onnipotenza per le sue ricchezze, le sue conquiste tecnologiche e spaziali, le armi nucleari ecc. E’ bastato un piccolissimo virus, un nemico invisibile, ma potente e letale, per mettere in crisi il mondo intero con conseguenze drammatiche per il prossimo futuro. Ci si è trovati completamente impreparati e disarmati, nonostante il progresso in tutti i campi.
Che lezione se ne trarrà?
Mi pare impossibile che il mondo ritorni come prima; individui e collettività dovranno fare una serio esame di coscienza e orientarsi decisamente verso uno sviluppo più sostenibile e un nuovo stile di vita.
Sì al ritorno alla normalità, ma una normalità decisamente differente dalla precedente.
Per concludere: come comunità salesiana in Libano stiamo tutti bene. Su richiesta delle autorità locali, abbiamo messo a disposizione per eventuali ricoveri preventivi, sia il foyer di Fidar (separato dall’edificio principale), sia alcune camere a Houssoun, attualmente disabitato. Per ora, un solo ospite a Fidar sta ultimando la sua quarantena.
Sempre, come comunità, siamo in contatto con allievi e insegnanti: oltre alle lezioni online, ogni mattina diffondiamo via Facebook il “buongiorno” e ogni sera la santa messa in streaming.
In unione con il mondo sofferente, viviamo tutti la Passione di questa settimana santa in preparazione alla Pasqua di risurrezione. Come credenti e praticanti, pur con le chiese chiuse, abbiamo la forza di guardare il Crocifisso e prendere in mano il Vangelo.
Buona Pasqua a tutti.
don Vittorio
CI HANNO SCRITTO