IN UNIONE DA GERUSALEMME
Gerusalemme, 1° Novembre 2013
Carissime Amiche e Amici ex-Beirutini, Cordiali saluti da Gerusalemme. Penso che di tanto in tanto diate uno sguardo al (sorry: “clickiate” sul) sito della nostra scuola “virtuale”. Vi sarete resi conto che sta crescendo e che “new entries” stanno comparendo inaspettatamente, con grande sorpresa e piacere. Usando un paragone evangelico ho detto a Diego che tramite questa rete digitale lanciata nel 2008 sta continuando la “pesca miracolosa” non di pesci ma di persone! Davvero dobbiamo tutti un grandissimo grazie al nostro web-master (sempre giovane anche dopo aver compiuto i suoi “…’anta e +” proprio ieri). Volete fargli un regalo ? Scrivete, mandate foto, reazioni, commenti … contribuendo così ad arricchire le varie rubriche.
Stamattina (1° Novembre 2013) mi sono recato alla “Basilica del Santo Sepolcro e della Risurrezione”per pregare per voi e per tutti i vostri cari vivi e defunti, specialmente quelli che ci hanno lasciato nel corso del 2012-13.
Dopo il ritrovamento della croce di Gesù, gli imperatori Costantino ed Elena vollero inglobare in un’unica costruzione il Calvario dove Gesù morì crocifisso e, a meno di cento metri, la grotta dentro cui era scavato il bancone di roccia sul quale Gesù fu deposto. Ma diedero chiare istruzioni in modo che l’architettura rispecchiasse la teologia ed esprimesse visibilmente il messaggio spirituale. Mentre infatti la collinetta del Calvario fu preservata tale e quale e ricoperta da una costruzione di modeste proporzioni e volumi, addossata al lato meridionale dell’edificio, la grotta contenente il sepolcro vuoto fu completamente isolata, in modo da risultare al centro di una grande “rotonda” di 36 metri di diametro, circondata da un possente colonnato e sormontata da una cupola a cielo aperto. Ciò richiese enormi lavori di scavo, trattandosi di una zona in cui la roccia di calcare duro occupava quasi tutto lo spazio, ad eccezione di qualche fazzoletto di terra coltivabile. Il risultato fu e rimane ancora oggi impressionante. La basilica della risurrezione (“anastasis” in greco) divenne la costruzione più grande della Gerusalemme bizantina, accessibile dal “cardo maximus”, attraverso 5 porte d’ingresso dopo aver salito una scalinata, e attraversato un atrio e portici. Possiamo immaginare (poichè dopo tante vicende storiche molto è cambiato, esternamente) la policromia dei marmi e dei mosaici, lo splendore delle lucerne, la ricchezza dei paramenti, l’armonia dei canti … Ancora oggi le celebrazioni più solenni si tengono attorno a questo luogo della risurrezione. Il clero e i fedeli, portando fiaccole accese (vittoria della luce sulle tenebre, della grazia sul peccato) circolano come per una danza trionfale formando una corona vivente attorno a Gesù vittorioso sulla morte, accompagnandolo con lo sguardo rivolto in alto nella sua ascensione al cielo (la cupola aperta).
Care Amiche e Amici: la nostra fede e vita cristiana nascono qui in questo luogo della morte e risurrezione di Gesù, con una chiara dinamica unidirezionale e senza ritorno: “per crucem ad lucem”. E’ qui che, spiritualmente o fisicamente, dobbiamo tornare continuamente, nei momenti di gioia e di dolore, di difficoltà e di successo.
Il resto ve lo dirò quando verrete qui in pellegrinaggio. Adesso era solo per dirvi che vi ho ricordato e che, in occasione della solennità di Tutti i Santi e nella commemorazione dei Fedeli Defunti, ho pregato per voi. E voi, per favore, fate lo stesso per me e anche per questa Terra e per i Paesi confinanti (Libano e Siria, Iraq, Egitto …), dove la grazia della risurrezione di Gesù non ha ancora manifestato tutti i suoi frutti di pace e di gioia.
Con affetto fraterno
Don Gianni
CI HANNO SCRITTO