Calvino : Il sentiero dei nidi di ragno

AUTORE


  • Italo Calvino
    Italo Calvino nasce nel 1923 a Cuba, dove i genitori risiedevano e svolgevano la professione di agrotecnici. Calvino muore improvvisamente nel 1985, mentre stava lavorando alle Lezioni Americane, un ciclo di conferenze che avrebbe dovuto tenere quell’anno ad Harvard, ma che usciranno solo postume.

CASA EDITRICE


  • GARZANTI | COLLANA : GLI ELEFANTI
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Il Sentiero dei nidi di ragno

di Italo Calvino

Garzanti Editore | 12 Edizione nel 1991 | ISBN carta: 88-11-66678-3


Un bambino, mezzo partigiano e mezzo ragazzino nel bel mezzo della Liguria durante la Seconda Guerra Mondiale. Primo libro di uno dei più grandi scrittori della nostra tradizione letteraria, un libro che ho riscoperto più che volentieri e che mi ha fatto riflettere parecchio dopo tutti questi anni, e mi spiego.
Il libro l’ho letto la prima volta tanti anni fa, non mi domandate la data perchè non me lo ricordo più, l’avevo scoperto per caso mentre stavo gironzolando fra i libri di papà ed ero rimasto molto deluso dal libro, dalla storia e da quello che Calvino cercava di spiegare attraverso le righe del suo libro. Non m’era piaciuto, lo avevo trovato lento e molto “macchinoso”, cioè, per quanto mi riguardava e per quanto ne avevo afferrato, pieno di complicazioni inutili, forse dettate dal fatto che era il primo dei suoi libri pubblicati. Tutto questo, sempre secondo il sottoscritto beninteso!
Poi, visto e considerato la situazione attuale dove ogni volta che si esce si rischia di non tornare più a casa, dopo aver sorvolato fra tutti i libri che ho comprato tempo fa e che devo ancora leggere, ho ritrovato per caso e sotto una pila accatastata di libri che non mi ricordo aver comprato per niente, il libro di Calvino che avevo acquistato anni fa quando si poteva ancora viaggiare fra Stato e Stato senza problemi, voglio dire senza nessuno che ti domandi se hai la patente COVID-19 o meno, altrimenti ciccia…

Ho riscoperto il libro, anzi forse dovrei dire che ho riscoperto Italo Calvino, scrittore con la S maiuscola ma anche un filosofo, pieno di quel piglio umoristico e quasi accademico, con una ricchissima produzione che lo rende uno dei più grandi scrittori italiani del periodo moderno.
Il libro penso lo abbiamo letto in tanti, la storia potrebbe anche essere una storia qualsiasi di un gruppetto qualsiasi che cercava di combattere il nemico durante l’ultima Guerra, ma anche di sopravvivere e trovare la maniera di arrivare al giorno dopo senza troppi intoppi, c’era poco da scherzare. Ma attraverso il libro facciamo la conoscenza di un ragazzo di tredici o quattordici anni, che si trova impegolato ed arruolato per caso in una delle tante sezioni di partigiani con o senza patente di età corrispondente al maneggio di pistole e fucili mitragliatori. Una fetta di “Guerriglia” di quell’epoca, simile a tante “Guerriglie” scatenate da un grande numero di eroi, piccoli e grandi, non ci si pensava due volte a dinamitare, sventrare o fucilare in quel periodo. Il libro è pieno di momenti brutti ma anche e sopratutto di momenti talvolta più da ridere anche se a denti stretti, scherzi da ragazzini di quell’età e di quel periodo ben preciso, il tutto condito con una pistola rubata ad un tedesco mentre si “divertiva” con la sorella, pistola occultata in un nascondiglio di “nidi di ragno” per l’appunto.

Libro da leggere e da riscoprire, parola di webmaster!!

Per ragioni che non conosco, sul sito dell’editore Garzanti non sono riuscito a trovare tracce del libro di cui stiamo parlando e mi sono quindi «girato» verso un altro sito…

TRAMA


Prefazione dell’autore stesso : 

Questo romanzo è il primo che ho scritto; quasi posso dire la prima cosa che ho scritto, se si eccettuano pochi racconti. Che impressione mi fa, a riprenderlo in mano adesso? Più che come un’opera mia lo leggo come un libro nato anonimamente dal clima generale d’un’epoca, da una tensione morale, da un gusto letterario che era quello in cui la nostra generazione si riconosceva, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Al tempo in cui l’ho scritto, creare una ‘letteratura della Resistenza’ era ancora un problema aperto, scrivere ‘il romanzo della Resistenza’ si poneva come un imperativo; …ogni volta che si è stati testimoni o attori d’un’epoca storica ci si sente presi da una responsabilità speciale …A me, questa responsabilità finiva per farmi sentire il tema come troppo impegnativo e solenne per le mie forze.
E allora, proprio per non lasciarmi mettere in soggezione dal tema, decisi che l’avrei affrontato non di petto ma di scorcio. Tutto doveva essere visto dagli occhi d’un bambino, in un ambiente di monelli e vagabondi.

Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana, ai suoi eroismi e sacrifici, ma nello stesso tempo ne rendesse il colore, l’aspro sapore, il ritmo…

Italo Calvino

 

da | 05/04/2021 | LIBRI | 0 commenti

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