Precarietà & Co : Tragedia giornaliera !!
La precarietà è una realtà complessa e urgente. È tempo di agire. Ma come ???
Ogni giorno, nel 2022, l’equivalente di almeno un miliardo di pasti è stato sprecato in tutto il mondo da famiglie, ristoranti, cantine e altro simile. E la quantità reale potrebbe “essere molto più alta”, perché questa è una valutazione minima, afferma il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), che pubblica mercoledì 27 marzo 2024 un rapporto qualificato “la stima mondiale più accurata sullo spreco alimentare a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori“.
Questa cifra è tanto più scioccante perché nello stesso anno, 783 milioni di persone hanno sofferto la fame e un terzo dell’umanità ha affrontato l’insicurezza alimentare.
Lo spreco alimentare è una tragedia globale, si indigna la direttrice esecutiva dell’UNEP, Inger Andersen. Milioni di persone avranno fame oggi, mentre il cibo è sprecato. Per lei, questo è un grande problema di sviluppo, e anche gli impatti di questo inutile spreco sul clima e sulla natura sono sostanziali.
In Europa, il termine “precariato” si riferisce a questa nuova classe sociale che vive al di sotto della soglia di povertà, pur avendo un lavoro retribuito: contraendo i termini “precarietà” e “proletariato”, gli economisti convalidano l’emergere di una nuova realtà, che riguarda i lavoratori che sono passati da una classe sociale all’altra.
Le cause sono molteplici: l’impennata dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia, la precarietà del lavoro, l’aumento del divario sociale, ecc.
Dalla Francia alla Svezia passando per la Germania, le testimonianze di questi nuovi precari si susseguono per evocare una situazione difficile. Alcuni protestano, altri si rassegnano.
Precarietà, situazione complicata per parecchi.
In un’Europa sempre più divisa, il “precariato” emerge come una realtà inquietante, una nuova classe sociale che vive nell’ombra della povertà nonostante un impiego regolare. L’incrocio tra “precarietà” e “proletariato” crea un terreno fertile per un dibattito sociale di vasta portata, poiché gli economisti confermano l’emergere di questa nuova realtà che coinvolge i lavoratori che hanno attraversato le barriere di una classe sociale all’altra.
Le origini di questa situazione complicata sono molteplici e profonde. L’aumento vertiginoso dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia ha messo a dura prova i bilanci delle famiglie, lasciando molte persone intrappolate in una spirale di difficoltà finanziarie. La precarietà dell’occupazione, caratterizzata da contratti instabili e mancanza di sicurezza lavorativa, ha creato un senso di instabilità e incertezza per molti. Inoltre, l’accrescimento della frattura sociale ha amplificato le disuguaglianze, lasciando spazio a un’angustiante sensazione di impotenza.
Dalla Francia alla Svezia, passando per la Germania, le testimonianze di coloro che vivono questa realtà si moltiplicano. Alcuni lottano attivamente, alzando la voce e protestando per un cambiamento sociale significativo. Altri, purtroppo, si rassegnano a convivere con questa difficile situazione, cercando di adattarsi alle circostanze. In ogni caso, la precarietà e le sue conseguenze si fanno sentire profondamente nella vita di molti.
È un momento cruciale per affrontare attivamente questa realtà, per cercare soluzioni e politiche che pongano fine alla precarietà dilagante. Dobbiamo incoraggiare una maggiore coesione sociale, combattere le disuguaglianze e garantire un lavoro dignitoso per tutti. È necessario promuovere un’economia più equa e sostenibile, in modo da porre fine a questa situazione complessa che ha colpito così tante persone.
La strada sarà lunga e difficile, ma è fondamentale unire le forze e lavorare insieme per superare la precarietà e costruire un futuro più stabile per tutti. Solo allora potremo sperare in una società più equa, in cui ogni individuo possa prosperare e raggiungere il proprio pieno potenziale.
La precarietà è una realtà complessa e urgente. È tempo di agire.
Ma come ???
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