El Houssoun e due foto di un’epoca non tanto remota…

Altre due foto saltate fuori quasi per “miracolo”, un gruppo di solo qualche anno fa con facce molto riconoscibili per alcuni…

© Foto originali di qualche anno fa…

Carissime Bice e Paoletta, sono felice di vedervi insieme tra voi due, con Annamaria e Umbo e i bimbi! Che bellezza!
Per ora mi accontento di immagini a distanza, ma spero che avremo modo di rivederci di presenza, presto … Vi scrivo anche per suggerirvi di partecipare alla iniziativa lanciata da Diego sul sito SSB = commentare una foto della nostra storia a Beirut/Hussun …
Mi ha impressionato quanto scritto da Franco Mondin, che io/noi pensavamo “lontano”: ha ricordato tante persone, episodi, e con un tono che mi sembra di coinvolgimento emotivo, amichevole. Questo fa davvero piacere.

Ecco la mia proposta: vi mando due foto di voi nel gruppo dei “piccoli” a El-Hussun … provate a commentarne una (o tutt’e due) a due voci B&P o magari a tre B&P&U. Sono sicuro che farete cosa gradita a molti!
Un abbraccio. E la benedizione del Signore e della Madonna.

Don Gianni

SALESIANO DOC, SSB

Cliccare a destra o a sinistra per la seconda foto


El-Houssoun primavere del 1973 e 1974, in ritiro/gita con gruppi dei piccoli, accompagnati da qualche loro fratello o sorella maggiori, parenti, e qualche prete, professore e chierico. Oggi, 9 aprile 2021, riesco a riconoscere i seguenti:

Araman Berta
Castelli Lorenzo e Alberto
Cataldo Rita (e Salvatore)
Chiari Alberto e Paolo
Confalonieri Carlo, Aldo e Patrizia
Cordone Claudio
Dandolo Pia e Giorgio
Daneluzzi Sergio
Ferrandio Fernanda e Gabriella
Latronico Massimo, e sua mamma
Levante Edino,
Mulfari Roberto
Pannone Luisa
Penasa Rosalba, Maria Stella e Blanquiña
Pigozzi Giuseppe
Popolani Aldo
Riva Giulio
Roncaglia Paola
Ruggeri …
Rustico Laura e Riccardo
Saad Corsini Beatrice
Sessa Danilo
Toiani Rita e Carla
Zalum Luca
Don Morazzani Gugliemo
Don Squizzato Erminio
Don (chierico) Caputa Gianni
Chierico Giancola Sandro
Prof Righetti Roberto
Signor Ugo Confalonieri
Signori Ferdinando e Rita Ferrandino
Signori …

Don Gianni

Paola commenta, forse si potrebbe dire che aggiunge del testo molto interessante :

BERTA ARAMAN:
Di 2 anni più giovane di me, Berta ed io ci siamo conosciute alle Elementari dalle Suore d’Ivrea. Ci siamo molto frequentate durante l’inizio della guerra civile quando con un gruppo di amici libanesi ci caricavano in macchina e si andava in gita a Harissa (scalando tutta la montagna fino a Jounieh), a Leighat a prendere i panini di shish-taouk, senza contare le serate ballo alle parties, e il mare, sempre il mare e i tuffi. La mia mamma era amica della mamma di Berta e spesso le rendeva visita nella loro bella casa non lontano da Fabbriano. Berta ed io non abbiamo mai perso il contatto e quando vado al Libano, in media era ogni due anni, la vedo sempre e pranziamo e ceniamo assieme. Quando cominciai a portare le mie figlie al Libano (1993 in poi), Berta spesso organizzava serate e cene. Poi ci offriva di usare l’Internet al lavoro, un lusso a quell’epoca! Recentemente negli ultimi anni Berta  ed io ci siamo incontrate varie volte con le ex-allieve libanesi della sezione francese delle Suore d’Ivrea. Ci siamo anche incontrate spesso con Mlle. Norma Helayel, insegnante di Ginnastica carismatica della Scuola Femminile, che continuo’ a darci i corsi anche quando si andò dai Salesiani. A quel tempo la Ginnastica era segregata, ognuno da parte sua, eccetto la squadra femminile di palla-canestro con l’eccellente coach Nino Righetti. Berta e Beatrice erano pure loro nella squadra.

LORENZO e FRANCESCO CASTELLI:
Conosciuti dai Salesiani a Beirut, Lorenzo era in classe con me. Era un ragazzo serio, calmo e un bravissimo giocatore di palla-canestro. Venne a fare la Maturità al Cairo dalle Francescane, nel lontano 1977, anno che passai Interna dalle Suore con Rita Toiani. Francesco era un po’ più giovane del fratello e non so davvero che eta’ avesse, ma pure lui giocava a palla-canestro ed era serio. Rita e Carla Toiani ebbero più notizie dei fratelli Castelli quando si trasferirono in Italia, io li persi di vista. Mi ricordo stranamente ancora la voce bassa di Lorenzo.

RITA CATALDO:
Più giovane di me di due anni, Rita era sempre una persona seria e sorridente. Abbiamo condiviso tanti giochi nel cortile della Scuola Femminile in primo e poi dai Salesiani. Salvatore seguiva spesso la sorella, ma essendo più piccolo di me non ho molti ricordi esatti di lui. Li ho rivisti in Italia assieme alla loro mamma, dopo esser stata evacuata dal Libano. Rita faceva anche lei parte della cerchia di amici libanesi coi quali si ballava ogni sabato sera durante la guerra, e coi quali si andava in montagna.

I CONFALONIERI:
Quando le scuole italiane chiusero, mio padre divenne il Preside dells Scuola Italiana di Beirut, nei locali offerti dall’Istituto Italiano, alla Rue de Rome, vicino ai giardini di Sanayeh e alla Radio Libanaise.
L’intenzione era di continuare la scolarizzazione dei pochi allievi italiani rimasti al Libano. Tra gli studenti c’eran anche Beatrice e  Patrizia Quest’ultima era  nel suo primo anno di Scuole Medie. Io, avendo conseguito la Maturità al Cairo, e aspettando di cominciare l’Università’ Americana di Beirut, ero stata assunta all’Istituto Italiano come Insegnante d’Italiano per i corsi serali.  Fui anche l’Insegnante di Grammatica e di Letteratura di Patrizia quel primo anno, fino a febbraio del 1978 quando entrai all’AUB come Freshman.
Con I fratelli e sorella Confalonieri andavamo alle parties il sabato sera e portavamo il gruppo intero di 10 o più persone composto di italiani e di libanesi. Diciamo che mettevamo “l’ambiance” dato che a noi tutti piaceva tanto ballare e far baldoria.
I nostri genitori erano amici e credito la mamma di Patrizia di avermi aperto le proverbiali porte delle “uasta” della guerra, e di avermi fatto avere la mia prima patente di guida internazionale. Sempre sorridente e allegra, era difficile resisterle.
Un anno la Signora Confalonieri e noi fecimo il viaggio in due auto dal Libano all’Italia, passando da Latakia in Siria, poi Adana In Turchia, Istambul, Alexandrette in Grecia, la Jugoslavia, con l’entrata da Trieste dove ci dicemmo ciao.
Non rividi più i Confalonieri, ma spesso ne avevo notizie da amici comuni di New York.

CLAUDIO CORDONE:
Claudio fece la terza Media e il Liceo con me fino alla 3a Liceo quando in classe eravamo solo lui, Rita Toiani ed io. Claudio era abbastanza tranquillo e riservato, e di tanto in tanto veniva a scuola con la keffiya (come pure Augusto Eusepi). Lui e Sergio Daneluzzi erano inseparabili. Quando nacque mia figlia Gretchen a Philadelphia nel 1984, Claudio e Oona fecero il viaggio da Washington DC a li’ dove abitavo per vedere la bambina. Ci siam poi rivisti a casa di papa’ e di Samira al Libano negli anni 2004 o 2006 credo. A quella riunione a casa Roncaglia venne anche Berta. Era bello rivedersi cosi’ dopo tanto tempo.

PIA DANDOLO:
Pia era più giovane di me, ma eravamo sempre in cortile dalle Suore a giocare assieme. Pia poi ebbi l’occasione di rivederla varie volte a Beirut: da Berta, all’Ambasciata Italiana dove lavorava, alla riunione delle ex-allieve libanesi della Femminile. Giorgio purtroppo non me lo ricordo bene, aveva un’altra eta’ e non credo che partecipassimo alle stesse feste. Mi rammarico di aver saputo troppo tardi che abitava a Beirut, e siccome non avevo il suo recapito, purtroppo non lo rividi più dopo la scuola.

SERGIO DANELUZZI:
Sergio e Claudio, come menzionato prima, erano inseparabili. Era alto, tranquillo e calmo. In classe era serio e forse anche timido. Con Sergio si era in classe assieme, ma a quell’epoca gli Interni non uscivano spesso al cinema ecc.
Almeno e’ quello che mi ricordo. Poi saremmo stati senza dubbio fuori a far festa da qualcuno, ma anch’io essendo abbastanza riservata, non ero spesso invitata! Tentai di rivedere Sergio a Milano un anno che ero in transito dal Lago Maggiore all’Aeroporto di Linate, ma dovuto alle grosse valige non trasportabili fino a Piazza Duomo, non si pote’ combinare un incontro.

GABRIELLA FERRANDINO:
In 1 a e 2a liceo arrivarono due personaggi vivaci in classe : Flavio Battaglia e Gabriella Ferrandino. Il papa’ di questa era un Comandante dell’ONU e c’eran due altre sorelle, Fernanda la grande e ? la più giovane.
Gabriella mi aveva scioccata colorando i suoi capelli gialli con l’acqua ossigenata. Era chiaro che le radici fossero nere addirittura e a quell’epoca per farsi biondi bisognava ricorrere a questi prodotti chimici che alteravano l’aspetto.
Gabriella giocava con passione a palla-canestro ed era brava allo sport. Era inoltre molto simpatica e non ebbe nessun problema ad adattarsi subito all’ambiente scolastico. Noi “femmine” cercavamo di sederci “dietro” perché’ eravamo bombardate dalle palline di saliva sputate dalle cannucce che atterravano nei nostri capelli! I “maschi” essendo coloro che si divertivano cosi’, dovevamo sempre fare attenzione a dove e come ci giravamo. Sedute dietro risolveva il problema. Mi ricordo che la capigliatura di Gabriella doveva attirare molto col giallo e spesso si passava ricreazioni intere a toglierle queste cose dai capelli. Ma lei era brava e non faceva storie, anzi spesso in ricreazione correva dietro al suo tormentatore finche’ questi , impaurito, si arrendeva!  Mantenni un po’ il contatto con lei e ricevetti la foto della sua laurea, ma purtroppo ci siam perse di vista.
La sorella FERNANDA si innamoro’ e sposo’ un libanese, ma seppi che le cose non andarono bene e che rientro’ in Italia in extremis.

LUCIA PANNONE:
Era molto gentile e simpatica, andavo a giocare da lei i pomeriggi in cui le nostre mamme si rendevan visita. Era da lei che ho gustato i primi “pancakes” americani. Era strano dopo le “Crepes” di mamma, fine fine.
La chiamavo spesso Lucia Pallone! Luisa era più giovane di me e la frequentavo meno.

LE SORELLE PENASA:
Le nostre mamme erano grandi amiche e si riunivano spesso per studiare l’Inglese assieme. Rosalba era la più grande, sempre seria e molto dolce. Ci siam riviste in Spagna 4 anni fa e ancor prima era andata a prendere mia figlia Vanessa all’aeroporto anni addietro. Munite di una foto reciproca si son riconosciute cosi’. Con Rosalba sono in contatto, lei era insegnante di liceo fino a poco fa. Rosalba faceva il Balletto con mia sorella Cristina, essendo sempre la più alta era sempre in ultima fila durante le rappresentazioni. Maria- Stella e Blanquina eran più giovani di me, ma circa due volte la settimana, mia madre ci portava a Cristina e a me da loro per giocare e cenare assieme. Quando lasciarono il Libano dove il papa’ era stato il Direttore dell’Istituto Italiano, i nostri rimasero in contatto per lettera. Nonostante il desiderio di papa’ di andare in Spagna in estate a trovarli, non si fece mai perché’ andavamo sempre o in famiglia in Egitto, o in Italia.

BRUNO POPOLANI:
Compagno di banco alle Scuole Medie e Liceo, Bruno era quello che aiutava tutti in classe, ma quando era il suo turno, nessuno lo aiutava. Lo faceva molto seriamente sussurrando le risposte a coloro che recitavano le lezioni oralmente.
Nonostante le  varie punizioni, non smetteva mai di farlo. Era molto gentile ed era sempre seduto davanti alla mia sinistra. Aldo e Graziella li frequentavo un po’ meno, non essendo in classe con me. Anni dopo fast forward Miami Florida, il figlio di Aldo e mia figlia Vanessa han scoperto dopo un anno che abitavano nello stesso palazzo!

GIULIO RIVA:
Il Signor Felice e mio papa’ eran buoni amici, mi ricordo la bella villa di Rabieh, le parties di Capodanno e altre, la simpatia del Signor Riva verso di noi “giovani” . Giulio essendo più giovane di me lo frequentavo come parte di quel gruppo di party people e di libanesi coi quali facevamo gite in montagna.

RUGGERI:
Il nome mi dice qualcosa, mi ricordo dei capelli ricci, ma altro non esiste più nella memoria…Ruggero?

I RUSTICO:
Eravamo tutti iscritti ai corsi di Dattilografia (inclusa Rita Toiani) di pomeriggio a scuola, dati da Don Tiziano. Certo si imparava molto, ma era anche un po’ un piccolo social club dove scherzavamo e ridevamo tanto…. Anni dopo mi disse l’Ambasciatrice del Kuwait a Washington (e ex inquilina del mio immobile a Beirut), che un certo Rustico aveva fatto carriera diplomatica ed era amico suo….il mondo e’ piccolo.

BEATRICE E UMBERTO CORSINI:
Cosa dire di questa grandissima amicizia che si estende aldilà’ di tutto? Incontrata dalle Suore d’Ivrea quando venne dall’Italia in 2a Elementare, io ero in 4a…. Alta e magra, Beatrice era la compagna di giochi ideali. Tutto era divertente, bello, avventuroso assieme. Umberto essendo il fratello rubacuori, io avevo il vantaggio di essere l’amica di Bice per cui le libanesi venivano a chiedermi di far la spia e di organizzare incontri con lui…che io poi non feci mai!
Dalle Elementari, alle Medie e Liceo, poi la guerra e l’anno che Beatrice fece da privatista si concluse con l’esame di Maturità’ dalle Suore Francescane del Cairo… l’AUB assieme, i Marines, le parties, i matrimoni, i legami di Madrina, i viaggi, anche come profughe a Roma, con Anna Maria all’elmo dei difensori, una donna leonessa che si batte’ per noi come fossimo sue figlie…. Tra piaceri e dispiaceri, Beatrice ed io abbia sempre condiviso la VITA!
E continuiamo a farlo. Dopo un anno, ecco il gran incontro a Miami in Maggio 2021…ma questa e’ un’altra storia da raccontare!

RITA e CARLA TOIANI:
Rita era in classe con me dall’eta’ di tre anni e fecimo tutte le scuole assieme, fino alla Maturità’ al Cairo nel 1977, dalle Francescane, come Interne. Io avevo la nonna li’ e gli zii e cugini, ma ho voluto stare in camera con Rita che era venuta dal Libano per quell’ultimo anno di scuola sapendo che ero al Cairo. Più che amica, Rita era come una gemella, quell’anno al Cairo cimento’ ancor di più la nostra amicizia di tanti anni. Mia madre era molto amica della sua, e spesso di pomeriggio andavamo alla Rue Spears alla Casa d’Italia, dove viveva la famiglia Toiani. Era una casa enorme con tanti nascondigli e possibilità’ di inventare ogni avventura e gioco d’immaginazione. Rita divento’ Hotesse de l’Air per la MEA e quando la sua famiglia si trasferì’ in Italia, lei abito’ a casa coi miei. E’ sempre stata molto vicina alla mia famiglia. L’ho spesso rivista a Beirut, in generale coordinavamo spesso le nostre estati e cosi’ anche i nostri figli si incontrarono. Al seguito di una promessa fatta alle Elementari, Rita divenne la Madrina di mia figlia Gretchen , in absentia perché’ non e’ potuta venire al Battesimo, ed io ebbi l’immenso piacere di esser presente al Battesimo del figlio Marco, del quale son la madrina. Mi rammarico di non averli più rivisti da un po’ d’anni ma siam riusciti lo stesso a vederci in Italia un paio di volte. Carla, Bruna e Giampaolo son sempre stati anche molto amici con me e mia sorella.

LUCA ZALUM:
Mi ricordo solo di begli occhi verdi…..

DON MORAZZANI:
Fu il mio Preside e il mio Professore di Matematica (mi diede un tre in pagella in 3a Liceo e credo che fu molto più rattristato di me!). Era l’epoca in cui rifiutavo di ammettere che avevo bisogno di occhiali e che mi son persa un anno intero di spiegazioni alla lavagna tenendomi tranquilla nel mio angoletto. Incredibile quando penso che ho insegnato la Matematica in francese nelle Scuole Pubbliche Americane!
Quando ero Freshman all‘AUB ho fatto un ritiro di studi volontario a El Houssoun per studiare per i miei Finals: ogni mattina Don Morazzani celebrava la Messa, poi si faceva colazione, poi salivo in camera a studiare. A mezzogiorno lo ritrovavo per il pranzo, attraversando un cortile dove gli allievi (tutti maschi) aspettavano di vedere questa ragazza attraversare il cortile coi jeans stretti e i tacchi alti. Era uno spettacolo! Poi la sera si cenava e facevo le lunghe passeggiate o giocavo a pallacanestro sola fino al crepuscolo. Il cortile era tutto mio!
La sera tardi ascoltavo tutti i rumori della montagna e della foresta, e magari studiavo un po’. Don Morazzani aveva una nipote di nome Loredana che studio’ come interna al Cairo con me, che poi persi di vista. Ma tra lui ed io ci fu un po’ di corrispondenza e lui mi diede pure qualche notizie della nipote. Era sempre una persona molto seria, ma aveva un modo molto giovanile di parlare con noi, ci trattava sempre con tanto rispetto. Anni dopo ho modellato il mio tipo d’insegnamento su quello di Don Morazzani, sempre alla ricerca di una soluzione (es. il tre in Matematica che non si ripeta mai più!!).

DON GIANNI:
Cosa dire e non dire…. Una persona che continua a seguire l’esempio di Don Bosco, con tanta semplicità e un cuore grande. A scuola spesso si giocava assieme con i Don , specie i più giovani. C’era sempre un pallone, una corsa da fare, una discussione animata. Don Gianni fu il mio insegnante di Religione e di Filosofia. Adesso e’ più che un amico, e’ un grande fratello se oso parlare di lui cosi’…. Ci ha seguiti e continua a seguire
le nostre attività’, chiede dei figli, si ricorda dell’incontro a New York…. Una persona che non ha eta’!

GIORGINA SGARZI:
Il papa’ fu mandato a dirigere una fabbrica a Zalka…era una famiglia italo-argentina e Giorgina divento’ presto una grande amica. Quando il papa’ mori’, la famiglia coi tanti figli parti’  per Buenos Aires. Alcuni anni fa sorpresona Giorgina mi ritrova su Facebook! Da allora ci siam riviste a Beirut, a Miami e ci parliamo su Wattsapp ogni giorno. Quando Giorgina venne a Beirut andammo in cerca del suo vecchio immobile…con le costruzioni e il piccolo fiume di cui si ricordava oramai secco, sembrava Mission Impossible. Eppure il Signore ci ha guidate al posto giusto e miracolosamente l’immobile col negozietto dove lei abito’ coi suoi ad Antelias, era ancora identico ed intatto e con le lagrime agli occhi chiese dei proprietari, i figli dei quali si ricordavano benissimo dei suoi, nominandoli tutti e ricordandosi di tante cose! Giorgina passo’ 48 ore a Beirut dal quale era andata via 45 anni prima…ma quelle 48 ore furono splendide e cariche.

CARLO COPPA:
Carlo abitava di fronte a me, giocava da me tutti i pomeriggi e le nostre mamme eran grandi amiche. Carlo era il mio primo “boyfriend” benche’ cio’ consisteva a buttare aerei di carta dal 4 o piano dal balcone di casa mia, verso il vigile che dirigeva il traffico in mezzo alla strada. Ogni sera la strada , Rue de Lyon, era coperta di carta bianca! Il balcone ci nascondeva! Ma una volta abbiamo tremato tanto dalla paura quando avendo preso una delle siringhe di mamma (senza l’ago) e riempite d’acqua, abbiamo innaffiato (sempre dal balcone del 4o piano), un signore che usava il palo della luce invece di usare…il bagno! Lui alzo’ la testa e ci riconobbe e noi due sparati a nasconderci sotto al letto tremando!
Questo signore venne a lamentarsi da mia madre che promise di occuparsene e che poi venne a scovarci sotto al letto ridendo! Eravamo buoni clienti del signore che aveva un negozio sotto casa per cui la faccenda fu dimenticata e mai ripetuta!
Quando Carlo se ne ando’ in Italia e fece il servizio militare, torno’ al Libano con la voce da uomo, muscoli da far paura. Il ragazzo mingherlino non c’era più. Un incontro in una pizzeria a Roma nel 97, con Beatrice con la quale viaggiai, ma poi più niente. Non ci siam più rivisti benche’ fino a poco fa ero in contatto col fratello Renato che rividi a Roma varie volte. I fratelli Coppa e la loro mamma furono evacuati con noi sulla Sesta Flotta nel 76…Il piccolo Paolo, chiamava sempre mia madre “Mme Broncaglia” e con Rita e Carla Toiani, evacuate pure loro, si rideva tanto….

PAOLA CONGIU”:
In classe con me mi pare o un anno più giovane. Portava sempre le gonne. Era dolce e seria.

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