IL CORTILE | ALLIEVI

Corsini Umberto

Uvcorsini@gmail.com
1976
USA
08/06/1957

Nato al Cairo l’8 giugno del 1957 all’ospedale italiano. Vivevamo ad Heliopolis con molti extracomunitari italiani che si erano sistemati a due fermate di tram dalla chiesa di Fatima dove ogni domenica Don Gatti celebrava la messa in italiano.

Come di consueto, dopo la messa domenicale, D. Gatti veniva a casa nostra per un pranzetto in famiglia con un sorso o due di scotch, da li nacque il suo suggerimento di frequentare la scuola Salesiana di Rod El Farag dove anche mio cugino Giampiero era studente e più tardi interno con me.

Dopo la seconda elementare dalle suore Maria Ausiliatrice, mi trasferirono dai Salesiani a frequentare la terza elementare dove conobbi il nostro Livio e poi i fratelli Littera Stefano ed Ettore, il nostro indimenticabile D. Doveri così pure D. Bedon, William e tanti altri.

In seguito alla guerra dei “sei giorni” del ’67 tra Egitto e Israele, fummo rimpatriati in Italia in quell’ottobre e ci sistemarono a Tortona in provincia di Alessandria in una caserma militare piena di profughi provenienti dalla Libia, dalla Tunisia e dall’Egitto. Furono tempi difficili cercando di adattarci il meglio possibile alla vita quotidiana del nord, eravamo ricchi di cultura internazionale, ma scarsi in quella italiana regionale : non indossavo calzettoni scozzesi, non avevo né guanti e né scarponi per la neve, avevo i capelli lunghi, indossavo i blue-jeans e le scarpe da ginnastica Converse. Fummo trattati da estranei al punto dove eravamo sotto continue minacce e calunnie, gridandoci di ritornare da dove eravamo venuti fuori, in quel deserto di beduini.

Dalla disperazione, scrissi a mio cugino Giampiero che non ne potevo più e lui mi disse di venire al Libano che D. Doveri era preside della scuola salesiana a Beirut, che si sta benissimo.

Così convinsi mia madre di partire e nel febbraio del ’69 partivamo da Genova dove i nostri cugini vennero darci l’addio e il “bon debarras”, assicurarsi che eravamo a bordo dell’Esperia in rotta per il Libano. Arrivati a Beirut fummo accolti a braccia aperte. Ero in 5° elementare con quattro altri gatti: Rino Righetti, Bruno Popolani, Giorgio Girardi e Murano! La nostra classe era quello stanzino adiacente al portone dell’entrata principale della scuola, separato dalla sacrestia da una parete di legno pressato che non arrivava fino al soffitto e di fronte c’era l’ufficio di D. Doveri.

Da li iniziò la mia avventura in quel di Beirut, dove mi ritrovai di nuovo con mio cugino Giampiero (il mio idolo da sempre!), Livio, Stefano ed Ettore, e conobbi tanti altri amici e compagni che fino ad oggi siamo ancora in contatto e fanno parte della mia storia.

Questa nuova avventura mi calcò un ricordo ed un’emozione indelebile nel cuore e nella mia educazione da studente salesiano. Qualche anno fa, racimolai tanti bei ricordi, tante belle esperienze in un libro (piuttosto un’autobiografia) che Diego, il nostro grande webmaster, allegò sul nostro sito SSB, ricordando tutte quelle partite di calcio su un terreno di terra battuta da un lato e sabbia di spiaggia profonda dall’altra, di calciobalilla, le giornate dell’oratorio; le gite a Faraya, i ritiri spirituali a El Houssoun dove durante il viaggio si cantava gli sfottò inserendo nomi dei nostri Don preferiti; le sospensioni di classe per aver dormito sul banco o fatto troppo casino durante le lezioni di letteratura di D. Libralato, il famoso campanellino in mano al nostro Livio perché era lo studente più affidabile, più onesto e puntuale di tutta la scuola annunciando la fine della lezione che aspettavamo con ansia.

Quel bel mare di Ein El Mraiseh distante venti minuti a piedi, dove incontravo Sergio Amitrano ed inventavamo tuffi incredibili. Le famose partite di calcio sul campo di erba (!!!) o di basket all’AUB. Le “schitarrate” nella stanza di musica suonando le canzoni di Battisti, Deep Purple, Black Sabbath, Santana, ecc. fino a far scoppiare gli altoparlanti con Berkol, Giorgio, Dario, Giampaolo, Lucio, Raimondo, Daniele, Alessandro; le pizze da Popeye la domenica dopo la messa o le spaghettate da Vittorio alla Spaghetteria Italiana; i pomeriggi al Moulin Rouge oppure al piano bar (non ricordo il nome) dove Gianni Marradi suonava le canzoni di Baglioni che accompagnavamo a squarciagola. Il centro di Hamra, il Movenpick, i famosi cinema dove andavamo ad assistere i film di Bruce Lee la “matinée” con 60 piastre, e tante altre avventure…

A tutti i Don che hanno partecipato alla mia crescita e sviluppo educativo, da D. Doveri, a Casagrande, Masedu, Delle Pezze, Libralato, Caputa, Bedon, Saggiotto, Scudu, da Moroni a Morazzani, a William, l’eterno autista Afif, vi sarò sempre grato.

Furono quasi sei anni di vita incantevole ed indimenticabile, fino a quando scoppiò la guerra civile. Durante l’anno scolastico ’75-’76 gran parte degli studenti se ne andarono via da Beirut, eravamo sei maturandi ma soltanto quattro rimasero: Rino, Lucio Ragucci, Isabella Amedeo ed io. La guerra civile si intensificò e di conseguenza ci spedirono ad Atene per dare gli esami di maturità con altri studenti provenienti dal Cairo, da Atene e da Teheran, gli ultimi guidati dall’inesauribile D. Doveri.

Persino la fuga da Beirut fu un’avventura pazzesca e arriccia capelli. L’aeroporto ed il porto di Beirut furono bombardati e di conseguenza inaccessibili, l’unica via di salvezza per arrivare a Cipro era quella da Jounieh, con un traghetto via mare di notte. Partimmo all’alba dal nostro cortile della scuola piena di buche causate dalle bombe, tutti presenti in lacrime a darci l’addio. Eravamo in sei, tre per ogni taxi: due studenti e un Don per macchina e bisognava attraversare quel pericoloso tratto detto “No Man’s Land” dove nessuno osava a causa degli “sniper”!

Quel giorno fu l’ultima volta che vidi la mia scuola, i miei amici libanesi, D Morazzani, D Paoloni e D Moroni….

Quel mese di luglio del ’76 finiti gli esami, fu l’ultima volta che vidi i miei compagni di scuola…

LICEO 1976

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