IL CORTILE | ALLIEVI

Puccioni Nello Marco

nellopuccioni@gmail.com
1970
TOSCANA
12/09/1952

+ | Nello é mancato il giorno 10/11 marzo 2021


Purtroppo dopo il caro Sergio Pallecchi ne è partito un altro, il nostro caro Nello Puccioni, uno di quei compagni che si ricordano sempre. Questo è quanto mi ha inviato la Kikka come del resto il testo qui di seguito, che vi invitiamo a leggere :
Ciao Diego, mi è venuto spontaneo scrivere quanto qui di seguito. Oscar Mancini se lo ricorda come credo anche il Bonapax, praticamente quelli di classe mia, ma Mimmo ha frequentato dai salesiani ben prima che diventasse mista come puoi vedere dalle foto/età.

A tutti i suoi familiari e tutti coloro che l’hanno conosciuto non solo a Beirut ma anche in Italia, esprimiamo le più vive condoglianze alla famiglia e a tutti i suoi cari. Ci stringiamo a voi in questo giorno di dolore per il lutto che vi ha tristemente colpito.

Il Cortile

Alunni & Co, SSB

LIBANO 1961 – 1964 Mare splendido, gente simpatica, prime esperienze con la neve (e con le fratture), andare a cavallo sulle dune, sciare a Faraja e Lakloukh (si scrive così?) gli scout, un tentativo maldestro di giocare a basket, i castelli crociati, la Bekkaa, le feste in maschera, le gite la domenica con gli amici di famiglia. E tante facce, posti suoni odori sensazioni emozioni.

Era già un pò che ci pensavo, ma sono riemersi prepotentemente venerdì sera quando ci siamo sentiti. E stato un periodo da favola, il Libano ha marcato indelebilmente anche me che ci son stato solo tre anni. Mi ricordo ancora il nome della strada dove abitavo (Rue Sidani), che a cento metri c’era la pasticceria svizzera, di fronte l’Hotel Bristol, poco lontano il cinema Alhamra. Tornavamo a casa da scuola a piedi e nessuno ci ha mai dato noia anche se eravamo solo ragazzini. E il cortile della scuola con il campo da calcio, il negozietto che vendeva le merende (delle ciambelle strane di pane credo azzimo a 25 piastre l’una) la spianata di cemento dove c’erano le righe del campo da bascket e da tennis. La mia aula in prima media (ultima classe fatta in Libano) era una palazzina a sinistra entrando dal cancello. Dalla parte opposta rispetto la scuola c’era la sede degli scout il cui capo supremo era il maestro delle elementari Vanzo.

Venivo da tre anni di Durban (Sud Africa), paese bellissimo ma poco aperto agli stranieri; gli italiani erano tollerati, ma non certo accolti a braccia aperte; curiosa coincidenza, il mio amico (forse l’unico) aveva il padre di origine libanese.

L’addio al Libano fu triste, la il distacco della nave dal molo ha sempre avuto per me il significato dell’addio a un periodo della mia vita che mi ha lasciato tanti segni e mi ha insegnato tante cose: ho imparato ad apprezzare la sincerità e la lealtà dell’amicizia, la vita di comunità, la sincerità, anche se ero molto giovane e probabilmente le ho interiorizzate inconsciamente.

Il viaggio di ritorno fu però splendido; sull’Ausonia viaggiava anche la famiglia Silli che andava a passare le vacanze in Italia, e i 5 giorni di navigazione insieme a Checca, di cui ero stato l’inseparabile amico per 3 anni, furono anche troppo brevi. Checca la rividi solo 2 volte nello stesso anno, poi il silenzio per 45 anni fino a venerdì 27 febbraio quando è riuscita a mettersi in contatto con mia figlia.

L’ho chiamata la domenica e l’emozione è stata grandissima, ma ci siamo ritrovati subito come se 45 anni di silenzio non fossero mai esistiti.

Ma tornando a me, in Italia siamo andati ad abitare nella casa di mio padre a Firenze. A scuola la tragica esperienze delle medie, a me abituato alle classi di 5 persone trovarsi di colpo in 25 con ripetenti (non ne avevo mai visti) e bulli che spadroneggiavano. Poi il liceo scientifico, le classi miste, la contestazione; ho avuto la fortuna di trovare una classe splendida, affiatata, con bravissimi professori ma sopratutto con compagni (e compagne) che sono tutt’ora cari amici anche se ci si vede poco.

Poi 2 anni di parentesi a Roma dove mio padre era stato trasferito, e conseguente maturità scientifica al Righi.

Tornato a Firenze per l’Univeristà, dopo una breve parentesi ad Ingegneria Elettronica mi sono laureato in scienze agrarie; al contempo, andavo e venivo dalla Liberia dove mo padre era stato trasferito.

Un’esperienza di solidarietà fantastica vissuta nel primo anno di liceo è stata l’alluvione, da noi abbiamo avuto più di 3 metri d’acqua (mia nonna stava al pian terreno e noi al secondo) non vi erano più distinzioni sociali, tutti lavoravano a ripulire case e strade dal fango, ci si scambiava roba da mangiare, abiti e sigarette. La sera ci si ritrovava tra giovani della casa (oltre a noi c’erano 2 ragazzi pugliesi universitarie ospiti paganti di mia nonna ed il figlio dell’inquilino del primo piano con relativo cugino) a giocare a carte al lume di candela (siamo stati senza acqua, luce e gas per un mese) e la condivisione dei pacchi arrivati da mio padre, dalle zie e dai genitori delle 2 ragazze pugliesi, che oltre ad enormi quantitativi di friselle (scopro ora perchè non mi piacciono) e altri generi di prodotti tipici, mandarono anche la magnesia sanpellegrino per digerire il tutto!

        Tags : | Obituario |