Vogliamo soluzioni verdi e basate sulla natura
© BBC – EUCHARIA NWAICHI
Storia straordinaria di una donna (fra le tante…) che si batte per non vedere il suo paese spalancato alle esigenze di una «modernità» che sta per seppellire qualsiasi forma di vita vegetale e animale : da leggere e da ragionarci sopra…
L’articolo l’ho scovato sul sito della BBC, articolo che mi ha fatto realizzare che forse siamo tutti sia “responsabili” che “responsabilizzati”, dobbiamo e possiamo fare qualcosa per riuscire a lasciare il nostro pianeta TERRA ai figli e ai figli dei nostri figli come quello che abbiamo «trovato» anni fa, senza le immondizie che scarichiamo giornalmente e senza plastica, cosa più facile da scrivere che a realizzare, parola di webmaster!!!
Una fuoriuscita di petrolio dopo l’altra ha trasformato il Delta del Niger, nel sud della Nigeria, in uno dei luoghi più inquinati della Terra.
È diventato estremamente pericoloso, gruppi militanti fanno saltare in aria oleodotti, compagnie petrolifere che sono accusate di negligenza, i rapimenti stanno crescendo e c’è una profonda sfiducia negli estranei.
In una terra intrisa di petrolio e bruciata dagli incendi, una scienziata, Eucharia Nwaichi, arriva armata di conoscenze particolari e di una calma proverbiale ma una incrollabile determinazione alla ricerca di disintossicare una gran parte del territorio del Nigeria.
“Vogliamo soluzioni verdi e basate sulla natura. Miriamo a non fare del male in tutto ciò che facciamo”, ha detto alla BBC in un’intervista.
Ora a 44 anni, ha appena ricevuto il premio John Maddox – per gli scienziati che si oppongono alle avversità.
“Congratulazioni a me stessa”, ha detto con gioia alla cerimonia di premiazione a Londra, orgogliosa di essere la prima donna africana a vincere questo tipo di premio.
Eucharia è una biochimica presso l’Università di Port Harcourt. Il modo in cui riabilita i terreni e l’acqua contaminati da petrolio e altre sostanze chimiche è relativamente semplice ma molto efficace.
Si chiama biorisanamento: piantare vegetazione che rimuove naturalmente gli inquinanti nel terreno, senza la necessità di rimuovere sostanze chimiche e smaltirle altrove.
Viene chiamata sul luogo delle fuoriuscite di petrolio – dove sostanze chimiche e metalli pesanti come mercurio, piombo e cromo fuoriescono nel terreno – e monitora e controlla l’inquinamento.
Dal 2003 lavora nel Delta del Niger, il “giardino della Nigeria” che ha profonde riserve di petrolio e gas.
Quando era una studentessa per il suo dottorato scoprì che i rifiuti della raffinazione del petrolio stavano soffocando le risorse naturali dell’acqua, causando conflitti tra la comunità e la compagnia petrolifera che lavorava nella zona. Eucharia spiega, grazie alla dimostrazione molto documentata, che la causa del problema con prove alla mano sono le compagnie di idrocarburi stesse, riuscendo a convincere la compagnia basata in Nigeria a cambiare il modo in cui estraeva il petrolio.
Questo uso della scienza per dimostrare quanto afferma durante dispute, legali meno, violente, è ciò che le è valso il premio Maddox.
Ciò che la contraddistingue è la sua diplomazia: conquistare la popolazione locale e persuadere le compagnie petrolifere a pagare per la «rimessa in moto» dell’habitat naturale.
Dopo aver subito gli effetti di un grave inquinamento per decenni, un gruppo sempre più numeroso di persone opposte a questa situazione si sono rivolte ai tribunali per ottenere giustizia. Nel 2021 un tribunale olandese ha stabilito che la società Shell doveva risarcire gli agricoltori a tutti i costi.
Per coinvolgerli, Eucharia ha sempre ribadito che la popolazione locale deve sentirsi coinvolta nella soluzione e non altrimenti.
“Se non ti impegni correttamente con le persone, corri il rischio di essere anche “intesa”. Per prima cosa incontro il capo della comunità, la leader delle donne, i leader dei giovani”, dice.
Eucharia è più che convinta che la terra contaminata dovrebbe essere ripristinata in modo che le colture possano crescere di nuovo e la pesca sia resa possibile, quando invece le comunità, talvolta, si concentrano solo sulla compensazione finanziaria.
Nonostante le siano stati offerti posti di lavoro in prestigiose università statunitensi, dice di essere rimasta a lavorare nel Delta del Niger, perché ha “la missione di rendere grande il mio paese”.
Molti ambientalisti considerano indubbiamente le compagnie petrolifere internazionali un nemico per la flora e la fauna del nostro pianeta. Addirittura Amnesty International e Friends of Earth hanno inoltrato petizioni con tanto di leggi stampate per chiedere a tutte queste compagnie petrolifere di rispondere più favorevolmente alle comunità indigene lasciate con problemi di salute, senza acqua potabile e con i loro mezzi di sussistenza distrutti.
Ma Eucharia dice che non è interessata a schierarsi contro tutto e tutti. “Non siamo qui per la battaglia. Vogliamo solo che le persone siano responsabili”, dice. “Essere responsabili è più importante che combattere. È più duraturo”.
Senza parlare di minacce scritte e verbali. Nel 2020, mentre documentava una nuova fuoriuscita di petrolio, ha ammesso di essere stata minacciata da una compagnia petrolifera che le ha confiscato dati e attrezzature. Sostenendo che anche la direzione di una compagnia l’ha sfidata e minacciata, dicendo che come donna, non dovrebbe essere autorizzata a lavorare lì.
Nonostante il rischio sempre presente di violenza e minacce, Eucharia continua a battersi per rimettere il suolo del suo paese allo stato iniziale, perché crede che “madre natura mi abbia chiamato a diventare ed essere un amministratore della flora e fauna nostrana”, ma sopratutto perché è più che convinta che si tratta di una battaglia per il bene di tutti!
“Il potere della scienza è che le persone possono dimostrare che questo non è stato fatto sulla base di pregiudizi o interessi personali di qualcuno”!
© BBC – Eucharia ha sviluppato tecniche che rimuovono gli inquinanti dal suolo utilizzando le piante
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