Un centinaio di foto per mille certezze
AUTORE
- Véronique De Viguerie
Prima donna in vent’anni: la fotografa francese Véronique de Viguerie ha vinto nel 2018 a Perpignan il premio più prestigioso del festival internazionale di fotogiornalismo, Visa pour l’image, per il suo servizio sulla guerra in Yemen..
CASA EDITRICE
- REPORTERS SANS FRONTIERES
100 PHOTOS POUR LA LA LIBERTE DE LA PRESSE
100 Photos pour la Liberté de la Presse
di Véronique DE VIGUERIE
REPORTERS SANS FRONTIERES | Data di uscita: 2019 | ISBN :
Perpignan 2018, ennesimo Festival International du Photojournalisme, Visa pour l’image, un numero incalcolabile di foto, sensibili, delicate ma anche straordinarie, non so se avrei il coraggio di fare quello che fanno tutti questi giornalisti che rischiano la loro pelle ad ogni angolo di strada, sempre se la strada esiste…
Non riesco talvolta a crederci, talvolta le immagini sembrano non essere vere, ma purtroppo lo sono tutte, reportages spesso difficili da guardare, fotogrammi della vita di parecchi che non hanno avuto la stessa fortuna che la mia, cioé nascere in un’altra parte del globo.
Tutto qui.
Per essere totalmente onesto con tutti voi, partecipo spesso e volentieri a manifestazioni del genere, imparare a conoscere la storia di altri esseri viventi su questa terra è sempre stato uno dei motori di quello che leggo e di quello che talvolta riesco ad afferrare e intendere, anche attraverso le fotografie di un fotografo o fotoreporter nel bel mezzo di un deserto di rottami o cadaveri disseminati un po’ dappertutto.
E poi ho scoperto quanto segue, comprato in trenta secondi dopo aver aperto la pubblicazione, messa giù un’ora circa dopo aver pagato il prezzo di acquisto, neanche 10€…
Le foto racchiuse in questo volume/album raccontano tutte una storia, foto scattate in pratica dappertutto, da una parte all’altra di zone in pieno conflitto, dalle ragazze fatte prigioniere da Boko Haram in Nigeria alle combattenti Curde contro le truppe dello stato islamico in Irak, la guerra contro la droga nelle Filippine, ma anche gli abitanti della “Giungla” di Calais, in Francia.
Foto sempre con uno scopo ben preciso, raccontare quella verità che pochi saprebbero “raccontare” anche con le parole, come un reportage nello Yemen del Nord, nel bel mezzo di un conflitto talmente sanguinante, straziante e tormentato. Molto pochi hanno avuto questo”coraggio” anche se non so proprio se lo si può catalogare come coraggio, penso sempre con le mie meningi.
Tutte le foto sono molto belle, talvolta difficili da guardare ma scattate sempre senza alcun “filtro”, senza nessun velo di protezione, la sola e piatta verità, momenti di vita vissuta in posti dove non c’è acqua potabile, da mangiare ancora meno e con una maledetta mania di sentirsi sparare addosso appena girato l’angolo.
Se riuscite a trovarlo dalle vostre parti, compratelo, ve lo consiglio ad occhi chiusi, oddio forse sarebbe meglio tenerli aperti per riuscire ad ammirare le foto scattate.
Parola di Diego…
TRAMA
Tratto dal sito RSF :
Reporters sans frontières (RSF) vous propose de découvrir les incroyables photos de Véronique de Viguerie, lauréate du Visa d’or Paris Match News et du Visa d’or Humanitaire du Comité International de la Croix-Rouge (CICR) 2018. Au gré de ses reportages, accompagnée de sa soeur de plume Manon Quérouil-Bruneel, cette photoreporter au coeur vaillant a été femme de taliban dans la vallée de Swat, acheteuse de terres rares en Mongolie-Intérieure ou pensionnaire d’un bordel à Damas… De ces moments intenses, Véronique de Viguerie rapporte des images puissantes et poignantes et une affection particulière pour celles et ceux qui refusent leur sort.
On la retrouve sur tous les fronts, trouvant le meilleur angle et déclenchant de violentes émotions : les lycéennes enlevées par Boko Haram au Nigéria, les combattantes kurdes contre l’État islamique en Irak, la guerre contre la drogue aux Philippines, mais aussi les forçats de l’industrie en Chine ou les habitants de la « jungle » à Calais…
En 2009, elle reçoit le 3e prix au World Press Photo, en 2010 le prix Bayeux-Calvados des correspondants de guerre. Sa conception de son métier, dont les moteurs sont l’urgence et l’humanité, lui a fait parcourir le monde, de la Colombie à l’Irak, de la Somalie au Pakistan, souvent dans des conditions très périlleuses. Celle qui se présente ironiquement comme « photoreporter de guerre, mère de deux enfants, blonde et pas stupide » ne cesse d’être animée par le désir de montrer « ce qui a besoin d’être vu ».
CI HANNO SCRITTO