IL CORTILE SSB

30/10/2009 | TRE MINUTI CON...

Mahjoub Bassam

Sono nato a Beirut il 17/09/62 da padre libanese, Ibrahim ex salesiano negli anni cinquanta e da madre abruzzese. Ho frequentato la sezione libanese dal 68 al 76 ho sempre desiderato da piccolo far parte della vostra sezione, purtroppo non ero in grado di poter scegliere. Ricordo che mi piaceva parlare in italiano con gli altri ragazzi della mia eta’ durante la ricreazione.
Ho lasciato il Libano per l’Italia con la famiglia nel 83. Ci siamo imbarcati dal porto di Beirut con il contingente italiano, un’operazione che fu organizzata dall’ambasciata per i pochi italiani rimasti in quel difficile periodo. Purtroppo non riuscendo a conciliare gli studi con il lavoro e per necessita’ familiare, ho scelto malgrado tutto d’abbandonare l’univeristà.
Mi occupo di acquisti in un’azienda metallurgica situata nella provincia di Teramo. Sono sposato con Stefania, abbiamo 3 figli Sarah (17), Omar (15), Nada (13).

1. Com’era Beirut ai tuoi tempi e quali sono i tuoi ricordi più importanti di allora?

Sempre stata cosmopolita, caotica, piena di vita, multietnica. Penso che tutti noi abbiamo avuto degli amici e vicini di casa  musulmani e cristiani. Questa specie di convivenza straodinaria distingueva il suo aspetto tollerante e civile.
Abitavo a Sanaye’ vicino alla radio di Beirut. Mi recavo a scuola a piedi. Ma un bel  giorno ci siamo trasferiti vicino Jounieh, da quel giorno sono inizati le mie angosce. Mai arrivato in orario per colpa di quel gran traffico fuori Beirut. Preferivo perdere l’aereo che affrontare certe situazioni in prima mattina. Prima père Piquan nostro preside o Don Michel, a  seguire l’insegnante della prima ora “kil yom heik? Tutti i giorni cosi?!”
Quando partiva Afif  e gli altri pulmini la scuola  era deserta. Papa’ mi veniva a riprendere solitamente nel tardo pomeriggio .
Ma quando s’incontrava con Don Filie’ (suo ex prof.di disegno) nell’atelier, era la fine, non c’era speranza  d’uscire da quel cancello.
Mi ricordo la visita di Aldo Moro alla scuola. Feci parte del coro che canto’ l’inno libanese organizzato da Don Bechir. Le prove iniziarono un mese prima! E quando era tempo di  kermesse, che fatica riuscire a vendere tutti quei biglietti della lotteria.
Dopo la chiusura della scuola, l’oratorio era il luogo ed il passatempo dei ragazzi, che  frequentavo volentieri fino alla chiusura definitiva nel 78. Eravamo molto legati con chi era rimasto, come Don Morazzani, Don Michel, père Jack (don Giacomo), Afif, Don Paoloni che purtroppo lo vidi fino a 5 minuti prima della sua scomparsa perchè ero vicino a lui mentre che giocavo a pallacanestro con il mio compagno Gaby Costantine. Ci siamo salvati per miracolo  perche’ ce ne siamo andati via in tempo  quel pomeriggio, e quando ero arrivato vicno all’hotel Bristol caddero le bombe dentro la scuola!

2. In che modo pensi che gli anni di scuola a Beirut abbiano influenzato la tua vita successiva?

La scuola non era solo gli studi, ma mi ha trasmesso validi insegnamenti e valori morali. Grazie ai don e a tutti i nostri insegnanti che ci sono stati vicini ed attenti  come dei genitori. E’ quello che cerco oggi di trasmettere ai miei figli da quegli insegnamenti acquisiti nella mia ex scuola.

3. Con quali persone di allora sei rimasto in contatto in questi anni?

Purtroppo la guerra ci ha dispersi  durante tutti questi anni. E l’unico contatto che ho sempre mantenuto, è stato con le mie care cugine Rita e Carla Toiani ex salesiane anche loro perché abitiamo nello stesso paese (Giulianova). Ma grazie a FB sto ricontattando degli ex compagni di classe.

4. Saresti rimasto a Beirut dopo aver finito la scuola? E pensi che la tua vita sarebbe stata diversa?

Non credo che sarei rimasto. Perché’ nell’83 quando sono andato via era il periodo peggiore della guerra. Non si prospettava nessun futuro. Il mio desiderio era di studiare medicina in Italia. Purtroppo le circostanze non me l’hanno permesso.

5. Pensi un giorno di ritornare in Libano? E se si o no, perché?

Ci tornerei volentieri ma solo per vacanze. Ho tanti parenti ed  amici che ci sentiamo spesso. La mia famiglia e gli interessi della stessa non mi permettono di allontanarmi da qui cosiderando che ho vissuto  piu tempo in Italia che in Libano.

6. Sei interessato/a a partecipare a riunioni future di ex-allievi? Cosa ti è piaciuto o non piaciuto in quelle degli ultimi anni? Quali sono i tuoi consigli in merito?

Si sarei molto interessato, anche per confrontarci, per raccontarci. Non posso rispondere alla seconda domanda in quanto non ho partecipato agli incontri precedenti.
Preferibile non organizzare gli incontri tutti gli anni per non far perdere fascino all’evento. Concedere il tempo necessario agli organizzatori per elaborare nuove idee ed iniziative, e tempo  alle nuove presenze  per maturare le loro decisioni, in quanto  non tutti sono presenti in Italia.

7. Cosa pensi di questo sito web e come lo vorresti?

Innanzitutto grazie a chi sta dietro questo grande progetto e lavoro. Visto le statistiche pubblicate farebbe capire che sta riscuotendo molto successo.
Suggerisco di creare link o traduzioni in inglese e francese per facilitare l’incremento delle partecipazioni anche da chi non conosce l’italiano.
Un ex compagno di scuola libanese (Paul Nader) m’ha riferito che la mamma gli fatto la traduzione e l’ha trovato emozionante.

MAHJOUB BASSAM

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