Sergio Leone non é più da solo…
Vinto l’unico Oscar per la musica di un film alla bella età di 87 anni, uno si domanda che caspita aspettavano per darglielo sto benedetto Oscar…
Foto originale trovata su internet, ©IMDB
Oggi, purtroppo, é partito per altri lidi un certo Ennio Morricone, amico d’infanzia di Sergio “Per un pugno di $$” Leone, hanno fatto addirittura le elementari assieme, un Maestro non soltanto con lo spartito in mano ma anche di vita, di certezze proprie a tutte quelle persone che sapevano fin da ragazzini che cosa avrebbero fatto più tardi.
Figlio d’arte, papà musicista e che gli ha insegnato a leggere la musica fin da bambino, ha scritto la sua prima composizione musicale alla bella età di 6 anni, no non sto esagerando ha scritto le prime note a quella età parola di Diego, si ritrova abbastanza presto a scrivere pezzi di musica per cantanti che andavano per la maggiore in quegli anni del dopo guerra e anche a scrivere pezzi chiamiamoli più sofisticati per la RAI e anche per Orchestre Sinfoniche un po’ dappertutto, sia in Italia che fuori. E poi…
E poi il resto lo conosciamo tutti, con Sergio Leone hanno scritto un pezzo della storia del Cinema inteso come Arte pura e dura, a cui fanno riferimento ancora ai giorni nostri.
Un grande musicista, un grande uomo e fra tutte le melodie che ci ha regalato da più di 70 anni ve ne consiglio una che ho sempre messo al disopra di tante altre e mentre sto scrivendo queste righe sto appunto ascoltando “The Ecstasy of Gold” che accompagna una delle più straordinarie scene de “il Buono, il Brutto, il Cattivo”, ogni volta che l’ascolto mi viene la pelle d’oca, proprio come adesso.
Ciao Ennio, ci vediamo fra qualche anno…
La musica esige che prima si guardi dentro se stessi, poi che si esprima quanto elaborato nella partitura e nell’esecuzione.
Sono parole di Ennio Morricone, assomigliano molto a parole che vengono pronunciate talvolta in una qualsiasi Omelia, sono sopratutto parole di vita, talvolta molto complicate a mettere in atto.
Quando partimmo per Beirut, papà aveva portato con sé anche il primo giradischi che era riuscito a comprare, a quei tempi i giradischi avevano tutti tre tipi di velocità, 33 giri, 45 giri ma anche i famosi 78 giri, c’erano ancora molti dischi di quell’epoca che giravano appunto a 78 giri, anche se debbo dire che se ne trovavano molti di più agli inizi degli anni ’60 che giravano a 33 di giri. I 45 avrebbero spopolato qualche anno più tardi.
Tutti i suoi dischi, di papà s’intende, erano tutti dischi dei cantanti d’epoca, Gino Latilla, Odoardo Spadaro, Claudio Villa, insomma artisti che erano abbastanza conosciuti e famosi ma che per mio fratello e per il sottoscritto erano in pratica per il reparto geriatrico di qualsiasi ospedale. Noi si ascoltava ormai gli inizi del Celentano, della Mina e di tanti altri che stavano sgambettando per trovare un posto al sole con un 45 giri in mano.
E poi un patatrac grande come una casa, arrivano i Beatles e Le Pietre Rotolanti, arriva un sacco di gente e arriva anche “Per un pugno di Dollari” con in pratica un disco 33 giri completo di fischi, chitarre elettriche, il famoso scacciapensieri sardo e cantori che cantavano frasi che non si capiva per niente e lì, dopo aver rotto i cosiddetti palloncini a papà e mamma per circa tre mesi, ci siamo messi a far girare il 45 giri con quattro pezzi della musica del film, due per parte, praticamente 24 ore su 24, mamma girava con i fazzoletti nelle orecchie.
Abbiamo distrutto il disco, era sul giradischi appunto dalla mattina alla sera ed un bel giorno non girò più, l’avevamo “consumato” ma veramente consumato, roba da pazzi. E dopo aver risparmiato i soldi della domenica, cioè quelle pochissime piastre che ci “regalavano” come paga domenicale, siamo riusciti, Daniele ed io, a compraci lo stesso disco ma del film successivo, “Per qualche dollaro in più”, altro giro altro regalo…
Quella musica non l’ho mai dimenticata e sfido chiunque di voi a non fischiare il pezzo di inizio del “Buono-Brutto-Cattivo”, quello che fa il verso della iena, lo conosciamo tutti e addirittura l’hanno talmente scopiazzato e plagiato che miriadi di marchi di pubblicità fanno tutti ancora il verso della famosa iena anche per vendere mutandine per bambini, vai a sapere il perché poi…
Leone girava i film, dopo il primo western, con la musica di Morricone a volume massimo, facendo in maniera che i personaggi del film girassero la scena con il ritmo della musica “imposta”, ed ecco perché talvolta certe scene sembrano più lunghe del solito. Leone, appunto, lasciava i personaggi ruotare attorno alla musica piuttosto che il contrario, cioè far quadrare la scena con un arrangiamento musicale scritto dopo.
Con la scomparsa di Morricone si é purtroppo chiuso un capitolo del cinema internazionale, ma anche del nostro cinema italiota, un regista ed un compositore che sono stati “copiati”, “ricopiati”, ri-ri-ricopiati per quasi 60 anni, forse una ragione ci sarà…
CI HANNO SCRITTO