Saluti e notizie da Betlemme

da | 19/12/2022 | DAI NOSTRI INVIATI | 0 commenti

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Le ULTIME da Betlemme, Don Gianni ci ha inviato quanto segue e che pubblichiamo senza aspettare l’indomani…

Carissime Amiche e Amici,

Alcuni mesi fa sono stato trasferito alla comunità salesiana di Betlemme, dove mi trovo molto bene in compagnia di don Jacques Amateis e don Lorenzo Saggiotto. Per riprendere con voi la conversazione comincio a inviarvi due recenti documenti sulla situazione generale in Terra Santa, e alcuni flashes di cronaca.

Il primo documento è la dichiarazione rilasciata dai Capi delle Chiese Cattoliche (AOTS), che fa un bilancio dal punto di vista politico e sociale, con toni piuttosto preoccupati. Il secondo è il resoconto redatto dal laico incaricato del settore amministrativo per il Patriarcato Latino di Gerusalemme; i dati sono abbastanza confortanti.

Per la cronaca: l’Unione delle associazioni giovanili cattoliche ha celebrato con larga partecipazione alcune giornate di formazione spirituale e di festa a Betlemme, in diverse parrocchie della West Bank, e a Nazaret per i giovani della Galilea Israeliana. Quest’ultimo incontro si è svolto nei locali della nostra scuola salesiana e nell’annesso santuario di Gesù Adolescente (la più bella basilica della Terra Santa). Potete vedere il servizi con foto e video sul sito lpj.org sotto il titolo “Giovani Cristiani” in data 19.11.2022 e 12.12.2022. Nonostante le difficoltà di vario genere, è ammirevole l’entusiasmo che continuano a dimostrare per la formazione dei ragazzi e giovani cristiani, decine di animatrici e animatori, in collaborazione con suore e preti, consapevoli che stanno mettendo basi solide per un futuro migliore.

Nel nostro piccolo, noi Salesiani di Betlemme abbiamo organizzato per tre sere un “Christmas village” per le famiglie della città. Un evento di carattere culturale, artistico e ricreativo (a margine anche enogastronomico), che ha permesso a circa 4500 persone di trascorrere insieme bei momenti di festa, lasciandosi alle spalle i due anni di lockdown da Covid. Un’altra particolarità sono i preparativi che i numerosi gruppi Scout di Betlemme stanno intensificando in vista delle giornate di Natale, compreso il nostro maxigruppo “Don Bosco” che festeggia quest’anno il primo centenario di attività.

Infine vi segnalo che la troupe di padre Enzo Fortunato, Francescano del Convento di Assisi, ha girato un breve video sul nostro forno di Betlemme, per farlo conoscere meglio e per ringraziare i tanti benefattori che ci sostengono. Il servizio andrà in onda nel periodo natalizio …

Auguri di ogni bene. Ci risentiamo presto.

Don Gianni

Terra Santa. Dichiarazione dei Capi delle Chiese Cattoliche

SIR, 12 Dicembre 2022 | dall’inviato Daniele Rocchi 

 (da Gerusalemme) Con Benjamin Netanyahu impegnato a definire in queste ore la formazione del nuovo Governo di Israele, l’Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa (Aocts) ha diffuso oggi una dichiarazione nella quale si esprime “preoccupazione sulla vita politica e sociale delle nostre comunità”. La nota, pervenuta al Sir, si apre con l’auspicio che “il nuovo governo possa portare stabilità politica” accompagnato, tuttavia, dalla denuncia per “il progressivo deterioramento della situazione sociale e politica generale in Terra Santa”. Sotto accusa è “il contesto politico” nel quale si sta formando il nuovo governo: “Alcune dichiarazioni di membri che fanno parte della coalizione governativa – si legge nella dichiarazione – sono molto controverse nei confronti della comunità araba o comunque non ebraica. Sono contrarie allo spirito di convivenza pacifica e costruttiva tra le varie comunità che compongono la nostra società. Tali dichiarazioni favoriscono coloro che in questo paese vogliono la divisione. Crea sfiducia e risentimento. Hanno gettato le basi per ulteriori violenze. La violenza nel linguaggio inevitabilmente, prima o poi, si trasforma anche in violenza fisica”. Da qui l’augurio che “sotto questo governo, l’attenzione delle autorità civili del Paese venga ricondotta con equità alle diverse comunità che compongono la società israeliana, evitando discriminazioni o preferenze”.

Più attenzione alle comunità arabe. Per gli Ordinari cattolici “è necessario prestare maggiore attenzione alle comunità arabe in Israele e prendersi maggiormente cura dello sviluppo delle città arabe. Siamo preoccupati per la violenza e la mancanza di sicurezza all’interno della comunità araba in Israele, ferita da continui incidenti e criminalità diffusa. Questi rendono la vita delle famiglie sempre più fragile”. Davanti a queste evidenti tendenze di “divisione e violenza”, scrivono gli Ordinari cattolici, “educare i nostri figli è il più urgente di tutti gli sforzi. L’istruzione, sia negli ambienti ebraici che in quelli arabi, richiede maggiore attenzione da parte delle autorità. Il futuro delle nostre comunità dipende da come investiamo ora nella formazione e nell’istruzione. Le scuole cristiane in Israele – denuncia la Dichiarazione – sono, ancora una volta, sull’orlo di una crisi. I recenti tagli ai finanziamenti governativi mettono a repentaglio il futuro di parecchie delle nostre istituzioni educative, che svolgono ancora un ruolo importante nel campo dell’istruzione all’interno della nostra società”. Gli ordinari cattolici ribadiscono che “i lavoratori stranieri, i richiedenti asilo e i loro figli fanno parte della vita della Chiesa. Siamo nuovamente chiamati a dare voce a tanti che vivono in una sorta di limbo giuridico, senza adeguate garanzie e senza chiare prospettive per il loro futuro”.

Impennata della violenza. Lo sguardo dell’Aocts si allarga poi anche a quanto sta accadendo in Palestina e nei Territori occupati, dove, si legge nella Dichiarazione “la situazione sta progressivamente e rapidamente deteriorando” come risulta anche dai numeri”. “Quest’anno –ricordano gli Ordinari cattolici – abbiamo assistito a un’impennata della violenza, con il più alto numero di vittime palestinesi da oltre vent’anni. La violenza dei coloni negli insediamenti è sempre più in aumento. La superficie abitabile a disposizione della popolazione palestinese continua a ridursi, a causa della crescita sostenuta degli insediamenti. Stiamo anche assistendo ad attacchi alla popolazione ebraica. La violenza non è mai giustificata e va sempre condannata, da qualunque parte provenga. Nessuno dovrebbe morire perché è ebreo o perché è arabo”. Critiche sono rivolte anche all’arresto e alla detenzione di diversi minori palestinesi soprattutto a Gerusalemme est. “L’arresto e la detenzione di minori”, per gli Ordinari cattolici, “non dovrebbero mai essere una norma in un paese democratico. Tutti, specialmente i giovani, hanno il diritto di vivere in pace e sicurezza, di costruire un futuro migliore e di essere trattati con giustizia e dignità. La vita umana e i diritti umani dovrebbero essere rispettati”.

Processo di pace assente. Sullo sfondo di questa situazione non si può non notare “l’assenza di un vero processo di pace, basato sul diritto internazionale”, assenza che per l’Aocts, “porterà a maggiori sofferenze. La violenza è la conseguenza di una profonda sfiducia e forse anche odio, che si sta radicando nel cuore delle due popolazioni, israeliana e palestinese. È responsabilità comune di tutti, in particolare dei leader religiosi e politici di tutte le confessioni, promuovere il rispetto reciproco e non la divisione o sentimenti di odio”. I leader cattolici chiedono che siano garantite ai palestinesi “dignità e libertà nella propria terra, che sia data una soluzione stabile e giusta ai cinque milioni di palestinesi che vivono nei Territori Occupati, e che in Terra Santa tutte le comunità nazionali abbiano pari diritti”.

Segni di consolazione. La Dichiarazione si chiude con dei “segni di consolazione”: su tutti il ritorno dei pellegrini in Terra Santa che riporta “vita e movimento nelle strade e nei vicoli della Città Santa, di Betlemme, di Nazaret e degli altri luoghi di pellegrinaggio, e dona così il sorriso a tante famiglie, non solo cristiane, che ritrovano il proprio lavoro. Questo afflusso di pellegrini porta non solo prosperità materiale, ma anche maggiore consapevolezza e attenzione alla Terra Santa e ci fa sentire che non siamo dimenticati. Ci sono, inoltre, “molte persone, associazioni e movimenti locali, di diversa estrazione nazionale e religiosa” che desiderano “costruire amicizia e solidarietà in questo contesto di divisione sociale. Il loro amore ci fa sperare e credere che ci siano ancora forti ‘anticorpi’ nella nostra società, cioè coloro che vogliono ancora reagire alle sempre più forti tentazioni di chiusura e di rifiuto del dialogo e dell’incontro, con iniziative di incontro e di solidarietà aperte a tutti”. La Dichiarazione termina con le parole di Papa Francesco che all’Angelus del 27 novembre esprimeva “preoccupazione l’aumento della violenza e degli scontri che da mesi avvengono nello Stato di Palestina e in quello di Israele” e auspicava il ritorno al dialogo delle autorità israeliane e palestinesi. “Invitiamo – concludono gli Ordinari cattolici – tutte le nostre comunità a pregare per la pace a Gerusalemme, in Terra Santa e in ogni luogo del mondo dove la violenza, l’odio e la divisione sono fonte di sofferenza”.

Progetti umanitari in cantiere nel 2022

Dal sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme | 13 Dicembre 2022 

Un altro anno è alle nostre spalle e, dato che mancano pochi giorni a Natale, è un buon momento per guardare indietro e riflettere sui molti successi e sfide. Con il ritorno alla normalità e l’abolizione della maggior parte delle restrizioni sanitarie e di viaggio, è bello vedere i pellegrini e i turisti che tornano in gran numero in Terra Santa e riempiono le strade strette e le chiese non solo per pregare, ma anche per offrire solidarietà ai loro fratelli e sorelle, per non parlare del ritorno a un reddito e a un sostentamento più normali per le migliaia di famiglie che dipendono dal reddito dell’industria del turismo che si era completamente fermato durante l’apice della pandemia. Tuttavia, mentre un settore migliora, dobbiamo ancora fare i conti con l’aumento dell’inflazione e dei costi a causa della guerra in Ucraina, per non parlare del forte calo dei tassi di cambio, soprattutto dell’euro. I bilanci accuratamente progettati e approvati devono essere modificati a causa di questi fattori che sfuggono al nostro controllo, portando a un aumento dei deficit operativi.

Negli ultimi mesi ho avuto il privilegio di viaggiare in diverse località e di partecipare a una serie di eventi virtuali per sostenere il nostro lavoro e sensibilizzare l’opinione pubblica sui bisogni locali. Negli Stati Uniti è stato un piacere assoluto condividere la nostra gioia con i membri delle Luogotenenze del Mid-Atlantic e del Northeastern, oltre a tenere una conferenza alla Georgetown University per celebrare la vita del defunto p. Drew Christensen, che ha dedicato la sua vita alla difesa della pace e della giustizia, soprattutto in Terra Santa. A ciò si è aggiunta la partecipazione a una serie di incontri virtuali tra i luogotenenti europei e latinoamericani dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme, nonché un podcast (contenuti audio diffusi via internet) per i membri delle luogotenenze nordamericane. Il risultato di tutti questi incontri è il solido interesse e il sostegno di tutte queste comunità ai loro fratelli e sorelle in Terra Santa, nonostante il fatto che molte comunità soffrano ancora per le conseguenze della pandemia. La visita della Commissione di Terra Santa, avvenuta a settembre dopo una pausa di tre anni, ha incluso molti incontri con i beneficiari dei nostri vari programmi e ampie visite in loco. È stato molto rassicurante ascoltare le valutazioni positive indipendenti del lavoro, poiché i membri hanno dichiarato di essere soddisfatti dell’attuazione del progetto, soprattutto nelle condizioni della pandemia. Un’altra opera in corso è la costruzione di una nuova chiesa nel luogo del battesimo, finanziata per la maggior parte dalla famiglia Mu’asher in Giordania. Un impegno senza precedenti e la generosità locale offriranno una nuova sede per i pellegrini in Giordania, una volta completata.

A livello locale, le numerose visite sul campo, in Giordania e a Gaza, ci rendono ancora più orgogliosi di ciò che siamo in grado di fare per sostenere le attività pastorali, educative e umanitarie che la Chiesa è in grado di condurre. Sul fronte dell’istruzione, i due sviluppi principali sono stati i numerosi progetti realizzati nelle scuole per migliorare le strutture e la qualità, nonché il ritorno di oltre 400 studenti nelle varie scuole della LPJ (Patriarcato Latino di Gerusalemme) in Palestina e in Giordania, ora che l’istruzione online è alle spalle e molti hanno scelto di tornare all’istruzione di qualità offerta dalle nostre scuole parrocchiali. La vita pastorale della diocesi è tornata a pieno ritmo, con migliaia di partecipanti alle attività giovanili, ai campi estivi, ai ritiri spirituali e alle visite ai luoghi sacri, e alle attività scout, per citarne alcune. La celebrazione annuale di Nostra Signora Regina della Palestina a Deir Rafat ha attirato un numero record di fedeli locali e internazionali, uno spettacolo che non si vedeva da molti anni. La Chiesa di Cipro, che fa parte della diocesi e che per lungo tempo è stata poco curata, riceverà presto maggiore attenzione. Pochi giorni fa, Sua Beatitudine ha inaugurato i locali del nuovo edificio del Vicariato e ha insediato un nuovo Vicario, come primo passo per espandere il nostro lavoro pastorale in quella zona. A Gaza, una recente visita sul campo con il Vice Cancelliere dell’Università di Betlemme aveva lo scopo di prestare maggiore attenzione ai bisogni di questa piccola ma vivace comunità e di iniziare a esplorare possibili collaborazioni future.

Per quanto riguarda i vari programmi umanitari, la domanda delle varie componenti ha continuato ad essere elevata, poiché gli effetti della pandemia richiederanno un certo tempo per tornare alla normalità. La domanda dei programmi principali di medicinali, assistenza medica, assistenza sociale e sostegno all’istruzione sta lentamente tornando ai livelli precedenti la pandemia, mentre la domanda dei programmi speciali rivolti ai rifugiati iracheni, all’occupazione giovanile a Gaza e a Gerusalemme Est è aumentata, poiché lo stato di questi programmi non è cambiato, se non per le maggiori sofferenze dovute alle influenze politiche. In tutti i casi, è rassicurante vedere che migliaia di persone sono state assistite attraverso i vari programmi e che un po’ di sollievo è stato portato alle persone più emarginate. La transizione verso una serie di programmi di potenziamento e rafforzamento delle capacità, tra cui il programma AFAQ in collaborazione con l’Università di Betlemme e vari programmi di sviluppo per giovani e donne, ha avuto un inizio molto positivo con l’obiettivo di aiutare le persone ad aiutarsi da sole e a dipendere meno dal sostegno della Chiesa.

Per quanto riguarda la scena politica locale, il problema palestinese non è più una priorità, poiché i conflitti interni palestinesi continuano senza un chiaro percorso di riconciliazione. Le ultime elezioni in Israele, i cui risultati porteranno presto all’insediamento del governo di destra più radicale della storia di Israele e perlopiù si temono politiche dure nei confronti dei palestinesi che potrebbero allontanare ogni possibilità di risoluzione pacifica di questo conflitto pluridecennale e così intensificare i conflitti interni alla società israeliana, poiché i nuovi cambiamenti radicali polarizzare ulteriormente la società ebraica israeliana. Nonostante tutto questo, siamo fiduciosi che la Chiesa continuerà a svolgere il suo lavoro come ha fatto per secoli, per essere un faro di speranza per i più bisognosi.

Buon Natale a tutti i nostri amici e sostenitori nel mondo. Grazie per il vostro continuo sostegno morale e finanziario. Continuate a pregare per noi e speriamo di vedervi in Terra Santa nel prossimo futuro.

Sami El-Yousef 

Amministratore delegato

Festa di Cristo Re: in Galilea primo incontro dei giovani.

NAZARETH – Sabato mattina, 19 novembre 2022, i giovani cristiani di tutte le età si sono riuniti da tutta la Galilea presso la Scuola Salesiana (Don Bosco) di Nazareth per partecipare al primo incontro di tutti i movimenti cristiani delle parrocchie del Patriarcato latino in Galilea. L’evento, organizzato da don Ramez Twal, cappellano generale della Gioventù di Galilea, ha segnato la celebrazione della festa di Gesù Cristo Re, celebrata dalla Chiesa l’ultima domenica dell’anno liturgico. Nell’occasione si sono svolte diverse attività per ricordare ai giovani chi è Colui che regna nei loro cuori e sulla loro vita; hanno partecipato anche diversi vescovi, sacerdoti, e fedeli: la giornata si è conclusa con una Messa presieduta da mons. Rafiq Nahra, vicario patriarcale per Israele.

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