IL CORTILE | SACERDOTI & CO

La Leta Temistocle Don

Purtroppo il nostro caro don La Leta è mancato a Beirut, il giorno 30/09/1973 a 92 anni.
Un saluto molto caro e amichevole da parte nostra a tutti coloro che se ne sono purtroppo già “iti”…

Il Cortile

Alunni & Co, SSB

Il decano dei salesiani di Beirut, ancora dal portamento sostenuto nonostante sfiorasse la novantina. Era il confessore e confidente di molti; sempre il primo a entrare e l’ultimo a uscire dalla cappella, vicino alla porta di fondo. Sulla talare qualche resto delle pizzicatine di tabacco da naso “Sun di Spagna” o “Sant’Antonino” di cui Don Carlesso lo riforniva. Siciliano furbo, ma anche molto buono, affettuoso come un nonnino.

Ogni giorno, dopo la siesta, passava in direzione o da “Afif” a rifornirsi di caramelle, cioccolatini o merendine, usciva dal portone laterale, faceva il giro dell’isolato e tornava dopo aver distribuito tutto ai ragazzi che incontrava per strada; qualcuno lo seguiva e prima o poi si fermava a giocare all’oratorio …

Come incaricato degli interni, toccava a me assisterli a mensa, accompagnarli in cortile per la ricreazione e poi riscendevo in refettorio a pranzare con quel che Moussa aveva tenuto in serbo o riciclato. Don La Leta era lì che mi aspettava: “Mangi senza fretta se non vuole rovinarsi lo stomaco. Non si preoccupi dei ragazzi: ora sono in ricreazione, non fanno peccati … “; e si fermava a farmi compagnia, raccontandomi della sua vita. Era stato lunghi anni in Turchia come direttore della scuola di Istanbul e di Smirne, e per un certo periodo contemporaneamente di entrambe. “Si direbbe che avesse il miracolo della bilocazione!” – commentavo io e aggiungevo maliziosamente: “A proposito, lei ha conosciuto Papa Roncalli quand’era Nunzio Apostolico a Istanbul; si dice che abbia fatto dei veri miracoli e perciò tra poco sarà proclamato santo”. “Nzu!” rispondeva Don La Leta tirando indietro la testa e schioccando la lingua tra i denti con quel tipica espressione arabo-siciliana. “Nzzù! Non sarà mai santo, perché non mi ha trattato bene!” – Non completava la spiegazione, ma questa io la conoscevo già da altri. Raccontavano che Don La Leta, per ingraziarsi i superiori di Torino all’avvicinarsi dello scadere del suo mandato, inviasse loro qualche offerta … Per altro verso però, di tanto in tanto bussava alla porta del buon Nunzio, chiedendo aiuti per la scuola “che versava in cattive acque”. Un bel giorno Roncalli, di passaggio a Torino, fece visita ai superiori e scoprì il giochetto. Da allora Don La Leta cambiò opinione sul Nunzio Apostolico!

Un altro tasto sul quale Don Paoloni lo stuzzicava era la morte … Qualcuno (ad esempio Don Francia) aveva paura e non voleva che nemmeno la si nominasse. Lui invece reagiva tranquillo e perfino sorridente. Con un misto di candore e di furbizia confidava di aver avuto una formale assicurazione da parte di Gesù. “Come, quando?” Sulla parete frontale della cappella c’era un grande crocifisso artistico: “Avete visto che ha il capo chino sulla sinistra?” – spiegava Don La Leta: “Un giorno ero in preghiera e sento che il crocifisso mi chiama, io mi avvicino, e lui, volgendo il capo verso di me dice: – Stai tranquillo, verrò a portarti in paradiso solo dopo che avrai compiuto cent’anni”.
Forse sorella morte era distratta, e venne a prenderlo il 30 settembre 1973 a 92 anni. Lo vestimmo con la mia veste talare, e lo seppellimmo proprio in quel cimitero di El Houssoun che aveva l’apertura dal tetto, dove lui diceva di non voler essere sepolto “perché lassù fa troppo freddo e c’è sempre nebbia!”.

Mancato a Beirut, 30/09/1973 a 92 anni

Gianni Caputa

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