Rinaldo e Settanta anni di vita vissuta
© Foto originali scattate a Roma nel 2007
Un 31 ottobre qualsiasi, giorno del mio compleanno ma anche il giorno di Rinaldo…
Ok, oggi è anche il mio compleanno e ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto, o che mi faranno gli auguri e anche coloro che hanno perlomeno pensato a mandarmi un messaggio o anche coloro che non ne hanno avuto il tempo o la voglia, un brindisi con tutti voi dal sud-ovest della Francia, poco distante da Perpignan, tanto per mettere i puntini dappertutto…
Ma oggi è anche un giorno particolare, difatti il 31 ottobre del 2019 è anche il giorno della scomparsa di uno dei miei compagni di scuola con cui avevamo cazzeggiato anni fa a scuola, sia ad El Houssoun che a Beirut, combinato anche qualche casino e fatto baldoria fino a notte inoltrata, saltando anche il cancello di scuola. Ce ne sono di tutti i tipi e per tutti, no kidding!!!
Rinaldo è arrivato a scuola come un qualsiasi ragazzo di quei tempi ma aveva qualche anno più di noi tutti e conosceva già parecchia gente in quel di Beirut di quegli anni, un iceberg che vagava in acque tranquille ma che diventavano, le acque, molto torbide non appena ci metteva le mani o anche i piedi. Era sempre molto occupato a trovare la “ragazza” con cui uscire durante le ore libere e i vari week-end, aveva un phone book da far spavento con quasi tutti i numeri delle hostess che viaggiavano nelle migliori compagnie dell’epoca e aveva anche parecchi amici che erano come lui rientrati da Jeddah o da altre parti del Golfo Persico, tanti erano i genitori di allora che lavoravano per varie imprese in quella zona, come del resto il papà di Rinaldo.
Mattacchione come nessun altro e talvolta anche rompiballe per scherzi non proprio al di sopra della cintura, nessuno ha mai poi dimenticato il ghigno permanentemente stampato sul viso, come per dire “ve l’ho fatta un’altra volta”, e questo lo aggiungo io per come sia riuscito a “partire” senza dire niente a nessuno, ultimo scherzo personale!
Eravamo in primavera e faceva già caldo abbastanza, tutti a sognare che cosa si sarebbe fatto durante il fine settimana ma per una ragione non ancora del tutto chiara e limpida per via della memoria che incomincia a scarseggiare, Rinaldo ed io eravamo attesi ad una festa fuori dal muro di cinta della scuola e sia lui che io non avevamo nessuna intenzione di perderla questa festa, io dovevo incontrare la Marida, schianto di quegli anni, mentre Rinaldo aveva già la notte programmata con varie “Flight Attendants” che lo aspettavano da un’altra parte e quindi senza pensarci due volte ci siamo arrampicati sul cancello dietro alla piccola chiesetta della scuola, dove i vari genitori parcheggiavano le auto. Ci eravamo preparati come due “spie americane”, messo l’orologio alla stessa ora e ci siamo dati appuntamento nello stesso piazzale per una certa ora del mattino dopo, prima della sveglia s’intende, sveglia che era quasi sempre per le 7 del mattino salvo estate e giorni feriali, ovviamente.
Serata alquanto movimentata per il sottoscritto, ballato tutta la notte e “chiacchierato” molto con la Marida e penso che la nottata andava a gonfie vele per Rinaldo dato che all’ora precisa per il ritorno mi sono ritrovato da solo come un pirla nel parcheggio con la sola auto del Direttore parcheggiata, come al momento di saltare il fosso. Dopo una decina di minuti mi sono anche detto che “questo non torna più” e quindi da bravo soldato ho incominciato a cercare la finestra che avevamo progettato di lasciare aperta grazie ad un “insider” di Bologna, non faccio nomi per carità ma sarebbe quello che andava a dormire con la chitarra sempre accanto, con cui ci eravamo messi d’accordo per il ritorno a scuola.
Solo che anche don Bedon aveva capito la manfrina, c’era anche poco da capire dato che al momento di augurare la buona notte alle differenti camerate c’erano due letti vuoti, uno accanto all’altro, rimasti vuoti per una gran bella parte della nottata e dato che don Bedon aveva qualche anno più di noi aveva anche capito l’andazzo della situazione, o se preferite della nottata! In pratica don Bedon ha fatto il giro di tutte le finestre a pianterreno e ha sistematicamente chiuso a doppia mandata ogni finestra lasciata socchiusa o chiusa male “per caso”. Per dirvela tutta, il nostro “insider” aveva lasciato anche qualche finestra al primo piano e grazie a questo abbiamo potuto, Rinaldo, che nel frattempo era anche arrivato, ed io entrare per una di quelle finestre al primo piano appunto.
La sveglia ufficiale era ad un paio d’ore e sia Rinaldo che il sottoscritto, dopo averci augurato una “buonanotte” corta corta prima della sveglia ufficiale ci siamo girati convinti di sentire don Bedon arrivare per la solita caciara mattutina. Ci siamo svegliati a mezzogiorno, con un biglietto ciascuno sul cuscino, biglietto che ci domandava di recarsi quanto prima dal direttore, don Doveri per tutti, che ci aspettava sull’attenti per una “discussione” a quattro e sei occhi. Urca, qui non si scherza ed è meglio mettersi in moto per non fare troppo tardi.
Morale della favola, appena entrati nel suo ufficio, don Doveri ci ha chiesto o forse dovrei dire “intimato” di sederci nelle due poltroncine di fronte alla sua scrivania e dopo una lavata di capelli senza shampoo e senza asciugacapelli, ha incominciato a prenderla anche sul ridere, quasi dicendo che era una delle prime “scampagnate” serali da quando era Direttore della scuola e ci ha rifilato tre giorni di punizione, in pratica tre giorni senza andare in classe…
Non vi dico la faccia di Rinaldo e la mia, tre giorni di pacchia senza problemi di compiti in classe visto e considerato che c’erano due “esami” in classe previsti, esami in preparazione dell’esame di Maturità di maggio/giugno. E per concludere il tutto, visto e considerato che era già mezzogiorno passato da più di una mezz’ora, ci ha “regalato” un bicchierino di Whisky ciascuno come aperitivo. Per farla breve, dopo il pranzo con tutto il resto della combriccola di interni, Rinaldo ed io ci siamo ritrovati nella stanza dove facevano le ripetizioni i Dummies e ci siamo in pratica addormentati sulle due poltrone, vecchie da morire ma sempre abbastanza confortevoli e ci siamo svegliati per la cena, giornata molto calma, che più calma di così…
Volevo solo salutare Rinaldo da qualsiasi parte si trovi e ricordargli che il 31 ottobre sarà sempre una data speciale per tutti e per me in particolare!!
La foto qui sotto è una foto scattata in quel di Roma nel luglio del 2007 ed insieme a Rinaldo c’è anche la Bruna, anche lei in classe con noi : purtroppo non riesco più ad avere risposte ai messaggi che invio per telefono e spero veramente poterla incontrare ancora appena riesco fare un salto dalle sue parti, ma se qualcuno ha qualche notizia sua in merito sarebbe super se ci potesse tenere informati, un grazie di cuore veramente!!!
Bellissimo racconto
Ti ringrazio Maria Laura, ormai siamo rimasti con i ricordi, almeno quelli non sono ancora spariti…