« Repetita iuvant, sed tamen etiam siccant »
Un gran bel ricordo ed una bella storia da leggere senz’alcun dubbio…
© Foto originale SSB
Dopo aver pubblicato due o più articoli in merito al 60esimo di sacerdozio di don Vittorio, don Nick ci ha regalato un pezzo della sua storia insieme a don Vittorio, non vi dico i particolari, ce ne sono per tutti…
Ricordo d’aver incontrato la prima volta don Vittorio Pozzo a El Houssoun, dove ero arrivato il 22 ottobre 1964 (d.C.!)…
Con me erano arrivati anche Vanni Sanna e i due Rugolotto, (Giuseppe e Angelino) e pochi giorni prima erano arrivati Bashir Souccar e Giorgio Zakher, per iniziare insieme il noviziato sotto la guida del nostro Maestro don Natale Del Mistro.
Durante quest’anno di noviziato era venuto a El Houssoun don Vittorio, sacerdote novello, per predicare tre giorni di ritiro ai nostri alunni libanesi cristiani maroniti in lingua araba. Lo ricordo con la sua vesta talare nera nascosta dal lungo pastrano nero che faceva parte della nostra dotazione.
Questo è il primo ricordo che ho di lui, il primo di una lunga serie… e poi lo rividi qualche tempo dopo nella nostra casa di Beirut.
Quindi viaggiai con lui e con Giorgianni, fine settembre 1970, in nave (questa volta l’Esperia) da Napoli a Haifa ed entrambi siamo stati a Betlemme (Giorgianni invece a Cremisan per gli studi di teologia).
A Betlemme don Vittorio era catechista poi andò a Nazaret e nel 1972 fu il direttore di quella casa dopo il passaggio di quella casa dall’Ispettoria francese a quella del Medio Oriente. Ci siamo poi visti in Iran quando lui Ispettore veniva a visitarci e poi fu lui che mi concesse di restare in quella comunità su richiesta dei confratelli, mentre sarei dovuto tornare in “zona araba” dopo due anni di presenza provvisoria in attesa che arrivassero altri rincalzi…
Poi nell’80, in seguito all’espulsione della comunità salesiana da Tehran dopo un anno che si era installata la repubblica islamica di Khomeini, fu lui che mi iscrisse all’IPEA (Institut Pontifical d’Ètudes arabes et Islamiques) e fu presente nel giugno ’82 alla difesa della mia tesina di licenza (trattava del califfo Ma’mun ibn Harun ar-Rashid)…
E come corollario gli restituii il favore accettando di andare cappellano al campo di Bandar Abbas dove lavoravano 800 italiani, e altri, alla costruzione di un grande porto.
Venne anche a visitarmi lì sul “posto di lavoro” e lo accompagnai a visitare altri due cantieri dove mi recavo settimanalmente, su loro invito, per la messa e la cena in compagnia.
Un cantiere era della “Dragados y Constucciones” che costruivano un porto per accogliere le navi bisognose di riparazioni, e l’altro della GIE-SICOM che costruiva una grossa centrale termoelettrica con quattro unità individuabili da lontano per le lunghe e alte torri con i colori del Lanerossi-Vicenza (ma a larghe strisce orizzontali bianco-rosse).
Ci siamo poi incontrati in qualche Capitolo ispettoriale e nel corso di esercizi spirituali a El Houssoun… ecco, fine della rassegna dei ricordi di presenza fisica.
Ma ce ne sarebbero anche altri, comuni e familiari ai frequentatori di questo sito, quindi non mi ripeto, perché anche se “repetita iuvant, sed tamen etiam siccant”, come diceva don Ferrero, mio insegnante di matematica a Ivrea, di cui ricordo questa frase, mentre ricordo molto poco della matematica che mi ha insegnato… chi mi conosce lo sa!
AUGURİ a don Vittorio, in attesa di altri lieti eventi simili…
CI HANNO SCRITTO