PRETI SPOSATI : Mario Prosdocimo e le diverse “allocazioni intermedie” …

da | 02/05/2017 | SACERDOTI E CELIBATO | 0 commenti

Foto Jonatan Pie


Aspettando molto probabilmente e prossimamente un “approccio” in qualche modo diverso da parte di Sadi Marhaba (ex-allievo di Beirut, maturità 1964 secondo don Gianni) Docente di Psicologia alla Università di Padova,  qui di seguito una risposta alle risposte da parte di Mario che, a detta dell’autore, dovrebbe trattarsi dell’ultima “fatica” prima di arrivare ad una nuova “Summa Teologica”…

Diego

Er Webmaster..., SSB

Come la pensa Mario Prosdocimo, terzo ed ultimo episodio…

A Don Gianni, dopo aver letto la sua bellissima storia della evoluzione della preghiera liturgica, posso solo umilmente scrivere che:

  • non sono un tradizionalista integrale ed arrabbiato. Io partecipo indifferentemente a Messe sia Novus che Vetus Ordo, solo che prima scelgo in base al sacerdote che celebra. Per fortuna il mio parroco è una persona di grande fede e prima o dopo la Messa facciamo spesso piacevoli ed interessanti conversazioni di natura religiosa. Similmente frequento altre parrocchie qui vicine dove sono sicuro di ascoltare la Vera Dottrina di Cristo e non eresie.
  • La Messa V.O. (o in latino per chi ci legge) è stata una esigenza mia e di qualche fedele che è emersa più di dieci anni fa. Ne abbiamo richiesta la celebrazione ad un parroco consenziente qui vicino e che è stata presa in carico da un giovane sacerdote, completamente digiuno di Messa tridentina, ma che con il nostro aiuto ha imparato a celebrare e della quale poi si è appassionato.
  • Non sto a raccontare la storia tribolata di questo Messa, subito avversata dall’entourage dei parrocchiani più modernisti che ci aspettavano al termine della celebrazione per insultarci e deriderci. La cosa poi riportata alle orecchie del Vescovo in modo evidentemente fazioso ha generato una dura restrizione a tal punto che la celebrazione poteva avvenire solo “sine populo”, cioè senza fedeli. Inutile dire che all’orario consentito per la Funzione (ore 21.00) si poteva sgattaiolare in chiesa solo in due dopo aver bussato alla porta e proferito la “parola d’ordine” per aver consentito l’accesso (non sto esagerando). Queste manifestazioni di astio, se non di odio verso il Sacro come si potrebbero definire?
  • Adesso per fortuna (Dio in qualche modo provvede sempre), dopo anni di lotte, suppliche, ricorsi, ecc. la celebrazione della Messa V.O. è tollerata ed il numero dei fedeli è in continuo aumento ad ogni celebrazione, sia di giovani e soprattutto da parte di turisti esteri, magari avanti con gli anni che si ricordano quando anche in Germania o altrove, le celebrazioni avvenivano in latino, da sempre LINGUA UFFICIALE ED UNIVERSALE DELLA CHIESA (non so se mi potete intendere).
  • Riguardo alla evoluzione del rito tridentino, sapevo già che Pio XII aveva previsto alcune variazioni, come le letture ed il primo Vangelo in lingua attuale di modo che fossero subito comprensibili ai fedeli (e su questo siamo tutti d’accordo). Non doveva invece variare assolutamente il canone della Messa ed in special modo la formula della consacrazione (prima che venisse adottata quella protestante, passando dalla formula antica assertiva a quella moderna descrittiva). D’altro canto Bugnini (su richiesta di Paolo VI) cercò di modificare la Messa “affinché potesse essere celebrata indifferentemente sia dai protestanti che dai cattolici”.
    E se per le letture il sacerdote può benissimo essere rivolto verso i fedeli, al momento della consacrazione il sacerdote è opportuno che sia rivolto verso l’altare (il Calvario e la Croce) , verso il tabernacolo, cioè verso Dio. È un momento di intimità assoluta, lui Alter Christus che offre a Dio il sacrificio unico ed immutabile del Figlio nella speranza che possa essere accettato per la salvezza della sua anima e di quella dei fedeli presenti. La Messa non è il ricordo della cena e l’Eucaristia non è un simbolo del Corpo e Sangue di Cristo come ormai purtroppo si ascolta attualmente durante le omelie.
  • In ogni caso quello che conta è l’amore per Dio ed è quello che ci salva (amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze). Tutto il resto ha importanza secondaria. L’uomo è nato solo per amare e servire Dio. Perciò anche una Messa nuova, celebrata con quell’Amore che Dio esige può portare gli stessi frutti. Ne abbiamo l’esempio proprio qui dove abito, di un sacerdote camilliano, di cui sto cercando di portare avanti la causa di beatificazione per “fama di santità, solida, spontanea, duratura e crescente” morto recentemente, che ha compiuto tanti, veri, grandi e provati miracoli (se qualcuno vuole posso raccontare la sua vita in un intervento successivo).
  • Per rispondere a Sergio, Gesù lo ha continuamente ripetuto (basta leggere i Vangeli) che solo attraverso di Lui si giunge alla salvezza. Perciò è imperativo riconoscerlo Dio e credere nella Divina Trinità. Le altre religioni non riconoscono Gesù come Dio e non riconoscono Dio Trinità, perciò se siamo in grado di ragionare, solo attraverso la religione cristiana (cattolica) si giunge alla salvezza. La Chiesa Cattolica fino a poco tempo fa ci ricordava che “extra Ecclesia nulla salus”, cioè che non c’è salvezza al di fuori della Chiesa. Gesù aveva anche esortato gli apostoli ad ”ammaestrare tutte le genti convertendole al Vangelo” e questo era il compito esclusivo dei missionari che per portare la parola di Cristo e convertire le genti erano anche disposti a farsi uccidere crudelmente.
    Adesso l’imperativo è NON CONVERTIRE, dato che secondo papa Francesco, fare proselitismo è “ il più grave peccato”, ma è necessario “accompagnare i credenti di altre religioni per confermarli nella loro fede” (vedi anche le ultime dichiarazione del cardinale Scola). A questo punto torno a domandarmi perché Cristo sia morto in croce, dato che poteva dire a tutti “credete quello che vi pare tanto andrete tutti in paradiso”. Naturalmente noi non possiamo sapere quello che Dio deciderà, dato che potrebbe decidere diversamente, ma abbiamo comunque le sue chiarissime raccomandazioni (e non c’è bisogno di interpretarle come si è costretti a fare invece con le recenti encicliche dove ognuno può capire quello che gli fa comodo).
    Si dice che quelli che non sono venuti a conoscenza del Vangelo, se si comportano rettamente secondo coscienza (ma quale coscienza? Se non ti rifai all’Assoluto come fai a decidere quale è il bene e quale il male?) si salvano egualmente…. e sia! E gli altri? Tutti salvi dato che noi siamo più buoni di Dio?
    Io penso che per fare parte del “riposo di Dio” sia necessario conoscerlo e soprattutto amarlo smisuratamente. Dopo tutto, caro Sergio, ragionando terra a terra, ti prenderesti in casa a vivere con te uno che dice che sei un impostore (ebrei) o che non riconosce la tua identità (musulmani) o che ama e ringrazia altre persone e non ti degna di un saluto?
    Forse non necessariamente “chi non conosce” finirà all’inferno e io penso che ci saranno diverse “allocazioni intermedie” non punitive (come la penso io), ma la gioia immensa del Paradiso sarà riservata ai pochi che riusciranno a trovare la “porta stretta”.

Se ho detto qualche eresia che Dio mi perdoni e Don Gianni mi corregga.

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ARTICOLO ORIGINALE DI DON GIANNI

Articolo originale di don Gianni, pubblicato il 20 marzo scorso e che ha registrato una reazione spontanea e appassionata di alcuni di noi.

TANTI AUGURI A :

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