Per la festa di Don Bosco 2022 :: Seconda puntata
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La Seconda puntata da parte di Don Gianni per la festa del 31 gennaio prossimo, che Don Bosco possa darci una mano a rimettere la vita di tanti di noi sui binari più giusti…
Carissime e Carissimi, nell’orizzonte del 31 gennaio prossimo ho scritto la seconda puntata del messaggio di auguri per la festa di don Bosco, qui di seguito. Lo dedico specialmente a tutti noi ex-beirutini ma anche a tutti coloro che hanno “conosciuto” don Bosco, da lontano e da vicino.
Statevi bene.
Don Bosco è originale, ma non ha creato nulla da zero. La sua dolcezza persuasiva volle che fosse quella di Francesco di Sales; con il suo impegno per la scuola popolare, espandeva la sapienza pedagogica di Jean-Baptiste de La Salle; la sua donazione ai poveri continuava sulla scia di Vincent de Paul; il suo stile popolare di catechismo e di predicazione era un’eco di Alfonso de’ Liguori; promuovendo la pietà unita al gioco reinterpretava l’oratorio di Filippo Neri; il Giovanni saltimbanco a Chieri, assomiglia al Francesco giullare di Assisi… “e compagnia bella”!
Don Bosco intese assimilare e “rilanciare”, in forme storiche nuove. Di questo fu umilmente consapevole: aveva la testa piena delle vite di santi, di missionari, di papi e guide del popolo di Dio. Prova ne sia la lunga serie di libri e fascicoli che scrisse, ai quali presto aggiunse le vite di Domenico Savio e di altri suoi amici e discepoli santi.
D’altronde neppure quei suoi modelli ebbero la pretesa di creare dal nulla. Ognuno di loro aveva fatto la scelta radicale: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2, 20); perciò lascio che sia Lui a operare con le mie mani, parlare con la mia voce e amare con il mio cuore; io sono un canale attraverso il quale giunge alla gente la sua gioia, la sua vita. Siamo tutti tralci e grappoli dell’unica Vite (Gv 15).
In forza di questa identificazione, don Bosco continuerà ad essere “contagioso”, contribuendo ad attualizzare la missione inaugurata da Gesù nella sinagoga di Nazaret: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore”
(Lc 4, 18-19).
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