Per combattere l’insonnia
Foto don Nicola
Non vi sto a descrivere il momento in cui ho scoperto quanto segue qui sotto, don Nick ci ha fatto un regalo degno di essere collocato ai piedi dell’albero di Natale !!! Da leggere senza tanto aspettare…
Carissimo don Diego de la Vega e tutti voi, approfitto del fatto che non è finita la giornata del 2 novembre, data entro la quale don Gianni mi aveva invitato a mandare qualche riga sul tema del ricordo dei nostri amici che ci hanno momentaneamente …staccato per arrivare al traguardo di un’altra tappa!…
Premetto che quanto seguirà sarà un racconto di alcuni momenti passati in questi ultimi circa quaranta giorni, rievocando anche dei ricordi antecedenti…
Avrei voluto stare solo al tema imposto, ma sono stato condizionato da contrattempi non voluti…
Infatti le cose non sono andate come mi sarei aspettato, cioè che una volta rientrato a Istanbul da “l’isola dei Sardi e l’altre che quel mare intorno bagna” (Inferno 26, 104-105) avrei potuto disporre di parecchio tempo libero (per me) nella mia sede costantinopolitana, ma invece appena arrivato e sistemate le prime urgenti cose che aspettavano un mio intervento in loco (per es. registrazione in latino di qualche documento), mi son preso un raffreddore che mi ha obbligato a riposi forzati, senza per questo potermi esimere dal celebrare le messe giornaliere specie il sabato e la domenica…
È vero che come leggiamo nel libro di Qoelet, “omnia tempus habent”… e infatti, spiega lui, c’è un tempo per star bene e un tempo per star male, come ho potuto constatare di persona. Ora sto constatando che c’è anche un tempo per guarire e uno per sbrigare un po’ di corrispondenza.
Infatti avevo cominciato già qualche giorno fa a metter giù qualche pensiero partendo dal nostro amico Ettore Perego, che mi aveva telefonato il 23 settembre dal San Raffaele di Milano per dirmi del suo stato di salute, chiedendomi però di non manifestarlo ad altri ma di ricordarlo nelle preghiere…
Poi però le cose sono andate come sono andate… Il 27 settembre ero partito per l’Italia, e a Fertilia mi aveva accolto all’aeroporto Vanni Sanna, nostro compagno a El Houssoun dal 22 ottobre 1964 fin verso i primi di ottobre del 1965, e con lui siamo andati alla casa e chiesa di don Filippo Dore, parroco di Fertilia, a 5 km dall’aeroporto, che mi ha ospitato per la notte.
Il giorno seguente siamo andati tutti e tre a Villagrande Strisaili dove abbiamo incontrato don Mario Murru e abbiamo pranzato insieme in un ristorante ai margini del bosco vicino al paese…
Don Murru era stato a El Houssoun dal 1961 al 1965, poi a giugno era partito per l’Iran a Tehran e vi era rimasto fino alla fine di agosto del 1980 quando aveva dovuto lasciare il paese con gli altri confratelli (me compreso), espulsi un anno dopo la rivoluzione di Khomeini. Devo dire che con i suoi 80 anni l’ho ritrovato più arzillo di quanto mi aspettassi, perché da incontri negli anni precedenti mi sembrava che stesse ormai aspirando solo al riposo, anche se non ancora a quello eterno.
Invece adesso ha ripreso altre attività in Libano.
Tornando dalla Sardegna per andare a Roma per imbarcarmi per Istanbul, ho fatto un viaggio piacevolissimo. Sull’aereo da Fertilia per Roma, ero seduto vicino al finestrino, separato da un posto vuoto da un altro passeggero col sedile verso il corridoio. Con la coda dell’occhio ha visto e sentito arrivare una hostess che chiede al mio vicino: “Scusi, signore, le dispiace se mi siedo nel posto al centro?”.. “Prego!” risponde l’altro.
Poi sento la hostess che dice: “Don Nicola, mi riconosce?”… “Laura!”, esclamo… e giù con i più cordiali convenevoli… Devo spiegare: Laura l’avevo conosciuta il giorno 8 agosto 2022, in occasione dei funerali del fratello Stefano, funerali che avevo officiato io nella città di Bursa…
Vi metto qui una nota che estrapolo dalla cronaca della nostra casa, con alcuni dettagli che avevo copiato da internet:
8 agosto 2022, lunedì – Lodi e meditazione alle 07.30. Alle 09.00 don Nicola va a Bursa sull’Ambulanza dell’impresario funebre Vahan Jivanian e altre quattro persone. Si arriva verso le 11.30 alla chiesa dove si svolgeranno alle 15.00 i funerali di Stefano Nurra, 50 anni, sardo, sposato con una turca e padre di Gianluca. Vahan e i suoi aiutanti vanno con la bara alla medicina legale a prendere la salma, mentre don Nicola rimane in chiesa.
Alle 15.00, con la chiesa piena soprattutto di conoscenti musulmani, si svolgono le esequie: messa in inglese e in italiano e canto conclusivo mariano “Deus ti salvet Maria” in sardo. Dopo l’assoluzione al tumulo, si va al cimitero, una vasta area nuova destinata alla sepoltura degli stranieri parecchio fuori di Bursa. Sono presenti la madre Rosetta Branca, due sorelle (Laura e Sonia), la moglie e la cognata del defunto. Conoscono don Filippo Dore e lo abbiamo contattato per telefono.
Notizia da internet sulla pagina “nuoto.com”: Stefano Nurra, allenatore e video analista conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Nato a Sassari il 14 luglio 1970, dopo aver collaborato con alcuni dei principali club italiani ed essersi affermato come uno dei principali esperti mondiali di videoanalisi applicata al nuoto, dal 2013 viveva in Turchia dove lavorava per la locale Federazione.
Lascia la moglie Laev ed il figlio Gianluca di quattro anni. La notizia è arrivata in questo pomeriggio del 4 agosto, un male improvviso, devastante (leucemia).
Stefano aveva da poco compiuto 52 anni, verrà sepolto in Turchia. Alla famiglia di Stefano l’abbraccio e le condoglianze della redazione di Nuoto.com.
Laura si è dunque seduta accanto a me e abbiamo conversato tutto il tempo e poi mi ha fatto da guida aiutandomi a ricuperare il bagaglio e accompagnandomi ai voli internazionali fino al controllo passaporti prima di imbarcarmi! Mi aveva fatto saltare lunghe file e a me che le dicevo che mi sentivo imbarazzato, ha risposto che tra colleghi loro si scambiano qualche favore, e le sue facilitazioni mi compensavano dei disguidi in cui ero incorso arrivando in Italia, essendomi stata smarrita la valigia che avevo ricuperato due giorni dopo!…
Comunque il viaggio di ritorno è stato una bella piacevole passeggiata.
Arrivato a casa (a Istanbul) ho trovato il mio ufficio in fase di restauro e quindi per qualche giorno non facilmente frequentabile. Aggiungi poi che tra il computer e me è ripreso il duello alla “chi la dura la vince” e devo dire che non sempre ho la meglio, per cui anche questo mi serve da scusa per inadempienze e ritardi…
Ma veniamo a oggi, abbiamo commemorato i nostri defunti, partendo dai familiari, dagli amici, dai conoscenti… Noi sacerdoti siamo autorizzati a celebrare tre messe in questa giornata. Questa mattina ho celebrato presso le Piccole Sorelle dei Poveri che gestiscono un ospizio, poi alle 15.00 abbiamo concelebrato nella cappellina dei Salesiani, nel cimitero di Feriköy a 15 minuti a piedi dalla nostra cattedrale, dove sono sepolti appunto i Salesiani che ci hanno preceduto, e poi alle 16.00 abbiamo concelebrato nella chiesa del cimitero per i fedeli delle nostre parrocchie di Istanbul, con un centinaio di partecipanti.
Dopo la messa abbiamo fatto il giro del cimitero recitando il rosario e benedicendo le tombe, seguendo come percorso il perimetro interno lungo il muro che circonda il cimitero. Alla fine ci siamo presi anche un po’ di pioggia.
Più tardi, alle 18.00 e alle 18.45 si sono celebrate due messe, una in francese e una in turco nella cripta sottostante la cattedrale di cui sono parroco… e così si è conclusa questa giornata di preghiera per i defunti, ricordando, oltre a quelli più vicini a noi nello spazio e nel tempo, anche quelli più distanti ma il cui ricordo ci fa sempre gradita compagnia… potrei citare, a mo’ di esempio, tutta la lista “libanese o mediorientale” pubblicata da don Gianni, comprese le aggiunte in un secondo tempo…
Sabato prossimo sarò di nuovo al cimitero invitato dal Console Generale d’Italia, per una preghiera, durante la cerimonia civile che vi si terrà in commemorazione dei caduti dell’Armata Sarda che combatté a fianco di Turchi, Inglesi e Francesi nella guerra di Crimea…
Sarà la quattordicesima volta che vi partecipo. Ma credo di essermi dilungato abbastanza e per concludere con una frase che può aiutarci a conoscerci meglio per quello che siamo, mi permetto di “rubarla” a Teilhard de Chardin: “We are not physical beings having a spiritual experience,; we are spiritual beings having a physical experience.”
E ora un po’ di foto: in quella seduti a tavola da sinistra a destra don Nicola Masedu, Vanni Sanna, don Filippo Dore, amico di don Murru e Don Mario Murru.
Nelle altre si riconosceranno facilmente Ettore Perego, Dino Dalle Pezze, Luigi Guarracino, don Franco Pirisi. Le foto con Ettore Perego sono state scattate a Tehran nell’anno (quasi certo) 2004, nei primi mesi, dato che faceva ancora fresco…
Per completare l’argomento PICS & CO, aggiungo le foto che “raccontano” in maniera più chiara quanto scritto qui sopra. In una sono con Vanni Sanna che mi ha accompagnato all’aeroporto di Fertilia dopo che ci siamo congedati da don Filippo Dore, con lo sfondo di una riproduzione dei giganti di Monte Prama (v. WikiPedia) e nelle altre sono con la hostess Laura Nurra, il mio angelo custode per tutto il viaggio Fertilia-Fiumicino, e con un suo collega, sardo anche lui, abbiamo preso insieme un caffè. Laura in serata è poi partita per il suo viaggio a San Paolo del Brasile.
Un caro caloroso forte abbraccio a tutti coloro che avranno la pazienza, la comprensione e l’indulgenza nel leggere queste righe, a cominciare dall’impareggiabile Webmaster Don Diego De La Vega…
Grazie, Nicola, magnifico! Qualcuno ha detto: “Le cose belle capitano solo a chi le sa raccontare!”. A te ne sono capitate tante, negli incontri con migliaia di persone: dal Libano anni ’60 alla Persia prima della “rivoluzione”, alla Terra Santa, a Istanbul …, sempre passando per la Sardegna, “isola di Atlante” e “terra dei Giganti”. Il modo con cui racconti, mi ricorda tua madre Elisa e mia madre Raimonda: restavo a bocca aperta ad ascoltarle quando si scambiavano le visite a casa, e raccontavano, commentavano, ricordavano, in prosa e in poesia, in Italiano e in Sardo (“sos contos de carrera”), argute e allegre, con una memoria inossidabile. Sono ancora presenti nel nostro “cortile, non solo in occasione del 2 Novembre. Sicuro che, lassù ne avranno ancora tante da raccontare!