Non abbiamo bloccato le uscite subito, anzi …
Photo by Branimir Balogović on Unsplash
Caro Diego, ti invio questo mio commento sulle morti da Covid 19 in Italia, per pubblicarlo sul sito exallievi, come suggerito da Don Gianni, in aggiunta a quanto ha già scritto Mario .
Un abbraccio, Giulio.
Caro Mario, sono Giulio Capriata medico anch’io, condivido in pieno le tue riflessioni aggiungo che il Covid 19 è stato gestito male fin dall’inizio, abbiamo permesso gli accessi non diretti ma indiretti dalla Cina, non abbiamo bloccato le uscite subito anzi, vedi Zingaretti all’apercena il 28 febbraio a Milano, e secondo me perché non ci chiediamo che da noi la mortalità è più alta rispetto a quella cinese ?
Io vivo nel VCO la mortalità è del 10% vi rendete conto !
Orbene si dice che la causa è che l’età media in Italia è più alta rispetto alla Cina, questo è vero ma non credo che sia così. Secondo me la mortalità è più alta in quanto da noi i malati di Covid 19 vengono curati male, non per incapacità di medici ed infermieri, ma perchè non sono messi in condizione di farlo.
Che senso ha riempire tutti gli ospedali piccoli e grandi di infetti ? Non sarebbe stato meglio dedicare qualche grosso ospedale all’uopo ed in tal luogo concentrare il personale specializzato, anestesisti, pneumologi, ci sarebbe stato un risparmio di risorse sanitarie, gli specialisti sarebbero stati sufficienti e soprattutto sarebbero stati più protetti con mascherine e tute adatte .
Che senso ha avere negli ospedali, come sta succedendo oggi, ortopedici dermatologi oculisti al capezzale di pazienti affetti da infezione con polmonite ? Certo c’è la buona volontà ma non basta.
Io vivo a Omegna abbiamo un ospedale ortopedico che attualmente ha ricoverato una quarantina di Covid 19, che senso ha ?
Forza comunque ragazzi che anche questa volta, nonostante la partenza da 8 settembre, c’è la faremo grazie al solito Stellone che dall’alto ci protegge .
Ciao Mario un abbraccio a te ed ai tuoi familiari ricordando oltre al Libano gli anni passati insieme all’università di Pavia.
Giulio
Carissimo Giulio, ho meditato un po’ sul tuo contributo a SSB inerente il Covid-19. Quello che tu scrivi è quello che ho pensato anche io fino a ieri seppure con un susseguirsi di pensieri a volte contrastanti. L’idea di isolare i luoghi infetti e di concentrare tutti i malati in un grande “raccoglitore” (vedi Lazzaretto di manzoniana memoria), ha sempre guidato le scelte dei nostri progenitori ed è sempre stata una decisione giustissima. Ora però la vastità dell’infezione, peraltro assimilabile alle pandemie della peste, spagnola, asiatica, ecc., ha posto il problema dell’intervento intensivo/rianimatorio precoce (cioè a sintomatologia ancora non gravemente conclamata) come unico mezzo capace di strappare alla morte i pazienti che ne risultano affetti. Ora, creare un grande HUB intensivo per questa tipologia di pazienti non è cosa che si possa inventare da un momento all’altro, a meno di non spacciare per struttura ricettiva specialistica quegli stanzoni pieni di brandine come abbiamo visto in televisione. Inoltre questo maledetto virus, come tu certamente potrai insegnarmi, colpisce diversi organi e non solo i polmoni, soprattutto reni e cuore, dato che produce miocarditi ed aritmie molte volte volte fatali, nel contesto di una disfunzione multiorgano. Penso che una equipe polispecialistica già pronta ed in grado di intevenire in urgenza sia già disponibile nei nostri ospedali secondari, dove anche il personale infermieristico e di supporto è già collaudato ed affidabile. Il problema del “gande centro di raccolta” è che il personale chiamato ad operare risulterebbe raccogliticcio, probabilmente con scarsità di esperienza specifica e non abituato a coordinarsi. Aspetto con ansia di vedere come il nuovo centro specialistico Milano Fiera funzionerà (spero benissimo), infatti non bastano i letti, i respiratori, la TAC e la farmacia per renderlo efficiente, ma serve personale addestrato e collaudato e questo non si può improvvisare, a meno di non sguarnire gli altri ospedali dei pochi e validi operatori rimasti. Una volta forse, assenti vaccini e farmaci, si faceva bastare l’eroica presenza di volontari, spesso religiosi e quasi sempre votati alla morte, che procuravano cibo, acqua e conforto ai moribondi. Ma noi sappiamo che la nostra sorte, qualsiasi sforzo passiamo fare, è sempre affidata alle decisioni di Chi tutto può, il Quale noi preghiamo perchè benevolmente ci conceda la salvezza del corpo e dell’anima. Un abbraccio. Mario.