Ma fino a quando si potranno guardare immagini e filmati di questo tipo ?

Un nuovo fronte nella violenza nella regione si è riaperto venerdì in Cisgiordania…

da | 17/05/2021 | SOLIDARIETA' | 0 commenti

© Foto originale dal sito PxHere

Macerie che hanno seppellito famiglie intere, crolli di palazzi e ragazzini che girano per le strade alla ricerca di facce conosciute, familiari.
Dopo quindici anni giusti si sono visti cortei e manifestazioni per una “giornata di rabbia” e solidarietà con i palestinesi di Gaza, teatro di scontri senza precedenti negli ultimi giorni tra “cittadini” ebrei e arabi, con un nuovo fronte della violenza che purtroppo si è aperto venerdì in Cisgiordania.
E anche in Libano ci sono stati alcuni incidenti durante un comizio che si è tenuto nel sud del Libano, al confine con Israele. Un ragazzo libanese di 21 anni è morto per una sventagliata di tiri di arma da fuoco israeliano su un gruppo di manifestanti, visto e considerato che alcuni dei quali avrebbero cercato di entrare nel territorio dello Stato ebraico. E, dulcis in fundo, tre razzi sono stati lanciati dalla Siria verso Israele, come se non ci fossero già problemi da aggiungere alla situazione attuale.
“Non è finita qui”, ha avvertito venerdì sera il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sottolineando che i raid sull’enclave palestinese continueranno. “Ho affermato che avremmo inflitto gravi battute d’arresto ad Hamas e ad altri gruppi terroristici. Pagano e continueranno a pagare caro”, ha continuato, in maniera glaciale, il Premier Netanyahu.
Da tenere presente che da lunedì i vari bombardamenti hanno ucciso almeno 122 persone, tra cui circa 30 bambini, purtroppo.

E non è da escludere una prospettiva di un’incursione terrestre. Giovedì sera scorso, l’esercito israeliano ha lasciato intendere che alcune truppe erano entrate a Gaza, prima di smentire poche ore dopo, anche se per il momento un sacco di notizie sono tutte frutto di una “operazione disinformazione” destinata sopratutto a costringere i militanti di Hamas e della Jihad islamica a rifugiarsi nei tunnel, al fine di bombardarli meglio.
In una intervista rilasciata ad un quotidiano francese, Elias Sanbar, storico, scrittore nonché ambasciatore della Palestina presso l’Unesco, ha cercato attraverso le sue risposte di tirare le somme dall’attuale crisi.

Il vantaggio militare non conferisce una vittoria politica e i successivi attacchi criminali alla popolazione civile non cambieranno la situazione, ha ribadito Elias Sanbar, che ha anche aggiunto che senza l’organizzazione Hamas al centro dei negoziati in corso, non ci potranno essere soluzioni affidabili e durature. Hamas che ha conquistato una posizione sempre più importante nella società palestinese a spese di al-Fatàh, fino a vincere imprevedibilmente le elezioni per il rinnovo del Parlamento dell’ANP (Autorità nazionale della Palestina) del gennaio 2006, ndlr. Un’altro aspetto importante, ha continuato Elias Sanbar, è che i giovani sul campo rilanciano una verità palestinese che non è mai stata negata: nei momenti difficili, nella peggiore delle impasse, i giovani palestinesi vengono in soccorso del loro popolo.
Ma la grande differenza in questo preciso momento è che il movimento è partito questa volta da Gerusalemme e non è stato “organizzato” dal gruppo Fatah o Hamas. Cioè, è come un movimento che “riecheggia” e da cui scaturiscono una serie di rivolte in vari luoghi della Palestina occupata.

La totalità dell’intervista la si può trovare facendo una qualsiasi ricerca su internet, intervista che parla di molti aspetti della crisi attuale, sempre secondo la visione e la convinzioni di Elias Sanbar, si parla anche dei “coloni” che hanno “annesso” pezzi di terra palestinese e che sono diventati in pratica una forza permanente dei vari governi israeliani che sono stati eletti in questi ultimi anni.

Sorge una domanda, quella del sentimento della stragrande maggioranza degli israeliani. Non tutti sono, tutt’altro, coloni estremisti, ma tutti si trovano in prima fila, spettatori di pratiche che pensavano fossero riservate ai territori occupati, come del resto l’intera popolazione palestinese. I coloni hanno appena distrutto un’illusione, ha detto Elias Sanbar, quella di una società che soffre di cecità intenzionale, che si pensava al sicuro dalle “malattie” che si propagano in qualsiasi occupazione.

Dal 14 maggio, le numerose associazioni israeliane di lotta contro la discriminazione hanno segnalato centinaia di arresti nelle città palestinesi israeliane. A ciò si aggiunge l’immensa ansia derivante dagli scontri militari e dal lancio di razzi tra l’esercito e Hamas… Molti in Israele devono chiedersi dove li stanno portando i coloni e un Primo Ministro che non ha altra preoccupazione che rimanere al potere.

E Sanbar come succo di un’analisi ha anche aggiunto, rivolgendosi all’intervistatore “Lei ha certamente notato, come me, il ripetuto uso del termine “guerra civile”…, come faccio io”.

Non c’è più niente da aggiungere, e questo lo dice il vostro webmaster!!

TANTI AUGURI A :

CI HANNO SCRITTO