Lubnaan min ajmal bilaadi’l ard
Ricordando i bei tempi del Libano, dato che con il trascorrere degli anni le nostalgie aumentano…
© Foto/disegno originale di O. A. Cangià
Grazie a tutti gli ex per gli auguri su SSB. Mi ha pure, e con tanto piacere, contattato per mail Gianni a cui ho risposto ricordando i bei tempi del Libano. Dato che con il trascorrere degli anni le nostalgie aumentano una delle mie più potenti, come potete immaginare, è proprio quella e mi ha fatto scaturire le parole che vi allego confezionate in una mia solita foto poesia. Penso che possa far piacere a quanti hanno vissuto periodi della loro vita in quel meraviglioso paese.
Nell’augurarvi ogni bene vi saluto e vi ringrazio ancora.
Orlando Amedeo Cangià
www.orlyphotopoetry.com
Nostalgia
Desiderio di una terra ormai lontana
conosciuta ancor prima per fama
“Lubnaan min ajmal bilaadi’l ard”
e raggiunta da uno sperduto giovinetto
una volta lasciato il delta e il suo deserto.
Di un’oasi paradisiaca convien parlare
percorsa da una canuta dorsale
del cui bianco latte il nome rimane,
più volte arrossato dal sangue
di innumerevoli martiri che permane.
Da torrenti vigorosi solcata,
cascati da cavernose sorgenti
al centro di ritte pareti di roccia situate,
frutti di proporzioni, colori e sapori,
nonché profumi, mai più incontrati.
Piante colossali di diritto blasonate
per aver sfidato tempo e persecuzioni;
cieli apocalittici su mari di nuvole
scrutati da cime di aura divina pervase
nel vuoto eremo di Annaya sospirate.
Orlando Amedeo Cangià
Carissimo Orlando,
grazie anzitutto per la tua poesia, una miniatura intessuta di fili d’oro e di sangue, candido specchio del paesaggio e dell’animo. Mi ha fatto vibrare “corde di sintonia” che esistono da quando iniziammo insieme la vita in Libano. El Houssoun: “arca di Noè” sul mare di nuvole che l’avvolgevano; finestra aperta sulla mistica cima del romitaggio di Mar Charbel; campo-base per le escursioni lungo gli strapiombi di Nahr Ibrahim fino alla grotta di Afqa; oppure più oltre le vette dei cedri; i frutteti profumati di Qartaba e di lì l’altopiano con il ponte naturale, verso Baskinta e il Sannin …
Tutto questo (e altro) era la cornice. Il quadro era costituito dalle persone che vivevano con noi e per noi. Gli stimoli e la fiducia che ti davano! Sentivi che potevi osare, volare … nei campi più diversi, dalla fisica (tu), alla chimica e biologia (il compianto Renzo), io nella filosofia, altri nella musica …
Leggendo i tuoi versi, mi son tornati in mente tutti: compagni e professori, ma in particolare Don Forti, nostro comune Maestro (di scienza e di vita). Ho ripreso in mano i quaderni di poesie che scrisse nel periodo libanese e poi egiziano, e che mi affidò qualche anno prima di lasciarci.
Ne ho scelta una sulla Madonna, che ora invio ai nostri webmasters Diego & Kikka per il numero di Dicembre. E’ il mese di Natale, certo, ma lo è proprio perchè Maria accettò di diventare madre e dare i natali al Figlio di Dio. Mi sembra molto bella e profonda, immagino di risentire lui quando la declamava…
Ma ti devo ringraziare anche per il breve video di Ungaretti. Mi ha fatto veramente piacere. Dev’essere dello stesso periodo in cui declamava alcuni versi dell’Odissea nella famosa serie televisiva. Là la sua era una voce drammatica, ruvida, cavernosa. Qui è gioiosa, esplosiva, giovanile … Sai bene che da ragazzo studiò nella (tua stessa) scuola salesiana di Alessandria, dove ebbe come direttore Don Salvatore Puddu al quale rimase legato con una riconoscente venerazione. Ma forse non sai che pure Don Puddu scriveva poesie e di tanto in tanto le inviava al suo exallievo divenuto famoso. Il quale gli rispondeva! Nell’Archivio Centrale Salesiano a Roma ne ho trovate alcune, insieme a 7 lettere/biglietti di Ungaretti, che documentano questo affettuoso scambio epistolare tra due persone che conservarono sino alla fine l’allegria di fanciulli.
Carissimo Gianni,
contraccambio con tutto il mio cuore il tuo ringraziamento perché, avendomi fatto rileggere un importante capitolo della mia vita e formazione, specialmente quella spirituale oltreché culturale, facendomi ripercorrere luoghi meravigliosi e situazioni vissute insieme e ad altri nostri compagni e guide più che insegnanti, mi hai fatto ancora una volta comprendere che la ricchezza interiore viene alimentata dalle persone che camminano insieme a noi per tempi più o meno lunghi della nostra vita, prima tra tutte e che lo fa per tutta la vita, senza veli aldilà della sua “mutazione” , la Persona che ci dona tutto Se stesso.
Certo il nostro comune Maestro (di scienza e di vita come tu stesso ben dici) ci ha lasciato il segno e ti assicuro che qualche notte trascorsa “in bianco” per l’emozione e la passione (proprio nel significato latino di “patire”) prima del “parto” di una pur semplice e breve lirica mi ha visto “incantato” all’ascolto della sua voce mentre declamava qualche suo verso, ed è per questo che, quando parlo di questo argomento, dico sempre che è stato lui ad aiutarmi a tirar fuori dalla biscaccia questa dote.
Un altro mio grande ispiratore è Giuseppe Ungaretti, perché oltre ad essere un mio “compaesano” ha la formazione salesiana che ci accomuna. Spesso dico che a volte i poeti ci “comunicano” le verità della fede in maniera più profonda e allo tesso tempo semplice (come lo sono per definizione) di quella dei teologi stessi.
Non sapevo di questa caratteristica di Don Puddu, lo conoscevo per fama dai nonni materni che hanno sempre abitato a pochi metri dall’Istituto Don Bosco di Alessandria. Certo mi piacerebbe un bel giorno poter leggere le corrispondenze tra lui ed il grande Giuseppe, così pure tante altre poesie del caro Don Forti che mi hanno sempre fatto venire i brividi sulla pelle ed il palpito nel cuore. Spero che un giorno, caro Gianni, tu possa in mezzo ai tuoi tanti impegni regalarci una silloge poetica del nostro grande Maestro!
Un saluto ed un abbraccio.
Orlando
Grazie per la poesia di Don Forti sul “VOLTO INFANTE di DIO” chè è un capolavoro dottrinale ed artistico e la sua pubblicazione nel numero di dicembre costituirà un bellissimo regalo di NATALE!
Per chi ha vissuto in Libano la poesia di Orlando è fotografica! I ricordi rotolano nella mente e i profumi e i bellissimi paesaggi che ci portiamo nel cuore. Davvero pennellano a meraviglia, i versi di Orlando, ciò che il Libano è. Grazie Orlando!
Grazie a te Caterina per aver commentato in maniera altrettanto poetica i miei versi. Questi sono scaturiti dalla mente perchè sollecitata da un animo a te gemellato non solo nella parentela fisica, ma anche e soprattutto in quella spirituale consolidata ed arricchita da esperienze comuni tra cui quella meravigliosa di aver conosciuto il Libano!
La tua sintonia Paola rivela un animo sensibile predisposto a vibrare a certe frequenze appunto perché ha provato forti emozioni in quei luoghi.
Meravigliose parole!