Lo confesso, io sono un pistola…

da | 02/04/2018 | CONCETTI E PERCEZIONI | 0 commenti

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Dopo aver scritto i due articoli sulle rivendicazioni e movimenti studenteschi contro la vendita e l’utilizzo di armi a destra e a sinistra e talvolta anche a vanvera, Mario ha ripreso la sua penna digitale e ci ha inviato il testo che troverete qui di seguito.

Come sempre, quanto scritto da Mario fa riflettere e lascio a tutti voi cercare di mettere il coperchio ad una casseruola assai grande e complessa…

Diego

Er Webmaster..., SSB

Ebbene caro Diego, lo confesso, io sono un pistola. Molti anni fa assieme ad alcuni amici ho fondato una società di tiro con l’arco. Questa società col tempo è cresciuta sia come numero di soci che come prestazioni fino ad arrivare a generare atleti di livello nazionale (io stesso, non per vantarmi, sono stato per un anno campione regionale della classe veterani arco nudo, cioè arco privo di mirino e stabilizzatori).

Sono stato presidente di questa società per alcuni anni ma col passare del tempo non sono stato più in grado di mantenere una adeguata preparazione atletica (che per il tiro con l’arco è indispensabile). Ho quindi optato per tiro a segno in poligono (più pratico anche se meno divertente). Ho acquistato qualche fuciletto adatto allo scopo (cal.22 il più piccolo ed il meno costoso) e qualche volta ancora mi diverto per un’oretta a fare centro nei bersagli a 50 mt.

Naturalmente in Italia, secondo il pensiero politicamente corretto, il fatto di possedere un’arma è già di per se stesso quasi un reato. Dopo aver superate vista medica da parte di un Ufficiale Sanitario e prove di tiro al poligono, per possedere un’arma da fuoco, si deve inoltrare domanda al Questore producendo varia documentazione fra cui l’estratto del casellario penale nel quale naturalmente deve risultare che sei innocente come una mammoletta, altrimenti nisba. Se richiedi il porto di un‘arma per uso sportivo (il classico porto per tiro a volo) sei autorizzato a trasportarla scarica, smontata e custodita in una valigetta chiusa. A seguito di qualsiasi violazione della legge, tipo guida in stato di ebbrezza (basta un’alcolemia fuori norma) o denuncia per una banale lite, ti viene sequestrato tutto e ti viene annullata la licenza. Ma tutti i “tiratori” che ho conosciuto al poligono sono persone assolutamente affidabili ed estremamente ligie ai regolamenti.

Diverso è il caso della licenza di caccia (pratica della quale io sono assolutamente contrario) o il porto d’armi per difesa personale, oggi rilasciato solo a pochissime persone che adducono comprovate motivazioni di necessità (gioiellieri, guardie giurate, ecc.).

Questo per dire come in Italia procurarsi (legalmente) un’arma non sia cosa facile e custodirla secondo la legge non lo sia di meno (armadietto blindato, restrittive norme di sicurezza altrimenti si rischia la denuncia per omessa custodia).

Tenere un’arma in casa per difesa personale implica il fatto che:
1) devi essere capace di usarla nel modo appropriato (quante vedove detengono l’arma del marito non sapendo nemmeno da quale parte si impugna),
2) devi sapere che in Italia la legittima difesa esiste sulla carta ma non di fatto, perché devi sempre dimostrare che il delinquente che si è introdotto in casa tua, magari durante la notte, era armato ed in procinto di spararti (difesa proporzionata all’offesa). Naturalmente se io di notte nel dormiveglia trovo un estraneo in camera da letto gli chiedo gentilmente se è armato e se ha intenzione di spararmi.
3) Se per caso tu sentendoti in pericolo decidessi di sparare e se capitasse che il delinquente venisse ferito o ucciso (Dio non voglia!), oltre a subire il sequestro delle armi, per non essere messo in gattabuia devi dimostrare in una serie infinita di udienze processuali che hai agito in stato di assoluta necessità. Capita spesso poi che ti obblighino a risarcire il delinquente ferito o la famiglia dello stesso se per caso questi dovesse decedere.

Allora meglio non reagire, lasciarsi derubare ed il più delle volte lasciarsi picchiare perché non vuoi o non puoi rivelare l’ubicazione della “cassaforte”, anche perché il più delle volte inesistente, ma questi ci provano lo stesso.

In un paese “normale” una volta che la forza pubblica acciuffa il delinquente, questo finisce in gattabuia per anni e scompare dalla circolazione. In Italia no. Siccome le carceri sono sature, molte volte il nostro “amico” viene rilasciato quasi subito dal magistrato di turno e condannato “ai domiciliari” dove facilmente può continuare a delinquere indisturbato. C’è gente che ha una fedina penale chilometrica ma riesce a non farsi un giorno di galera. Non per niente i delinquenti di altri paesi a noi vicini vengono a “lavorare” in Italia perché sanno che qui non rischiano.

I delinquenti naturalmente le armi non le acquistano in armeria, ma se le procurano con pochi euro sul mercato nero. Vietare la vendita delle armi legali è una norma che va a colpire solamente il cittadino onesto.

Questo in Italia. Oltre Atlantico la vendita delle armi è diversamente regolamentata ed in alcuni stati comperarne una legalmente non è poi così difficile. Spesso purtroppo avvengono queste stragi nelle comunità e nelle scuole per mano di personaggi instabili mentalmente che pare abbondino in quei luoghi. Ma di una cosa sono certo: non sono le armi il problema. Il problema sta in chi le possiede e le usa in modo criminale. Se questi casi psichiatrici sono là così frequenti, bisogna chiedersi il perché e cominciare a curare la parte della popolazione che comincia a dare segni di squilibrio.

Tanto per dire, la Svizzera è il paese con il maggior numero di armi pro-capite dato che i maschi adulti devono tenere in custodia armi da guerra ed essere pronti ad essere militarizzati in caso di pericolo di invasione da parte di ipotetiche forze nemiche. Non mi risulta che in quel paese si siano verificati eccidi nelle scuole e nemmeno per le verità in altri paesi europei.

Ma le vere lobbies delle armi non traggono i loro profitti, se non marginalmente, dalla vendita di pistole e fucili ad un mercato armai saturo. I veri commercianti di morte sono quelli che fabbricano, vendono e si arricchiscono con armi ad alto potenziale, come aerei, missili e bombe più o meno intelligenti che non producono la morte di poche persone, ma di centinaia di migliaia di innocenti.

E la mentalità di chi sostiene la necessità di produrre queste armi è la stessa di quella del killer solitario: io uccido per dimostrare che sono il più forte. Mi creo un nemico immaginario, lo addito come pericoloso per la sicurezza della nazione e lo distruggo. Uso tante armi e arricchisco chi le produce. Creo consenso nella popolazione per averle fatto credere di aver evitato fantomatici attacchi terroristici. Ho annientato gli stati canaglia (oggi più vispi che mai). Ho colpito chi può utilizzare armi di distruzione di massa (vedi la guerra in Irak costruita su una falsa prova: chi si ricorda Powell agitare la famosa fialetta con una, diceva lui, micidiale sostanza chimica sottratta a Saddam, che poi per stessa ammissione della CIA si era trattato di una bufala visto che in Irak non fu trovato alcun deposito di quelle sostanze?). Ho esportato la “democrazia” a chi non sapeva che farsene. E da qui il fiorire di primavere arabe che come ben si sa sono state condotte da fighters mercenari stranieri, stipendiati ed armati dai soliti noti.

La conseguenza è che milioni di “migranti”, come vengono definiti oggi nel politichese corretto, siano essi veri profughi, semplici clandestini o combattenti ISIS (allarme ripetuto in continuazione in questi giorni da osservatori internazionali) sono sbarcati in Italia creando una situazione di per se esplosiva.

Siamo sull’orlo di una guerra nucleare che per la verità non ho ancora ben capito da che cosa sia motivata, se non dal fatto che fa gola il petrolio siriano e che proprio in Siria, come scrivono gli esperti, devono passare gli oleodotti dell’Arabia fino al mediterraneo. E poi per costoro è irritante che Putin stia difendendo la popolazione siriana (anche quella cristiana) dagli attacchi di questi terroristi armati a pagati sempre dai soliti noti. Non parliamo poi di scuse risibili come falsi attentati a vecchie spie da tempo inutilizzabili da parte di “agenti segreti” che lasciano ingenuamente una evidente traccia che conduce a Mosca. I servizi segreti Russi li ritengo ben più preparati ed intelligenti di quanto i “nostri” cerchino di dimostrare con false prove.

Un’ultima postilla prima di chiudere che mi dirai che poco c’entra con l’argomento sopra trattato: almeno qui in Italia (io conosco la situazione di Brescia) i giornali riportano quotidianamente la strage infinita di innocenti per mano di dementi che usano l’automobile senza alcun criterio. E sono sorpassi in curva, in galleria, in città nei pressi dei passaggi pedonali, e velocità elevatissime anche con la nebbia, magari a fari spenti (come spesso vedo) e poi la guida mentre si mandano messaggi con il telefonino (caso più frequente) e spesso sono i camionisti compartecipi del massacro (ricordi due mesi fa circa la famiglia francese bruciata viva perché stritolata fra due TIR qui vicino a Brescia? Se fai il conto delle vittime innocenti queste sono infinitamente superiori a quelle uccise per mezzo di armi da fuoco LEGALI. E allora come la mettiamo? Queste cose qui succedono perché non esiste più sorveglianza sulle strade e i dementi ne approfittano. E poi questi sanno che rischiano raramente la galera.

Caro Diego, per dirla in modo franco e terra a terra, penso che ora come ora il problema di vietare o meno la vendita legale di fucili o pistole alla popolazione civile che ne fa richiesta sia come preoccuparsi di un foruncolo sulla chiappa di un malato terminale di cancro.

Così la penso io.

Mario


P.S. Per Don Gianni: lo so che Don Bosco diceva di preferire le notizie belle a quelle brutte, ma al momento purtroppo di belle non ne trovo. Buona Pasqua a Tutti.

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UNA PISTOLA PER TUTTI

Qui di seguito gli articoli che hanno fatto reagire altri in merito

 

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