La tentazione di semplificare…
Carissimo Don Diego del diluvio … particolare, auguro che Noè arrivi dalle tue parti e ti apra il portellone dell’arca!
Dalle parti di Gaza invece piove fuoco, nelle due direzioni. Speriamo che oggi (5 giugno, anniversario della presa di Gerusalemme durante la guerra dei 6 giorni) non ci siano altre cose gravi …
Se poi diamo uno sguardo a ciò che sta capitando nella Giordania, c’è da preoccuparsi ancora di più. Ma forse sto facendo un minestrone indigesto! Ne riparleremo.
Intanto ho il piacere di mandarti quanto Sadi Marhaba mi ha scritto dalla tua Padova, chiedendomi di postarlo a nome suo. Mi sembra arricchisca il nostro scambio di idee …
A risentirci.
Divulgatori e Spettacolo
Caro Don Gianni, ho visto il “blog” sul nostro sito ex-allievi. Condivido il giudizio sulla “sensazione di confusione anche in campo scientifico” e anche quella generata da “famosi esperti“.
Nella mia lunga esperienza nel Dipartimento di Psicologia Generale e Sperimentale dell’Università di Padova ho avuto e ho colleghi e amici ricercatori puri in ambito biologico e neuroscientifico, persone che hanno pubblicato anche in riviste “top” come ‘Nature‘ e ‘Cell‘, e sempre mi hanno detto che la ricerca reale in laboratorio è molto ma molto diversa da come viene rappresentata dai mass-media e dai divulgatori (per esempio Piero Angela, che ha sempre ripreso il lavoro di altri divulgatori soprattutto degli USA, lui personalmente non ha mai fatto niente).
In sostanza, è assai più frammentata, contraddittoria e non conclusiva di come viene descritta. I divulgatori obbediscono alle leggi dello spettacolo (“entertainment“), ma sempre più spesso ad essi si aggiungono veri scienziati, che hanno bisogno di finanziamenti per continuare le ricerche e quindi dicono in pubblico cose che non dicono in privato.
Ad essi si aggiungono anche i “tuttologi“, che fanno credere di essere veri ricercatori ma non lo sono.
Per esempio, i filosofi neo-evoluzionisti.
Il discorso sarebbe molto articolato e complesso. La confusione anche degli “esperti” non nasce solo dall’imperativo dello spettacolo, ma anche dalla reale confusione – per usare un eufemismo – che regna nel campo della ricerca teorica e sperimentale. Una confusione e indecidibilità che stanno crescendo.
Sto scrivendo una seconda edizione di un mio trattato sull’epistemologia della ricerca, e la Fisica Quantistica, che quando scrivevo la prima edizione di circa 40 anni or sono era un campo abbastanza decifrabile, oggi è diventata una ragnatela con decine di tesi discordanti e tutte più o meno egualmente plausibili, che forniscono visioni della realtà antitetiche, pur muovendosi tutte nello stesso campo di ricerca. Lo dicono non i profani, ma i fisici stessi, fra i quali ho amici.
Anche la matematica non è più il regno dell’evidenza universale, perché ci sono molte matematiche diverse, nessuna in sé “migliore” delle altre.
Come presentare queste cose al grande pubblico, che avrebbe il diritto di essere informato, senza completamente disorientarlo?
La tentazione di semplificare si presenta forte, e redditizia…
Sadi Marhaba
Qui di seguito le varie missive scambiate per mail da ambo le parti.
Carissimo SADI, ti ringrazio per la tua partecipazione. Il tuo parere è molto qualificato, ha lo spessore della esperienza e della riflessione pluridecennale che hai maturato in un ambiente veramente scientifico, confrontandoti con colleghi dello stesso tuo livello.
Mi aiuta a inquadrare meglio e focalizzare con maggiore precisione il tema che ho proposto e cioè una particolare attenzione all’insidia del “pensiero debole” e peggio ancora della omologazione del pensiero al ribasso, sugli standard dei talk-show entertainment.
Ci risentiremo.Per ora aggiungo che vedo una forte convergenza anzi una impressionante somiglianza di fenomeni fra quanto tu mi dici e quanto mio fratello archeologo (50 anni) mi ha scritto che si verifica nel suo campo (falsi esperti, ciarlatani, carrieristi!)
Grazie e una buona settimana.
Don Gianni
Carissimo, Il discorso è complesso. Non possiamo affrontarlo ora.
Il problema, secondo me e secondo molti altri con cui mi sono confrontato, è non solo che il “pensiero debole” non va bene e che ci sono molti ciarlatani, ma che non c’è un vero “pensiero forte”.
Il pensiero debole c’è perché non c’è il pensiero forte.La realtà è che non c’è differenza vera fra il pensiero forte e il pensiero debole. Torniamo al discorso sulla Trascendenza…
A presto, un carissimo saluto.
Sadi Marhaba
Che meraviglia di articolo ! Che bello leggere parole ed esempi reali di qualcosa che uno ha dentro ma non ha il coraggio di esternare non avendo nè le carte in regola, nè la capacità linguistica della descrizione, cosa che invece riesce in maniera così semplice in questo artcolo . Grazie e complimenti di nuovo !