La storia di quattro «falsificatori di Dio»
Quattro sacerdoti claretiani spagnoli mettono la loro vita a rischio per salvare 155 ebrei dalle persecuzioni naziste tra il 1940 e il 1944 a Parigi. Durante questo periodo, falsi documenti di battesimi sono stati “rilasciati” in un’operazione clandestina che è stata tenuta rigorosamente “segreta” fino ai nostri giorni
Particolare del registro degli iscritti | © JUAN MILLÁS
Non potevo non parlarvi di questo fatto, un atto di coraggio in tempi che furono e che dimostra come e quanto si può fare anche in frangenti particolarmente “delicati”, per non dire altro. Vi invito anche a leggere l’articolo completo, ne vale veramente la pena, parola di webmaster.
CLARETIANI : religiosi appartenenti alla Congregazione dei missionari figli del Cuore immacolato della Beata Vergine Maria, fondato nel 1849 dal beato A. M. Claret, donde il nome, e diffusasi in Europa e in America con attività missionarie, di insegnamento e di ricerca scientifica.
Stavo leggendo “Le Journal du Dimanche” del 23 agosto 2020 e sono “cascato” su di un articolo scritto da Teresa Cremisi, francese di origini italiote chiaramente, che raccontava come quattro sacerdoti claretiani che vivevano a Parigi durante la guerra hanno rischiato parecchio, e anche di più, fornendo certificati di battesimo falsi, ma anche altri documenti come i certificati di matrimonio, modificando i nomi e cognomi, eliminando quindi tutte le prove delle origini di circa 155 ebrei per salvarli dalle persecuzioni dei nazisti durante la guerra.
L’articolo che la Cremisi aveva letto e che parla in lungo ed in largo del fatto a cui stiamo facendo riferimento lo si può leggere sia in inglese che in spagnolo sul quotidiano “EL PAIS” e lo si può trovare cliccando qui di seguito :
THE FORGERS OF GOD
Questi documenti, nascosti in un piccolo armadio fino in pratica ai giorni nostri, testimoniano che Gilberto Valtierra, Joaquàn Aller, Emilio Martàn e Ignacio Turrillas hanno messo la loro vita in gioco per aiutare queste famiglie ebree, facilitare la loro fuga dalla Francia, e proteggerle dalle frequenti deportazioni verso i campi di concentramento e sterminio.
Solo ora è venuto alla luce il loro segreto. Tutti questi documenti d’identità “cristiani” sono rimasti nascosti in un piccolo armadio nella loro missione cattolica spagnola fino a qualche giorno fa ma “ristampati” grazie ad un professore spagnolo che stava preparando la base per un libro/documento/tesi relativo alla diplomazia del suo paese (La Spagna) durante l’ultima guerra e che ha scoperto in pratica 80 anni dopo e per puro caso che la chiesa spagnola di Parigi aveva avuto un enorme impatto salvando da morte certa molte famiglie intere, bambini compresi, una storia nella storia.
In questo armadio sono stati ritrovate tutte le copie dei documenti relativi al “cambiamento” sociale di queste famiglie, documenti metodicamente riposti e catalogati, un lavoro da “certosino”, se così mi posso esprimere. In pratica hanno “convertito” tutte queste famiglie della comunità ebrea di stampo Sepharad (termine che «si riferisce alle comunità ebraiche che vivevano nella penisola iberica fino all’espulsione dalla Spagna e dal Portogallo al termine della Reconquista; si può anche riferire a coloro che usano lo stile sefardita nella loro liturgia, o si definiscono sefarditi per le tradizioni e usanze che mantengono, provenienti dal periodo iberico…», testo scovato su Wikipedia dato che non avevo mai sentito parlare di Sepharad prima di oggi) ma hanno sopratutto evitato la deportazione che i “poliziotti” tedeschi effettuavano in primis al momento di occupare un territorio o città.
E’ stato per puro caso che Santiago Lopez Rodriguez, il professore appunto, abbia scoperto tutti questi documenti e dopo aver rispolverato i volumi e decifrato la calligrafia di tutti i firmatari, Lopez ha incrociato i dati della missione con quelli che ha trovato in altri archivi francesi e ha scoperto che fino a 60 di questi documenti corrispondevano agli ebrei che erano registrati come spagnoli, mentre 19 corrispondevano a persone che avevano la protezione del consolato. Questa scoperta è stata ora riportata nella tesi di dottorato di Lopez “Il Servizio Straniero Spagnolo durante l’Olocausto nella Francia occupata (1940-1944)“, che spera di pubblicare nei prossimi mesi.
I 155 documenti falsi sono stati “stampati” in un periodo di cinque anni, tra il 3 ottobre 1940 e il 12 luglio 1944. Ce ne sono quattro nel 1940, 68 nel 1941, 30 nel 1942, 45 nel 1943 e otto nel 1944 quando l’occupazione nazista della Francia si è conclusa.
Vi lascio leggere il resto sul giornale stesso, un documento eccezionale che é anche stato “ripreso” dal Corriere della Sera qualche giorno fa, documento che vale veramente la pena di leggere, una storia nella storia appunto.
Parola di Webmaster…
1. Joaquín Aller 2. Ignacio Turrillas 3. Emilio Martín 4. Gilberto Valtierra | © JUAN MILLÁS
CI HANNO SCRITTO