La scuola del futuro : per quale futuro ?

da | 25/10/2017 | Domus Scientiae Domus Vitae | 0 commenti

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LA SCUOLA, CASA DI VITA E SCIENZA

Questo è l’articolo di fine “dossier”, una parentesi della storia della scuola di tutti ma anche della nostra scuola, una esperienza che sta diventando molto difficile da spiegare, da raccontare.

La scuola sarà sempre la scuola, abbiamo bisogno di una scuola e di maestri, maestre, professori e professoresse che abbiano la voglia di mettere le loro conoscenze alla portata di tutti, di raccontarci una lezione, di farci imparare una materia, di capire quali siano le nostre capacità e le nostre “zone oscure”, correggere i nostri difetti, amplificando le nostre qualità.

Forse non esistono più i punti di riferimento della scuola di anni fa come non esistono più intere categorie di lavoratori, non possiamo senz’altro ritornare indietro solo per cercare con il lanternino una strada ormai in disuso e molto probabilmente bloccata da qualche parte. Ne hanno costruito di nuove, hanno seminato altre radici, hanno aperto nuove classi di studenti con materie nuove, diverse, al passo dei tempi, hanno riasfaltato con un nuovo tipo di cemento sia la strada che il marciapiede dell’apprendimento e del sapere, si viaggia spediti ormai quasi dappertutto, forse un po’ troppo spediti.

Si parla della “selezione” naturale come si parla anche di una definizione di “scuola per tutti”, cioè di una scuola meno selettiva, accessibile ai più, l’accesso a scuole considerate difficili resta una meta per pochi eletti che rappresentano una percentuale al di sotto dei 5 o 6 % nei paesi più sviluppati.

Ma tutti questi dati, proiezioni e curve grafiche fanno sorgere una domanda alquanto particolare : forse la scuola come entità, cioè le materie, gli insegnanti e studenti, non è più allo stesso livello, siamo si sullo stesso pianeta ma probabilmente non allo stesso momento, come Marty McFly nel famoso film “Ritorno verso il Futuro“, in cui viveva più vite in considerazione all’anno in cui “viaggiava”.

Se ci sono tante domande sulla qualità e qualifiche della scuola e del suo insegnamento, come della scelta delle materie insegnate ai giorni nostri, forse bisognerebbe spostare la domanda posta verso il livello generale delle materie e conoscenze stesse insegnate.

Sono i vari maestri e professori al passo con le esigenze dei nostri giorni e degli allievi attuali?

Da questa parte dell’aula, cioè come studente, viene spontanea questo tipo di domanda e viene altresì spontaneo il numero di punti interrogativi che si sono allineati sopra le nostre teste in merito alle determinazioni quantitative e qualitative dei docenti stessi, in termini molto generali…

Mentre, dall’altra parte dell’aula, alcuni grandi pensatori parlano e scrivono sempre di più di livello scolastico più basso in certi corsi superiori per allinearlo al livello generale della classe di alunni. E di aggiungere che avere un numero superiore di diplomati universitari o scuole superiori non può essere considerato come un fattore positivo se il livello delle “conoscenze” e apprendimento di coloro che sono riusciti a diplomarsi sia in generale più “basso” di quello di alcuni anni fa.

Qualcuno obietterà che si raccoglie sempre quanto seminato a suo tempo ma forse si potrebbe anche parlare del terreno fertile o meno, della ricchezza del suolo e della sua malleabilità, di semenze che forse hanno cambiato in questi anni e che producono un po’ dappertutto le stesse materie prime, tutte uguali, talvolta anche senza nessun sapore e valore nutritivo.

Per farla breve, ne sappiamo meno di quando abbiamo incominciato a riflettere su un problema che non è proprio alla portata di tutti, anche se tutti hanno la loro opinione in merito, soluzioni e forse anche proposte, sembra quasi quando si discuteva di una qualsiasi squadra di pallone o anche della squadra dell’Italia stessa, tutti abbiamo sempre criticato le scelte, la tattica, il risultato, le posizioni di tale attaccante o difensore, le uscite a vanvera del portiere e chi dovrebbe tirare i rigori.

Termino qui queste mie considerazioni, la parola “FINE” è semplicemente impossibile a scrivere in un discorso come questo, complicato e, come già scritto, facile allo stesso tempo, riuscire a far studiare il più grande numero possibile di bambini e bambine e farli continuare il più a lungo possibile, riuscire a trasmettere tutto quello che abbiamo letto, imparato, assimilato.

Un certo don Gianni, in risposta ad un mio mail di qualche giorno fa, mi ha scritto alcuni concetti che penso siano ancora di attualità, sempre se di attualità si può parlare in casi come questo :

La scuola è fatta per imparare … ad imparare …Spesso la scuola, i maestri … danno risposte a domande che nessuno (più) si pone e viceversa !

 

Botta: Con i miei 25 anni di esperienza posso dire che … Risposta: in effetti hai fatto un anno di esperienza, ripetuto poi per altri 24!L’esperienza, il bagaglio culturale … rischia di diventare quel pettine a cui ricorriamo quando non abbiamo più capelli.

Quando voglio riimmergermi nel Libano mistico multireligioso, ritorno periodicamente ad ascoltarmi (o vedermi) i canti di soeur Marie Keyrouz.Mi impressiona la sua capacità di cantare IL SACRO di qualsiasi tipo e dovunque si trovi espresso in forme artistiche, poetiche, musicali: semplicemente umane, cristiane orientali e occidentali, musulmane, druse …Mi impressiona anche l’ampiezza di iniziative che sta portando avanti, tra le quali alcune proprio a livello di scuola, lei stessa ne ha fondato una o due …

Non so se coloro che ci seguono sul sito, sia che vivano ancora in Libano o no, la conoscano e abbiano piacere di scambiare due chiacchiere su di lei, comprese alcune sue interviste …

A risentirci.

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