La Cucina di varie culture

Un viaggio alquanto sorprendente nella cucina d’oltre oceano, «Mac & Cheese» per tutti

Paola Roncaglia

Nata al Cairo il 25 Ottobre del ’59 all’ospedale italiano. I miei abitavano a Heliopolis allora e …

Dedico questo spazio chiamiamolo “culinario” a Giorgo Volo che condivideva sempre le sue cene e i suoi pranzi su FB con tanto di foto e anche a Flavio un buongustaio pure lui.

Paola 

La cucina americana è soprattutto il risultato di varie culture importate durante i vari periodi storici, le immigrazioni, la Grande Depressione, le guerre, senza dimenticare i grandi cambiamenti avvenuti in questa nazione.
Allorché gli Europei misurano i cosiddetti “dry ingredients” come la farina, lo zucchero, il lievito ecc. in peso, gli americani tradizionalmente li misurano in volume. Già per poter tradurre dall’uno all’altro, ci vuole un buon senso della matematica. Uno si perde, è normale, ma chi persiste trova la formula giusta anche se approssimativa. Qui ho optato per i grammi nel caso che voleste provare a cucinarlo e che non siete conoscenti del sistema americano di “ounces”, “cups” ecc.
Dopo più di 40 anni in USA mi perdo ancora fra le mie misure, per cui spesso per “riparare” invento un sacco di cose. Se è mangiabile allora la “nuova” dose é da tenere. Mah! Direi che siamo sul 50/50 per ora.

Per chi, come nel mio caso, é cresciuto con una mamma che diceva “un pizzico di qua” o “una manciata di la”, “metti in forno finché cotto” , e “ad occhio e croce”, di trasformare queste informazioni in un ricettario da tramandare da madre in figlia (sempre nel mio caso) diventa quasi un esame di Maturità.

Ma se non sapessi cucinare come un’americana adottata, (un’ italiana di nascita, una francese di eredità) a causa di questi “problemini” del lessico sarebbe una gran perdita.
Dopotutto dietro ad un semplice piatto di fagioli c’é sempre una storia. Ed é quella che conta.

Senza lasciarsi impressionare dalla conversione Celsius/Fahrenheit, facciamo un piccolo viaggio tra le montagne e le pianure americane, soprattutto quelle della Nord Carolina, per imparare l’origine di qualche piatto ben amato e ben conosciuto.

In questa «serie» ho importato qualche informazione da un ricettario che si sta scrivendo e che sarà pubblicato da un gruppetto di persone sempre affamate di informazioni (tra cui io). Questo ricettario poi sarà ricambiato con le ricette provenienti dalla Costa Azzurra, dove c’é la città “gemella” alla nostra. E’ un’opera che si fa col cuore perché prima di tutto ci vuol la fiducia in cucina! I Francesi, si sa, son preceduti da centinaia di anni di «fine cuisine» mentre gli Americani hanno imparato tanto e cambiato tutto per adattarlo ai loro gusti. Un popolo di emigrati e di pionieri é sempre un po’ un’enigma davanti ai fornelli. Comunque fateci fiducia e troverete anche voi i vostri piatti preferiti oltre-oceano.

Se parliamo anche di terroir si dice che certi ortaggi son migliori cotti sotto al sole mediterraneo, ma senza troppo attardarci sulla qualità di certe cose, apriamo una porta su ciò che é buono pure in America del nord. Dopotutto a casa nostra  siamo tutti in buona salute e mangiamo con appetito. Tutti crescon bene, alti e sani.  Le cipolle vengon dal mio giardino (tante volte penso ci siano più cipolle e cipolline che capelli sulla testa), le carote ne abbiamo in abbondanza e crescono senza nessun aiuto. Coi loro ciuffi si fa pure un buon pesto. Lo sapevate? Eh si, un’altra invenzione americana. Ma una che funziona bene.

Sotto al cielo moderato della Nord Carolina (di preferenza senza uragani) e con inverni così miti che un millimetro di neve chiuderebbe le scuole, e che non succede mai, per carità le buone cose ci sono anche qui e il mio piccolo angoletto di “terroir” non é male assai!

Vi propongo come prima ricetta il
Mac and cheese“( abbreviazione per Macaroni and cheese).
Benché si trovi anche in scatola e che questa ricetta può esser pronta in pochi minuti, qui la versione completa, o come si dice in inglese “From scratch”.

Per questo tipo di pasta ci voglion i maccheroni “al gomito” (elbow macaroni). Son facili da mangiare per i bambini e per quelli che non sanno ancora tener bene la forchetta in mano. Al limite i piccoli li mangian con le mani nel piatto.  E qualche “Flower child” che conosco degli anni 60′ é stata spiata mentre lo faceva pure lei.

Ci son varie versioni, ma la ricetta di base eccola qui:

  • 250 gr di maccheroni “al gomito”
  • 450 gr di formaggio Cheddar (quello arancione) grattugiato
  • 320 gr di latte
  • Pan grattuggiato
  • 60 gr di burro
  • Un po’ di farina
  • Sale/ pepe

Cucinare i maccheroni, sgocciolare.
Far sciogliere il burro separatamente, aggiungerci la farina e il pepe/sale.
Aggiungere il latte e cucinare finché il “composto” comincia ad avere una certa consistenza.
Spegnere il fuoco e aggiungere il formaggio.
Mettere in uno stampo ben imburrato cosparso di pan grattuggiato. Mescolare maccheroni e “salsa”, metter al forno riscaldato per qualche minuto aggiungendoci un po’ di pan grattugiato.
Come direbbe mamma “ad occhio e croce sai quando é pronto”.

In tante famiglie americane che devon scappare a portar i giocatori alla partita di baseball non appena i bimbi arrivan da scuola, questo  piatto costituisce l’ideale perché é rapido, semplice e che se ne può mangiare a palate. Può esser accompagnato da una salsiccia o da un’insalata, o da un panino al prosciutto, al tacchino o al pollo.

Mac and Cheese è il numero uno dei “Comfort foods” americani, associato a tanti bei pasti e ricordi d’infanzia.
Benché l’Italia già dal XIV secolo avesse di fatto introdotto la pasta col formaggio, sono le invenzioni americane, e più specialmente quelle della tavola del Sr Thomas Jefferson, che costituiscono i precursori di questo piatto tanto amato degli Americani.
Qui al sud degli Stati Uniti si mangia accompagnato dalla mollica del pane per non perdersi il buon formaggio che altrimenti rimarrebbe nel piatto.

Buon appetito e alla prossima!

Paola

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