La «Colonia Estiva» al Houssoun
Una di quelle estati trascorse ad El Houssoun, solo qualche anno fa…
Momenti della festa di fine vacanze al El Houssoun 1965/66
Il testo qui di seguito l’abbiamo ricevuto ieri sera da parte di Gianni. Un testo che mi fa venire in mente un sacco di “birichinate” in quel di El Houssoun, con o senza chierici…
Carissimi, non volevo disturbare, ma poi ho visto sul sito i nostri amici in riva al lago ,,. e mi son ricordato che …
Grazie per l’ospitalità. Un abbraccio.
Gianni … “solo”!
Carissimi, m’ha fatto molto piacere (e un poco invidia) vedervi così rilassati, felici e contenti, in riva a un lago calmo … In quella foto siete l’immagine della gioia di ritrovarsi insieme da vecchi amici. Chissà quante ve ne siete raccontate. E quante altre ce le racconteremo nel prossimo incontro!
Mi sono ritornati in mente due episodi dell’estate al Houssoun. La “colonia estiva” comprendeva tornei sportivi, passeggiate, nuotate nell’acqua gelida della piscina oppure a Nahr Ibrahim (con immancabile merenda dai Righetti), il teatrino la domenica sera, e un mini-festival della canzone. Sul piano rialzato si montavano 4 quinte, un palco, l’orchestrina da una parte e i cantanti dall’altra, mentre in cortile di fronte sedevano gli spettatori: genitori, familiari, “Don”, chierici e liceisti …
Quell’anno ci venne l’idea di fare “gruppo misto” chierici/liceisti, e Gianni Miggiano mi propose di cantare noi due insieme. Entriamo in scena, io in talare, naturalmente. Tacca banda! Due strimpellate di chitarra e poi la pausa suspence: “Sbarcammo ad Anzio – Era notte, c’era la luna – e una ragazza, una bambina: Angelita – Volevamo chiamarti Angelita …”.
All’indomani mi chiama a rapporto il direttore e mi fa una lavata di capo senza shampoo: “Ma dov’è la dignità ecclesiastica? Un chierico in talare che canta da innamorato per Angelina!”. Furono pochi minuti, poi tutto venne chiarito. Appena incontrai Gianni scoppiammo in una risata: “Mancava poco che per colpa tua io bruciassi la mia carriera ecclesiastica!”
A proposito di bruciare! Al fondo del corridoio al piano terra c’erano le docce, ci si metteva in fila, aspettando il proprio turno: “Acqua, insaponare, sciaquare, chiudere, uscire!”.
Quella volta si sente un tonfo, poi silenzio … Riusciamo ad aprire la porta, Fabrizio era steso a terra un po’ tremante , lo portiamo fuori, dopo un poco si riprende.
Avanti il prossimo … E di nuovo un tonfo, questa volta faticammo di più a trascinare fuori Bruno! …
Qualcuno corre affannato da don Del Mistro e lui: “Presto, il secchiello dell’acqua benedetta e l’aspersorio, qui c’è qualche diavolo che ci ha messo la coda!”
Nel mentre, passa di lì don Forti, e con il suo proverbiale naso/fiuto: “Ma che diavolo e diavolo, qui c’è puzza di monossido di carbonio”. Va nel suo laboratorio, torna con le pinze, stringe bene il manicotto della cannuccia del gas che alimentava lo scaldabagno “Valiant” e, voilà: “Tutto risolto: dentro a chi tocca!”
CI HANNO SCRITTO