Staying Alive al Triumph Hotel …

Foto Bacheca SSB – Poco prima di organizzare una serata…

Attimi di vita vissuta, attraverso gli occhi della Paola che ci ha inviato il pezzo qui di seguito. Ricevuto via mail dalla Paola ieri in serata (15/05/2020, ndr) e che parla di un altro albergo, di altre situazioni o momenti particolari, la musica ed il fatto di “fare la festa” o anche solo di stare assieme, di ritrovarsi da qualche parte, come un Hotel, tanti anni fa… Non sono riuscito a trovare foto dell’allora Triumph Hotel ma ho trovato una foto degli anni ’50, reliquia anche questa e che fa parte di una collezione di un “fotografo” di origini Paesi Bassi mi sembra, foto veramente molto bella e non occorre aggiungere altro…

Diego

detto anche Er Webmaster, SSB

Non lontano dall’hôtel Bristol, c’era negli anni ’70 e inizio ’80, un altro albergo che si chiamava TRIUMPH Hotel. Questo piccolo albergo, probabilmente di due o tre stelle era la mia meta preferita i sabati sera durante la guerra, e più precisamente, la “boîte” col DJ che ci accoglieva con ‘Staying Alive’ dei Bee Gees, ‘Celebration’ e ‘We are family’ e cosi’ via. Ogni sabato eravamo in tre o quattro ragazze, scortate da qualche cavaliere libanese, con cui si faceva la salita da casa mia (Rue de Lyon, di fronte al Forno dei Cappuccini) con tacchi, jeans aderenti, magliette di tutti i colori, capelli lisciati dal parrucchiere del Garden City Hotel quella mattina, khôl agli occhi per accentuare lo sguardo nel semi- buio del posto, profumino come ‘Prophecy’ comprato sulla bancarella a Raouché o alla Hamra, e qualche lira per un drink analcolico.

E così alla porta si entrava senza mostrare la carta d’identità e si scendeva nella ‘boîte’ che aveva pochi tavoli e ancor meno sedie. Dopo aver comprato la Coca cola o la Fanta, la musica cominciava ad intensificarsi: era dopotutto l’era del Disco, il mio genere di musica preferito. La serata era scatenata, anche con solo 6 o 7 persone, soprattutto noi  ragazze, che saremmo venute a ballare in tutti i casi, con o senza i cavalieri.
Non ci si sedeva mai, forse per uno slow ogni ora, se la compagnia non ci giovava tanto per quel tipo di danza. Tutte le più belle canzoni continuavano l’una dopo l’altra. Impossibile fermarsi!

Una sera, c’era un raduno di moto fuori dal Triumph, con una bella coppia giovane, lei biondissima e lui pure. Siccome la ‘boîte’ era piu’ o meno nostra per cosi’ dire, gli ultimi venuti eran sospettosi… poi si ‘seppe’ che la ragazza voleva scappare col suo bel tipo, ma che i suoi volevano punirla, mettendole il velo e portandola all’estero. Che romanzo! Senza nessuna prova….

E così la saga romantica continuò per un mesetto, con questa bella coppia che faceva uno stop al Triumph, il tempo di uno slow…
Nel 2008 ebbi l’occasione di incontrare questa persona oramai divenuta donna affascinante, moglie e madre. Non le svelai mai che ci eravamo incontrate (per così dire) al Triumph e che ero sinceramente preoccupata di questa storia di velo, e di punizione, specie perché quella coppietta era così romantica e innamorata.  Dubito che avesse sposato il ragazzo di allora, ma sembrava una donna felice e adulata. Tutto bene allora. Mistero risolto.

Alle 23:30 la musica era ancor più bella… ciò voleva dire che per le 23:45 le luci si sarebbero accese, le Coca cola e le Fanta oramai consumate, e i ciao detti…
Il ‘coprifuoco’ a casa Roncaglia era mezzanotte, anche se papà che mi aspettava sempre in piedi, non avrebbe mai fatto storie.

La promessa di un’altra serata il sabato seguente era sempre accettata. Tutta la settimana al telefono si pianificava. E sabato mattino dal parrucchiere si cominciava a sognare di Kool and the Gang, Sister Sledge, Barry White, Donna Summer.

Il Triumph trionfava insomma, anche se eravamo in pochi, la musica era al rendez- vous, e che musica! Di ‘boîtes’ ne ho fatte al Libano: Tramps con le amiche italiane e i Marines dell’Ambasciata.. Your Father’s Moustache, l’Interdit di Broummana con il gruppo di libanesi…vari clubs del Cairo e di Agami, vicino ad Alessandria d’Egitto nell’anno della Maturità… anche quelle di Washington, DC tutte belle, inclusa una preferita brasiliana ma devo dire che non ho mai ritrovato l’atmosfera del Triumph dove le note rimbombavano sui muri e la pista era tutta nostra, senza interruzione.
In quegli anni di guerra ci si sentiva giovani, pronti a tutto, immortali, belli.

Mi sembra che il Triumph non esista più da tempo… ma é un pò come il Cortile della nostra scuola… esiste nel cuore, e venuto il sabato sera, scelgo con cura i miei dischi e ballo, ricordando quei posti che mi han  definita in tanti sensi.

‘Staying alive’ always!