Il RITORNO del volo del pipistrello : Curse of the Bat !!!

Questo é uno degli aneddoti tramandati da parecchi e non si sa bene come e quando ma ad un certo punto questo aneddoto ha avuto parecchi “genitori”, ma…

da | 14/05/2010 | VITA A SCUOLA | 0 commenti

Pipistrello partito per altri lidi…


Dopo averci pensato parecchio e a gran furor di popolo, la “pipistrellata” é stata ripristinata e ve la restituisco con le debite “correzioni”!!!
Questo é uno degli aneddoti tramandati da parecchi e non si sa bene come e quando ma ad un certo punto questo aneddoto ha avuto parecchi “padri” e per rimettere a posto giusto la storia giusta, vi racconto cosa veramente é successo con il pipistrello…

Diego

Er Webmaster..., SSB

Dunque siamo nel 1968 e faccio parte della terza liceo, quella con Iozia, Jug, Righetti, Colella, Basatni, Pagano, Tojo e Dado, Sanguetta, Abeti e Filippo e abbiamo avuto il piacere all’inizio dell’anno scolastico di vedere sbarcare la Bruna, che fu accolta con tamburi e tromboni soffiati a squarciatonsille da tutti noi maschi, per tanti motivi che non sto qui a spiegarvi, tanto l’avete già letto da qualche parte…

Insomma per farvela breve la Bruna venne fatta accomodare in seconda fila dietro al sottoscritto e questo ben evidentemente per togliere ai malintenzionati tutte le possibili velleità maschili e maschiliste del resto della classe, solo che fu presa di mira dagli avvoltoi seduti dietro con Eddy come “Presidente Sezione Avvoltoi Terza Liceo” che non badava a sottigliezze…

Un giorno passeggiando con Bruno Miggiano e Ezio Jug durante la pausa prima della cena (eravamo tutti e tre interni, ben inteso…) trovammo un piccolo pipistrello morto in mezzo al campo di pallone (per favore, quando dico campo ricordatevi della montagna di sabbia una volta la partita terminata, che si portava in camerata con le scarpe piene…) e decidemmo di comune accordo di metterlo da qualche parte fra due alberi in modo da lasciarlo in pace almeno dopo morto.
Ma era tanta la voglia di continuare a “cazzeggiare” (verbo molto utilizzato in quegli anni da tanti di noi…) che decidemmo, dopo cena e dopo averne parlato in lungo ed in largo con quasi tutti gli altri commensali, di dargli una sepoltura un po’ più “cristiana” e scopiazzando le onoranze funebri e le messe da morto che avevamo di tanto in tanto a scuola per ricordare i nostri cari, Bruno diventò il sacerdote officiante mentre Ezio ed io diventammo i chierichetti e, dopo aver costruito una pseudo croce con due bastoncini di legno trovati lì vicino, abbiamo dato luogo ad una messa funebre con tanto di canti gregoriani che non vi dico.
Si continuò a riderci sopra fino al coprifuoco, scusate volevo dire allo spegnimento luci, e ci dormimmo sopra, non tutti però.

All’indomani mattina difatti, appena dopo la messa mattutina e prima della colazione, Ezio ed il sottoscritto decidemmo di dissotterrare il pipistrello per poi metterlo in qualche maniera nel banco sito a fianco del sottoscritto in prima fila, per uno scherzo che sembrava molto “scherzoso” di primo acchito sia a Ezio che a me, pensandoci bene però l’aggettivo più corretto sarebbe senz’altro “brutale/balordo/bestiale”, tutto in un colpo solo!

Ci mettemmo parecchio a “incollare” il pipistrello all’interno del banco, ci vollero parecchie puntine da disegno e quando finalmente riuscimmo a puntinare anche le ali aperte ci vollero altre due puntine per tenergli il corpo giù in modo da far fare veramente un colpo apoplettico a qualcuno al momento di aprire il banco per metterci i quaderni e libri del giorno.

Bruno ci consigliò di dirlo a don Doveri, che era anche il professore di storia e italiano le prime due materie del giorno e domandammo se gentilmente potevamo fare un piccolo scherzo alla “Bruna”, raccontandogli in poche parole cosa avevamo fatto, tralasciando ovviamente il funerale del giorno prima…
Il buon don Doveri accettò non senza qualche remora, aveva però un sorrisetto stampato in un angolo della sua bocca che diceva tutto, e ci consigliò anche di non rovinare la sorpresa generale con le solite sghignazzate abituali.
Don Doveri fu anche più toscanaccio di noi dato che appena tutti in classe domandò in maniera perentoria alla Bruna di cambiare posto per quell’ora dato che aveva in serbo per lei alcune domande specifiche.

Dunque la povera Bruna viene praticamente sbattuta al mio fianco in quattro e quattr’otto e quando aprì il banco per inserirci i suoi libri il banco non si era ancora chiuso che la Bruna stava già correndo fuori gridando come una forsennata, quasi avesse visto un pipistrello con le ali aperte che stava venendole incontro.

Vi posso assicurare che anche don Doveri fece un salto in parte quando, sceso dalla cattedra, venne a vedere la cosidetta “natura morta con pipistrello” e ci chiese in maniera burbera di rimetterlo dove l’avevamo trovato.

Se incontrate la Bruna Brughera uno di questi giorni, domandatele se le piacciono i pipistrelli ! In ogni caso é un gran peccato che i telefonini sono nati tanti anni dopo, una foto l’avrei fatta volentieri…

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