Il cielo e la terra parlano da sé

da | 21/12/2019 | DAI NOSTRI INVIATI | 0 commenti

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Ricevuto da don Gianni qualche giorno fa e che sono finalmente riuscito ad inserire, fra un viaggio a destra e uno a manca ormai non so neanche più da che parte mi trovo, almeno questo lo posso anche dire…

Un gran Natale a tutti e un augurio per un anno leggermente migliore dell’ultimo, ma anche e sopratutto un pensiero per tutti coloro che ci hanno lasciati da soli e che non dimenticheremo così facilmente…

Diego

Er Webmaster..., SSB

​Betlemme dista 5 km a Est di Cremisan. In queste settimane il sole inizia la sua ultima discesa e al solstizio sorgerà proprio sulla Grotta della Natività (dove Dio ha toccato il punto più basso), poi riprenderà a salire finché il 20 giugno avrà raggiunto l’estremo opposto, sorgendo sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme. La posizione della nostra casa salesiana sulla montagna di Ghilo (915 mt) è privilegiata: il cielo e la terra parlano da sé.

L’8 dicembre sono inziate le piogge (“Vengono sempre dopo la grande festa della Madonna” – ricordo dicevano i vecchi contadini del posto quando giunsi qui nel ‘74). Tutto è diventato più luminoso; nelle “terrazze” degradanti in valle gli ulivi hanno rivestito l’argento e il verde, la pineta è trasparente, i filari delle viti mostrano le foglie rosse e arancione, l’aria è frizzante, liberata dai cumuli di polvere che i cantieri dell’insediamento ebraico di fronte le avevano rovesciato addosso.

Nel cielo per tre giorni, a intervalli, sono sfrecciate pattuglie di “caccia” israeliani, ultimo rombo, provenienti dal mare e diretti nel deserto …

Dopopranzo faccio spesso una scarpinata salendo attraverso il bosco fino al plateau che stiamo rovesciando in profondità con mega piccone pneumatico e ruspa Daewoo per preparare l’impianto di viti selezionate. Ho fatto incontri che non mi capitava da tempo: un branco di 6 gazzelle, 4 adulti e 2 piccoli, dal manto crema e bruno, che appena mi hanno visto sono scompare , non correndo ma “zompando” a salti …  Poi sento voci stridule ripetute ritmicamente: non vengono da terra, non dagli alberi, alzo lo sguardo e vedo sù in cielo uno stormo di gru, in formazione a cuneo. Un’altra presenza ciclica, dato che le montagne della Terra Santa fanno da anti-spartiacque fra l’emisfero nord e quello sud. Mi son chiesto se il cielo appartiene ai supersonici di guerra e di morte, oppure a queste creature indifese, guidate solo dal loro istinto di vita…

Àsaad, l’operaio-meccanico betlemitano che aziona le enormi macchine per la rotazione del terreno mi dice che lui le gazzelle le vede ogni giorno; ha intravisto anche una volpe intrufolarsi sospettosa fra i cespugli bassi, più raramente l’aquila che volteggia altissima  poi piomba come un fulmine sulla preda, e nugoli di pernici che cercano un rialzo per spiccare il volo, aprendo le ali a forma di delta:  “Come gli F 35?”, insinuo io; e lui: “Abuna: al mulk lillàh, cieli e terra sono proprietà di Dio, guai a insuperbirsi!”.

La sera dopo cena recito il Rosario camminando su e giù davanti la grotta di Lourdes dove è illuminata con tenui faretti a led multicolori la Madonnina di marmo bianco di Carrara, o meglio di Vallecchia (il paese di don Giulio Filiè …). Ogni tanto alzo lo sguardo al cielo per contemplare le costellazioni che in queste notti dell’anno occhieggiano e pulsano. E ieri notte all’improvviso sfreccia una stella cadente corta ma luminosissima, in direzione est-ovest. Un attimo, senza darmi tempo di esprimere un desiderio, lasciandomi a bocca aperta. Poi però al tepore della mia camera nel dormiveglia, mi viene da pensare: “Proveniva da est la cometa, cioè da Betlemme; avrà continuato il suo viaggio per portare nella notte degli uomini la luce del figlio di Maria Immacolata, della quale il marmo bianco è una pallida idea; un bimbo che non passa e scompare, ma che resta sempre  “Dio con noi”.

Buon Natale a tutti. Un affettuoso abbraccio e la benedizione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. 

Don Gianni Caputa, SDB | Cremisan-Betlemme | 18 dicembre 2019