I giochini simpatici, ovvero come si passava il tempo ogni tanto
Una maniera come un’altra di passare un pomeriggio e forse anche di più di uno, trovando “trucchi” alquanto bambineschi o da ragazzini con i pantaloni lunghi… Sort of…
Rolando Hatter e Nando Manetti in rue Hamra – 22/01/72
La mente che viaggia indietro nel tempo, riesumando i momenti, più o meno “scemi” durante il peregrinare per le vie accaldate di Beirut, sopratutto la rue Hamra, durante quegli anni…
Mi ricordo ancora di come scrutavamo/analizzavamo i passanti della rue Hamra durante le famose “vasche”, quando facevamo finta di essere molto occupati in discussioni astruse o filosofiche da rendere don Pradiroux orgoglioso e fiero della sua schiera di alunni, quando tentavamo soltanto di sembrare più “grandi” di quello che in realtà dimostravamo di essere.
Ogni tanto mi capitava di vascheggiare con Ciccillo (Mancini per i non addetti) e Hatter (Rolando di nome e di fatto) e finivamo sempre per trovare una specie di “gioco scemo per bambini scemi” che faceva ridere solo noi ma che trovava sempre un’eco particolare il giorno dopo a scuola quando raccontavamo le nostre imprese alla folla in delirio e, ovviamente, c’era già qualcun altro che aveva sperimentato e migliorato, una settimana dopo…, il famoso giochino, sempre in Rue Hamra, per la gioia dei passanti, molto numerosi a qualsiasi ora del giorno o della notte.
Alcuni di quei famosi “giochetti” erano improntati sulla credulità o buonafede dei passanti che immancabilmente cascavano nella trappola, come per esempio mettersi in un angolo della rue Hamra e guardare uno dei cornicioni delle case o palazzi di fronte mormorando in maniera quasi impercettibile ma sufficiente per essere notati “T’as vu ce qu’il y a là haut?” con il risultato di avere almeno una ventina di persone che si fermavano e scrutavano invano il cielo per vedere che meteorite stava cadendo su Beirut mentre noi si partiva quatti quatti.
E’ chiaro che dopo la ventesima volta non c’era praticamente più nessuno che ci cascava ma lo si faceva lo stesso, anche perché non avevamo niente altro da fare…
Un’altra bella operazione condotta con mano esperta é stata la missione “Attenzione al filo per favore” che ha domandato una preparazione sia fisica che mentale da far impallidire il corpo dei Marines statunitensi.
Due marines della scuola facevano finta di tenere un filo teso fra due punti del marciapiede, ovviamente sempre sulla rue Hamra altrimenti che gusto c’era, mentre il resto della truppa faceva finta di oltrepassare il famoso filo con una sgambata tale da far apparire la Carla Fracci una ballerina di quarto grado.
Tanti non capivano come si doveva procedere e quindi avevamo piazzato il Ciccillo, già esperto in Comunicazione ed affini con diploma per corrispondenza, a spiegare e dimostrare come e di quanto bisognava alzare la gamba per non correre il rischio di rompere il “filo magico”.
Ma tanti capivano lo scherzo e diventavano nostri alleati alzando la gamba in maniera plateale da quasi obbligare le persone subito dopo a fare la stessa cosa, con comprensibile entusiasmo per la bella pensata da parte di noi marines della scuola, gonfiando il petto e con il mento all’insù per l’ipotetica foto ricordo.
Si era giovani ma non nascondo che ancora oggi avrei tanta voglia di farli questi giochetti, forse non sono ancora maturo…
CI HANNO SCRITTO