Giù dai Colli, Don Bosco ritorna come ogni 31 gennaio…
Mamma quanti ricordi per questo giorno particolare, sia ad El Houssoun che a Beirut…
© Foto originali di Pinco Pallino
Il testo qui di seguito l’ho ricevuto via mail dalla Kikka verso le 23:00 e qualcosa, l’ho aggiunto subito subito al pipeline degli articoli ed è per questo che ve lo ritrovate in prima pagina per il 31 gennaio.
Più che un articolo la Kikka ci ha regalato delle belle sensazioni, anche dopo tutti questi anni, dei ricordi di un 31 gennaio di qualsiasi anno passato a Beirut e dintorni, nomi e luoghi che conosciamo in tanti e che non occorre delineare.
Vi invito a leggere le parole scritte della nostra Kikka, sempre la capostipite del nostro Cortile…
Il 31 Gennaio è una data importante per chi ha avuto la fortuna di crescere nel “cortile di Don Bosco” non lo vivo tanto come un festeggiamento ma come un ringraziamento…
Don Bosco é entrato nella mia vita quando avevo poco più di 2 anni, era la scuola di mio fratello, ma anche la Messa della domenica con il post Messa nel cortile dove mentre gli adulti chiacchieravano i piccoli giocavano.
Era la Messa di Natale in quella Chiesetta così piccola e così grande al tempo stesso, quel Presepe vivente di Don Filié, l’organo suonato allora da Don Morra e la splendida voce di Franco Araman, l’odore dell’incenso, Don Laleta già anziano che attendeva e perché no a volte criticava con pacatezza le nuove generazioni a lui comprensibilmente distanti.
Era Don Moroni che veniva a dir Messa dalle Suore accompagnato da un cagnone che lo aspettava fuori dal portone finché ne ebbe la forza.
Negli anni oltre ad esser la Messa della domenica quella della Notte di Natale, divenne anche la tappa quotidiana dove passavo ad aspettar mio fratello per tornare a casa insieme e quei 10 minuti passati in attesa erano due chiacchere con Don Filié, era conoscere compagni più grandi o più piccoli di mio fratello, era veder nuovi adolescenti uscir dalla fanciullezza: la simpatia di Willy Arnoldi in abbinata con il bel Sesenna che essendo “piccola” nemmeno guardavano ma io discretamente guardavo e mi divertivo, era incontrare fratelli di mie compagne, era un pezzetto di vita che mi entrava in circolo… transfusione salesiana!
I Salesiani era la scuola che avrei voluto frequentare, ma era maschile quindi rimaneva un vorrei ma non posso… poi arrivò il 1967…
Don Doveri che non avevo mai conosciuto prima, era Direttore… e aprì quel portone chiuso a noi ragazze: amato e criticato per questa scelta… a distanza di soli 53 anni… grazie glielo dico ogni giorno e credo che un grazie lo meriti da tutti perché quel portone che volle aprire non si è limitato ad essere un “puoi diventare allieva” ma é stato un portone spalancato sulla nostra vita….
Se oggi siamo ancora qui in questo cortile virtuale, se un filo indissolubile ci unisce ancora, credo poter affermare che tutto ebbe inizio da quel portone che si aprì a noi ragazze….
In ogni Salesiano che conosco, ammiro, a cui son legata, a cui voglio bene vedo un piccolo Don Bosco, come si suol dire parlando di figli: il frutto non cade lontano dall’albero… ecco i salesiani son il frutto dell’albero Don Bosco… non possono cadere lontano dal loro albero!
In questo giorno di Festa, in questa data importante, in questo momento così difficile per il mondo intero voglio ringraziare tutti i salesiani, abbracciarli e dir loro che senza la loro “luce” io sarei stata molto più povera…
Agli ex allievi vorrei dire: cercate di non dimenticare mai quello che i salesiani vi hanno insegnato, non deludeteli, ci hanno messo il cuore e la loro vita, fate in modo che possano esser sempre fieri di voi, credo sia il modo migliore per festeggiare Don Bosco!
Grazie Kikka per questa bella testimonianza.