Freedom of Worship
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Stavo guardando le notizie del giornale delle 20:00 su Francia 2 quando il mail si accende e un messaggio della Paola era atterrato con un gran fracasso : ve lo consiglio, ci saranno quelli “in favore” e quelli “contro” ma ve lo consiglio lo stesso, no kidding…
A messa oggi (12/01/2020) con la mia famigliola e i tre bambini ho riflettuto molto sulla “Freedom of Worship” per il quale i primi pellegrini han lasciato indietro la terra dei padri e delle madri per stabilirsi in America.
La ragione per la quale ci ho pensato, non era perché mi sentivo a mio agio nella parrocchia che ho adottato e dove sono diventata anche catechista. La ragione per la quale ci ho pensato e che mi ha offuscato il cuore per tutta la messa è perché dietro di me c’era un poliziotto armato fino ai denti, in divisa.
Di poliziotti armati fuori dalla chiesa ne vedo ogni domenica. Per qualche ragione, di vederlo dentro al santuario, durante la messa, mi ha fatto venire paura e pensieri.
Non voglio essere la nonna “naïve” che pensa che una sparatoria non potrebbe mai avvenire in una chiesa… ma con gli occhi furtivamente fissi sul poliziotto che è lì per difenderci, nel peggior degli eventi, mi ha fatto pensare tanto a questa libertà di “worship”. In Libano si andava a messa con la guerra fuori, eppure non ho mai risentito questa ansia delle armi finora.
Siamo davvero liberi se ci devono essere armi da fuoco in chiesa?
Quanti passi indietro abbiam fatto da quando i pellegrini son venuti?
La libertà può esser persa in una frazione di secondo. Secoli di libertà si riducono a nulla. E poi si piangerà e si dirà “Dobbiamo fare meglio”.
Poi mi son guardata attorno: bebè, bambini, anziani, giovani, nonni e nonne, mamme e papà, persone per bene. E poi mi son chiesta: quante persone portano le armi in chiesa? Purtroppo non c’è il divieto delle armi in certi stati degli USA.
E se succedesse l’impossibile, l’incredibile?
Dove scappare e da chi? Se tutti si mettessero a sparare per difendersi chi ti garantisce la vita?
Devo dire in tutta sincerità che mi son dovuta concentrare tanto per stare calma.
Mi son fidata e a Dio e ho detto : “Se mi chiami son pronta. Certo che non vorrei andarmene adesso, ma non ti tengo rancore se mi dici Mission Accomplished“. Poi mi son calmata.
Che sarà, sarà. Dopotutto sono sempre positiva.
Finalmente il poliziotto ha cambiato posto, ma lì dove si era parcheggiato lo vedevo chiaramente. Un uomo con grandi responsabilità sulle spalle: 500 persone che eran libere di andare a messa e di esercitare il loro dovere di Cattolici.
Andare in chiesa ed essere liberi di pregare è una cosa personale. La vita è preziosa.
Ed è quello che può toglierti la vita così facilmente che me lo fa pensare più che mai.
L’inno finale era “Let’s go… we have a mission of Love… I’ll be with you till the End”.
CI HANNO SCRITTO