IL CORTILE SSB

20/01/2010 | TRE MINUTI CON...

Francesca Kikka Silli

Oggi é di turno la nostra Kikka nazionale, quella che tutti conoscono e che tutti ricordano con grande affetto per gli sforzi e la volontà con cui é riuscita a mettere insieme il raduno del 2007 e quello del 2008.
Grazie Kikka!

1. Com’era Beirut ai tuoi tempi e quali sono i tuoi ricordi più importanti di allora?

Ho conosciuto Beyrouth nel 1955 e l’ho lasciata a fine 1970 sicuramente già in quei 15 anni la città ha subito parecchi mutamenti, ricordo ad esempio i primi anni la difficoltà a trovare la carne buona che non assomigliasse ad una suola di scarpe mentre poi oltre alla carne a Beyrouth si trovava di tutto e di tutti i paesi. Anche dal punto di visto della città negli anni la sua europeizzazione è andata sempre più confermandosi… e lo stacco dai quartieri “poveri” o baraccopoli era molto evidente.
Ma questo accade anche nel 2009 a Milano… non ci sono le baracche ma vi sono dei quartieri che nel 2009 in Italia, a Milano non dovrebbero nemmeno più esistere per la dignità delle persone!
Era comunque una bellissima città, dove l’antico ed il moderno erano accostati in perfetta armonia : l’azzurro del mare finiva dove iniziava l’azzurro del cielo, il traffico sempre caotico con i services che viaggiavano sovraccarichi a volte anche con la portiera semi aperta per far spazio all’ennesimo passeggero.
Non si usavano le frecce ma si metteva la mano fuori per indicare che si girava a destra… e mi chiedo oggi ma quando giravano a sinistra come facevano???

Il paese in generale era molto bello grazie alla sua storicità così antica alla natura così generosa. Mare bellissimo ma montagne a due passi altrettanto belle. I cedri un piacere degli occhi alberi maestosi, secolari, ricordo che per abbracciare il tronco di un cedro bisognava mettersi in cerchio in parecchi per riuscirci.
I ricordi più importanti sono legati alla serenità della mia infanzia e adolescenza, al saper convivere e vivere con tutti indistintamente, ad un paese che sapeva essere accogliente nelle sue più piccole sfumature: dalla vicina che preparava pane e labneh per il figlio ma lo aveva già preparato anche per me, il “beiti beitak” che faceva sentire a proprio agio.

2. In che modo pensi che gli anni di scuola a Beirut abbiano influenzato la tua vita successiva?

Inizialmente gli anni della mia scuola sono stati paradossalmente un handicap: non ero abituata e nemmeno preparata a quello che era la realtà universitaria italiana e non solo…. alle barricate, alla mancanza di rispetto, all’uso della politica.
Successivamente invece ho preso coscienza e mi capita che accada anche oggi, che la scritta “non scholae sed vita discimus” riassume quello che la scuola ha saputo e voluto insegnarmi.

3. Con quali persone di allora sei rimasto in contatto in questi anni?

In assoluto la Iole Manetti è quella che non ho mai perso di vista anche se vi sono stati dei periodi in cui ci si vedeva o sentiva poco ma in un modo o nell’altro eravamo sempre in contatto, certo non vi erano le facilitazioni di oggi e spesso scrivere una lettera che significava imbucarla e sperare che arrivasse e poi aspettare la risposta era un deterrente.
Nando Bonapace è arrivato a Milano tantissimi anni fa ed è venuto ad abitare vicino a casa mia, questo mi ha permesso di vedere la Paratore e Di fede, anche Dario da me soprannominato Mukela da quando era “piccolo” è ritornato nella mia vita ed il matrimonio di Nando e Manu è stata l’occasione per ritrovare tanti altri…..compreso il nostro D. Gianni unico ed irripetibile!

4. Saresti rimasto a Beirut dopo aver finito la scuola? E pensi che la tua vita sarebbe stata diversa?

Non avrei mai lasciato Beyrouth se fosse dipeso da me, purtroppo a 18 anni non potevo decidere io e son dovuta “emigrare” in Italia, nell’estate del 71 sono tornata a Beyrouth per le vacanze… 3 mesi… e ripartire è stato ancora più difficile perché sapevo cosa mi attendeva, la mia permanenza in Alitalia mi ha permesso di andare a Beyrouth sovente, fino al 1975… l’illusione che avrei potuto prendere in considerazione di tornaci a vivere era sempre più concreta ma la guerra iniziata nel 75 mi ha definitivamente spento questa speranza.

Se fossi rimasta a Beyrouth la mia vita sarebbe stata sicuramente molto diversa, io dico sempre che sarebbe stata migliore ma non avendo la prova non saprò mai la verità, so però che certe scelte da me fatte sono scaturite anche da una forma di contestazione interna di questa privazione.

5. Pensi un giorno di ritornare in Libano? E se si o no, perché?

Più che pensare io sogno da sempre di tornare a vivere al Libano, ovviamente sono condizionata da mamma e dai figli, siccome non è vietato sognare continuo a farlo e come ha detto Iole lì ho iniziato la mia vita, anche se non ci sono nata, e lì sogno poterla finire…

6. Sei interessato/a a partecipare a riunioni future di ex-allievi? Cosa ti è piaciuto o non piaciuto in quelle degli ultimi anni? Quali sono i tuoi consigli in merito?

Le riunioni future degli ex allievi mi interessano sempre molto, non devono necessariamente essere a largo spettro possono essere anche tante piccole e più ravvicinate, cosa che per altro cerco sempre di fare.
Molto emozionante è stata la riunione del 2007, deludente quella del 2008, non in sé e per sé ma per le reazioni o non reazioni di troppi che solo un anno prima avevano esternato il desiderio che l’essersi ritrovati non rimanesse fine all’8 luglio… tuttavia quella del 2008, pulita dalle delusioni e vissuta per quello che per me significava è stata ugualmente molto bella.

Consigli?… Credo di esser l’ultima a poterne dare, ho fatto con il cuore la mia parte, ora aspetto che altri facciano la loro nel futuro…
Un desiderio: che si possa fare al Libano… a El Houssoun…

7. Cosa pensi di questo sito web e come lo vorresti?

Anche per questa domanda non sono nella posizione di poter rispondere, con il mio maestro/webmaster credo di aver fatto e di fare la mia parte, l’augurio più grande per il sito è che sempre più altri abbiano voglia di entrare nel vivo, con idee, partecipazione etc…
La teoria del poco tempo a disposizione non regge in quanto abbiamo dimostrato che volendo il tempo siamo sempre riuscito a trovarlo… VOLENDO.

KIKKA SILLI

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