Forse non ce la raccontano tutta giusta, nel Blu dipinto di «VERDE»…

Dopo aver fatto la “buona azione quotidiana” ti accorgi di essere al punto di prima, addirittura più in la del “punto di prima”…

da | 17/02/2021 | MULTICULTURALISMO | 0 commenti

Photo by Alison Wang on Unsplash

Ragazzi, sono un po’ giù di morale, faccio fatica a concentrarmi su cose del tutto banali e quotidiane e faccio ancora più fatica a concentrarmi sul libro che sto leggendo e su quanto sta blaterando il giornalista che sta presentando il telegiornale su uno dei tanti canali televisivi. Non ve lo nascondo, non poter uscire la sera per andare a trovare amici e conoscenze e sederci ad un tavolo per una birra tutti assieme, sta diventando una chimera pura e dura, stiamo diventando tutti degli esperti di programmi televisivi, cioè della pappa giornaliera che ci sfornano ogni giorno con le solite manfrine, solo perchè non c’é assolutamente niente altro da fare.
Quindi, dopo averne parlato con due o tre persone, sto cercando di diventare uno pseudo-esperto in botanica, giardinaggio o qualcosa del genere, insomma mi hanno consigliato di allineare vasi di fiori sul terrazzo e cercare di farli vivere per qualche tempo, almeno per togliere di testa i pensieri neri che stanno attualmente girando attorno alla testa, pistola inclusa…

Mi sono comprato tutto l’armamentario per potatura & Co, guanti e cesoie nuove di zecca, tutori di ogni tipo nel caso in cui si decidesse di innescare un ramo di cedro del Libano sul terrazzo di casa, innaffiatoio alto e stretto, innaffiatoio largo e più grande, sottovasi di tutte le stazze, le famose palette in pratica indispensabili per poter invasare e/o aggiungere terriccio e un 10 metri di tubo di gomma per poter innaffiare nel caso in cui il Sahara si sposti di qualche chilometro soltanto. Tutta una meraviglia.
La cosa che più mi affascina e che però fa anche incazzare (scusate l’epiteto ma qui ci vuole) è che appena ti vedono arrivare sono tutti (venditori, rappresentanti & Co) sulla linea di partenza con la fattura in pratica già pronta, tanto sanno già che il pirla che sta comprando un paio di cosette partirà senza alcun dubbio con metà del negozio, emporio, sottobraccio. Tutto il necessario di cui non hai bisogno ma che ti consigliano di comprare nel caso in cui ci sia un’invasione di cavallette giganti che arrivano dal nord Africa e che distruggono in pratica tutti fiori e piante che hai sul terrazzo di casa senza fermarsi più di tanto. Appena esci dal negozio e dalla cerchia degli “esperti” in botanica e giungla selvaggia dell’Amazzonia, ti rendi conto che ti sei fatto inchiappettare e se non mi fermano ritorno dentro con la famosa paletta appena comprata per spiegare il più ed il meno a quel deficente che mi ha appena svaligiato il portafoglio, il tutto con un sorriso Durbans stampato sulla faccia!

Una marea di pacchi e pacchettini con plastica che non si ricicla e dopo avere accennato al problema della plastica in generale domando anche come se la cavano in questo campo, visto e considerato che un emporio di questo genere dovrebbe essere alla punta dell’iceberg in merito a soluzioni contro la  polluzione plastica e affini, con tanto di patentino sul davanti dell’emporio che ti spiega che loro sono al di sopra di tanti altri in questo campo. E qui casca il morto, diceva mio nonno tanti anni fa…
Quello che mi ha in pratica rifilato lo scontrino del prezzo, che assomiglia sempre di più ad una amputazione di un alluce qualsiasi, mi tira fuori una tiritera che sembra né più né meno quanto scritto sul davanti dell’entrata dell’emporio. Allora e con molta calma, cambio la domanda e cioè quali sono i criteri che fanno sì che questo emporio sia più “verde” di un altro o di qualsiasi altro, in pratica quali sono le differenze essenziali in merito. Qui ragazzi è come se avessi chiesto la spiegazione del teorema di Einstein quanto a relatività e come ci muoviamo nello spazio temporale o meno, qui si parla della relatività delle particelle chiamate anche “intelligenza” in uno spazio molto ma molto ristretto in testa al personaggio che cercava di spiegarmi come si fa ad essere più “verdi” di altri empori o magazzini in giro per la cittadina in cui ci troviamo. Un altro esempio di esemplare, su due arti mobili, che ha imparato a memoria una risposta generica in caso di domande come la mia. Lascio perdere, non ne vale la pena, il ragazzo sta lavorando e almeno cerca di fare del suo meglio per vendere a persone come me la marea di oggetti che resteranno in un angolo del soffitto per almeno qualche anno, poco ma sicuro.

Una volta a casa, cerco su internet quali siano le caratteristiche del “perfetto giardiniere”, cosa non dovrei fare e cosa bisognerebbe invece assimilare al più presto per non avere la paletta piantata nel bel mezzo degli occhiali da parte dell’esperto di origini anglo-sassoni e che arriva dal paese dove i giardini e immensi spazi verdi sono all’ordine del giorno, dove basta girare l’angolo di qualsiasi strada di un qualsiasi paesino o cittadina, come anche tanti centro città! Loro non hanno giardini, hanno delle opere d’arte, tagliate con le forbicine per tagliarti le unghie, un filo d’erba uguale e siamese di un qualsiasi altro filo d’erba dello stesso campo o giardino. Sono nati tutti con le forbici in mano, con la famosa paletta e tutto il materiale ad hoc nella carozzella da neonato, non è possibile, ma come fanno… Tu cerchi di mettere in mostra la tua “padronanza” in materia “piante, radici e affini” e la rappresentante del Regno Unito passa dietro di te con il ghigno a mezza bocca e disfa/rifà tutto quello che avevi messo, piantato, innescato, potato e vai col tango…
Che mi viene un nervoso che non ti dico…

Per farla breve, dopo aver speso un carrello e mezzo di EURO per cercare di trovare un’attività che mi calmasse un po’ tanto da rimettere il compasso sui binari giusti, sono ancora più incavolato di prima dopo aver scoperto che non ne capisco proprio un tubo di palette e tutto il resto, con la rappresentante del Regno Unito che se la ride a non più finire : cosa faccio???

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