Flavio entrò in classe e tutto cambiò
Foto Swodesh Shakya
Penso che se ci fosse stato un malinteso a questo proposito Flavio sarebbe arrossito più di un pomodoro. Eravamo schietti l’uno con l’altra. Grande Amicizia e basta.
Avevo chiesto alla Paola che conosceva Flavio molto meglio del vostro webmaster, di scrivere ere qualche riga in proposito, chi era come uomo, come compagno di classe e come…
Come sempre, quanto scritto dalla Paola fa riflettere e lascio a tutti voi cercare di mettere un commento a fondo pagina…
Flavio è entrato nella vita della 1a Liceo beirutina come una bomba. Dal giorno all’indomani, il «nuovo dall’Italia» ha cambiato tutte le regole della classe, portando con se’ la sorpresa di una personalità con sottofondi di una dolcezza immensa, di una baldoria invincibile e di una sensibilità di spirito e d’animo mai incontrate fino ad allora.
Flavio entrò in classe e tutto cambiò.
Nessuno resisteva ai suoi scherzi, sebbene i Don per varie volte lo fecero rimanere a scuola dopo i corsi per riparare e pulire il suo banco.
E lui col sorriso accettava la «punizione» e poi?
Ricominciava. Però un enfant terrible non lo era, era piuttosto un naturale che sapeva di esser un pò birbante, ma che si ispirava dalla fantasia delle cose attorno a se’ e coglieva tutte le occasioni per amare gli amici, anche facendo i dispetti qualche volta.
E’ grazie a Flavio che ho cominciato a guardare i cani con occhi diversi: quando una mattina a Rabieh a casa sua accarezzava il suo bel cane, c’era anche Ettore Littera me lo ricordo bene, mi disse: «Non bisogna mai maltrattare i cani, in essi risiedono le anime di coloro che ci han lasciati». Sbalordita gli chiesi come potesse pensare una cosa simile… mi disse: «Non hai che da guardarli negli occhi, vedrai gli occhi umani».
Grazie Flavio per questa lezione, quando guardai spesso negli occhi del mio adorato cane Max, vidi sempre gli occhi di mio padre e pensai a te.
Era l’estate delle tutine di cotone, sembravan uniformi delle ragazze beirutine. Beatrice ne aveva una rosa ed io una rossa. Andammo a ballare verso Jounieh una sera, poi quell’estate Flavio parti’ con la famiglia per l’Italia. Da li’ ricevetti una lunga lettera, spiegando come quella tuta rossa mi stesse cosi’ bene e in parole sottolineate…
TI AMO!
Penso che leggendo quelle parole fui di nuovo estremamente sorpresa perché Flavio ed io ci consideravamo i migliori amici possibili per il fatto che riuscivamo a star lontani da sentimenti romantici pur coltivando una pura amicizia tra maschio e femmina. Mai un gesto esplicito, mai una parola intima…. ma un’amicizia abbondante e scherzosa.
Penso che se ci fosse stato un malinteso a questo proposito Flavio sarebbe arrossito più di un pomodoro. Eravamo schietti l’uno con l’altra. Grande Amicizia e basta.
Dunque rimasi di stucco e gli scrissi che era confuso dall’amore per la tutina rossa invece!
Poi non se ne parlo’ piu’.
Rivedetti Flavio al Cairo dove una sera alle Piramidi si andò a ballare freneticamente in jeans con tanti amici italiani. Alcuni del Liceo delle Francescane se lo ricordano tuttora. Era una notte caliente, non solo di temperatura, ma di balli, di musica e di coca cola e limonata ghiacciata. Al momento di fare i conti Flavio si era dichiarato Chief accountant e i conti non tornavano.
Mi ricordo la sua delusione, e poi tutti han tirato un po’ di lire egiziani dalle tasche per farla finita.
Poi Flavio a Roma negli anni ’90 in abito di uomo d’affari, telefonino che suonava continuamente, automobile nel traffico romano dalle parti di Piazza Venezia, un po’ come il Rond point Dora insomma: «La loi du plus fort est toujours la meilleure» come diceva il bravo Lafontaine. Navigava in quel traffico come un James Bond. E noi eravamo le Bond girls suppongo. Molto impaurite! E i telefonini che suonavano continuamente.
Una cena in Pizzeria ad Ostia con ex di Beirut e Flavio che mi disse di smettere di far l’Americana e di chiedere ai compagni di non fumarmi in faccia. A dir la verità era una perdita di tempo da ambedue le parti: l’Americana da una parte e i fumatori dall’altra.
La Guerra dei Cento Anni insomma, tutta in una sera. Ma tutti amici!
Negli anni ’90 Flavio ci offrì l’ospitalità a casa sua, sua mamma era gentilissima anche lei, e Beatrice ed io (lei in viaggio di Business io come appendice felice di circolare con lei) passammo un paio di notti in un letto così stretto, praticamente a ridere tutta la notte.
Quel letto romano era fatto per mezza persona ( la parte destra o sinistra a scelta, ma ciascuna separata).
Comunque come ambiente e nottata era meraviglioso perché Flavio era in piedi tutta la notte pure lui a ridere con noi (in un altro letto chiaro!). Voleva darci il suo, e lui avrebbe dormito sul divano, ma noi non volevamo disturbare oltre.
Momenti bellissimi, e al mattino tutto era ok perché eravamo tre amigos fantastici e che niente avrebbe cambiato quei sentimenti e quei momenti senza sonno.
Mi ricordo ancora quando nell’82 ero profuga a Roma, che dovevo andare a sposarmi in America. Flavio semplicemente mi disse: Allora ti sposi…. tanti auguri» con uno sguardo che non dimenticai mai. Era sincero, dolce come lo era lui e sensibile. Sapeva che sarebbe stato un rito di passaggio per me, forse lo sapeva ancor più di me. Poi lo fece anche lui.
Poi Flavio non lo rividi più dopo gli anni ’90… qui e lì avevamo notizie l’un dell’altra, ma sempre tramite altri. Continuavo a fargli gli auguri il 2 settembre (anche la data del mio matrimonio) per il suo compleanno. Nessuna risposta ma sapevo che riceveva la comunicazione. Tra amici si trascende il grazie e il prego e si sa che l’uno pensa all’altro.
Flavio poi ho saputo che non stavi bene, che avevi dei cani ma che avevi dovuto lasciar casa e loro…. ti ho seguito col pensiero amico mio lo sai?
E poi mi hai chiesto l’amicizia su FB. Ero cosi’ felice, ti scrissi, ma nessuna risposta, solo un ‘like’ poco fa.
Unforgettable Flavio. Mi hai accompagnata per un periodo importante della mia vita, l’adolescenza. Hai saputo capire con la tua sensibilità che non ero timida, ma riservata e che la mia ‘bomba‘ sarebbe scoppiata dopo, (difatti all’Università). Ho impararo da te come vedi.
Non scordo mai quando un giorno con le lacrime agli occhi mi dicesti: «Ero al mare, avevo un amico, siam entrati a nuotare e lui non è più uscito…. si è annegato». Il vero te!
Profondi sentimenti che non ci lascian mai.
Ciao Flavio, sarai per sempre il mio miglior amico🌹🇮🇹🐕 e ogni volta che guarderò un cagnolino cercherò i tuoi occhi dentro.
Paola dalla Toscana
Sempre grande Paola a raccontare le nostre vite… e un saluto al nostro Battaglione!
Grazie Claudio,